In Campania il record, ma tutta l’Italia ne è piena: sono i falsi invalidi, quelli che ricevono ogni mese una pensione senza averne bisogno.
Ce ne sono di ogni tipo: quelli che fingono la cecità, la sordità, la paraplegia e così via. In ogni caso percepiscono una pensione che non meritano, spesso e volentieri con la complicità del medico, e quasi sempre con quella dei parenti. Non di rado si tratta di gente che ruba dalle casse dello Stato da decine di anni e che, una volta scoperta, è in debito di una somma di denaro talmente alta che è veramente impossibile restituirla in una sola vita. Tra i casi più eclatanti un anziano signore che si dichiarava cieco totale ma curava ogni giorno il suo orto (200mila euro di debito), oppure quello di una signora di Macerata, anche lei risultava cieca totale ma scendeva con disinvoltura le scale, controllava l’orologio e leggeva i necrologi affissi ai muri (danno di 50mila euro). Ennesimo caso paradossale quello di un uomo “cieco” da trent’anni che possedeva una patente di guida.
Nel Napoletano c’è stato addirittura chi si è finto pazzo pur di percepire un assegno in più ogni mese. Dietro c’era una vera e propria organizzazione che usava un ristoratore che, dopo aver offerto ai clienti un pasto gratis, proponeva una pensione di invalidità con accompagnamento. In cambio, i clienti avrebbero dovuto cedere gli arretrati delle pensioni. Gli investigatori si sono insospettiti, dato l’alto numero di invalidi concentrati in una stessa zona, ed hanno scoperto un grande giro d’affari in cui erano coinvolti anche i medici, rei di aver firmato moltissime certificazioni false.
Queste truffe sono un gravissimo danno, non solo nei confronti dell’Inps, ma soprattutto per lo Stato e per chi invalido lo è veramente. Antonio Mastrapasqua, presidente dell’Inps, ha detto che i falsi invalidi nel 2011 “sono arrivati a 550mila, entro il 2012 arriveranno alla quota di 800mila, con più di 70mila prestazioni già revocate ad altrettanti cittadini italiani: una città più grande di Mantova o Viterbo”. “L'Inps è un'amministrazione centrale dello Stato – ha chiosato -, ma è anche un irrinunciabile presidio di legalità sul territorio”.
Accanto al paradosso dei falsi invalidi, quello di chi è invalido veramente e ancora non percepisce la pensione a cui avrebbe diritto. “Mi fa rabbia pensare che ad essere colpite siano le persone che hanno più bisogno, quelle con tanti problemi, spesso povere, e che per questo non hanno neanche il tempo o il modo di protestare...”, ha detto Roberta Colella, madre di Mattia, un bambino con una malattia rara e sconosciuta che investe gli arti a cui l’Inps ha tolto gli aiuti necessari.
Mattia ha avuto per sei mesi l’accompagnamento ma, di punto in bianco, l’Inps gliel’ha tolto sostituendolo con l’indennità di frequenza: una differenza abissale, perché dura solo nove mesi all’anno ed è quasi la metà dell’accompagnamento. Roberta ha deciso di fare ricorso, anche in nome di tutti gli altri invalidi che attendono da tempo un aiuto dello Stato che stenta ad arrivare. Del dramma se n’è occupata anche l’associazione “Cittadinanzattiva”, nominando la sua campagna “Vip”, che non significa “Very Important Person” ma, ironizzando sull’acronimo, “Very Invalid Person”.
Ce ne sono di ogni tipo: quelli che fingono la cecità, la sordità, la paraplegia e così via. In ogni caso percepiscono una pensione che non meritano, spesso e volentieri con la complicità del medico, e quasi sempre con quella dei parenti. Non di rado si tratta di gente che ruba dalle casse dello Stato da decine di anni e che, una volta scoperta, è in debito di una somma di denaro talmente alta che è veramente impossibile restituirla in una sola vita. Tra i casi più eclatanti un anziano signore che si dichiarava cieco totale ma curava ogni giorno il suo orto (200mila euro di debito), oppure quello di una signora di Macerata, anche lei risultava cieca totale ma scendeva con disinvoltura le scale, controllava l’orologio e leggeva i necrologi affissi ai muri (danno di 50mila euro). Ennesimo caso paradossale quello di un uomo “cieco” da trent’anni che possedeva una patente di guida.
Nel Napoletano c’è stato addirittura chi si è finto pazzo pur di percepire un assegno in più ogni mese. Dietro c’era una vera e propria organizzazione che usava un ristoratore che, dopo aver offerto ai clienti un pasto gratis, proponeva una pensione di invalidità con accompagnamento. In cambio, i clienti avrebbero dovuto cedere gli arretrati delle pensioni. Gli investigatori si sono insospettiti, dato l’alto numero di invalidi concentrati in una stessa zona, ed hanno scoperto un grande giro d’affari in cui erano coinvolti anche i medici, rei di aver firmato moltissime certificazioni false.
Queste truffe sono un gravissimo danno, non solo nei confronti dell’Inps, ma soprattutto per lo Stato e per chi invalido lo è veramente. Antonio Mastrapasqua, presidente dell’Inps, ha detto che i falsi invalidi nel 2011 “sono arrivati a 550mila, entro il 2012 arriveranno alla quota di 800mila, con più di 70mila prestazioni già revocate ad altrettanti cittadini italiani: una città più grande di Mantova o Viterbo”. “L'Inps è un'amministrazione centrale dello Stato – ha chiosato -, ma è anche un irrinunciabile presidio di legalità sul territorio”.
Accanto al paradosso dei falsi invalidi, quello di chi è invalido veramente e ancora non percepisce la pensione a cui avrebbe diritto. “Mi fa rabbia pensare che ad essere colpite siano le persone che hanno più bisogno, quelle con tanti problemi, spesso povere, e che per questo non hanno neanche il tempo o il modo di protestare...”, ha detto Roberta Colella, madre di Mattia, un bambino con una malattia rara e sconosciuta che investe gli arti a cui l’Inps ha tolto gli aiuti necessari.
Mattia ha avuto per sei mesi l’accompagnamento ma, di punto in bianco, l’Inps gliel’ha tolto sostituendolo con l’indennità di frequenza: una differenza abissale, perché dura solo nove mesi all’anno ed è quasi la metà dell’accompagnamento. Roberta ha deciso di fare ricorso, anche in nome di tutti gli altri invalidi che attendono da tempo un aiuto dello Stato che stenta ad arrivare. Del dramma se n’è occupata anche l’associazione “Cittadinanzattiva”, nominando la sua campagna “Vip”, che non significa “Very Important Person” ma, ironizzando sull’acronimo, “Very Invalid Person”.
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