E’ morta questa mattina a Milano Franca Rame, che nella sua vita fu attrice, drammaturga, femminista e politica, ma soprattutto una donna dal grandissimo coraggio.
Franca Rame non è stata solo un’attrice, ma molto altro: prima di tutto una donna, una madre, poi una drammaturga, una femminista e perfino una politica. Anche se spesso si associa il suo nome a quello del marito, il noto Dario Fo, Franca era figlia d’arte (l’intera famiglia lavorava nel teatro delle marionette dal 1600). Questo spiega perché la donna divenne attrice praticamente prima di poter capire cosa significasse: per esempio, da subito venne impiegata in ruoli da neonata nelle commedie familiari.
Dagli anni ’50 del secolo scorso Franca si legò a Fo e i due non si separarono più, almeno fino ad oggi. Moltissime le iniziative che portarono avanti sempre con successo: negli anni ’50 fondarono la “Compagnia Dario Fo-Franca Rame”, crearono collettivi per portare lo spettacolo tra la gente, sostennero l’organizzazione “Soccorso Rosso Militante” e molto altro ancora.
Franca Rame utilizzò la sua fama a livello internazionale per sensibilizzare il pubblico riguardo la questione femminile. Le sue messinscene (“Tutta casa, letto e chiesa” , “Grasso è bello!” e “La madre”) divennero simbolo di questa battaglia coraggiosa. Inoltre, come lei stessa ha ricordato in un’intervista, quando il marito vinse il premio Nobel nel 1997, Marta Marzotto le inviò 50 rose e un biglietto con su scritto: “Dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna”. Lei sottolineò di non stare dietro Fo, ma “almeno affianco”.
Negli anni ’70 la tragedia: il coraggio della Rame e il suo fervore politico la portarono a subire una terribile violenza. Nel 1971 firmò una lettera per il giornale “L'Espresso” sul caso Pinelli, un anarchico che nel 1969 morì precipitando da una finestra della Questura di Milano e le cui reali circostanze di morte non furono mai accertate. Sempre in quel periodo Franca Rame fu rapita da alcuni esponenti di estrema destra e violentata. Ebbe il coraggio di affrontare questo ricordo doloroso nel 1981, quando mise in scena il suo ormai famoso monologo “Lo stupro”.
Ma la carriera della Rame non finisce qui: per due anni è stata eletta senatrice per il Piemonte (dal 2006 al 2008) con l’IdV di di Pietro. Non ebbe vergogna di sostenere le sue battaglie femministe anche in Parlamento, ma dopo soli due anni si dimise, apostrofando l’esperienza come “la più brutta della mia vita”. Disse inoltre: “Le istituzioni mi sono sembrate impermeabili e refrattarie ad ogni sguardo, proposta e sollecitazione esterna, cioè non proveniente da chi è espressione organica di un partito o di un gruppo di interesse organizzato”.
Il mese scorso Franca è stata colpita da un ictus e ricoverata d’urgenza al policlinico di Milano, anche se era già da tempo malata. Si è spenta oggi all’età di 84 anni, lasciandoci il bellissimo ricordo di una donna coraggiosa e dal grande talento.
Franca Rame non è stata solo un’attrice, ma molto altro: prima di tutto una donna, una madre, poi una drammaturga, una femminista e perfino una politica. Anche se spesso si associa il suo nome a quello del marito, il noto Dario Fo, Franca era figlia d’arte (l’intera famiglia lavorava nel teatro delle marionette dal 1600). Questo spiega perché la donna divenne attrice praticamente prima di poter capire cosa significasse: per esempio, da subito venne impiegata in ruoli da neonata nelle commedie familiari.
Dagli anni ’50 del secolo scorso Franca si legò a Fo e i due non si separarono più, almeno fino ad oggi. Moltissime le iniziative che portarono avanti sempre con successo: negli anni ’50 fondarono la “Compagnia Dario Fo-Franca Rame”, crearono collettivi per portare lo spettacolo tra la gente, sostennero l’organizzazione “Soccorso Rosso Militante” e molto altro ancora.
Franca Rame utilizzò la sua fama a livello internazionale per sensibilizzare il pubblico riguardo la questione femminile. Le sue messinscene (“Tutta casa, letto e chiesa” , “Grasso è bello!” e “La madre”) divennero simbolo di questa battaglia coraggiosa. Inoltre, come lei stessa ha ricordato in un’intervista, quando il marito vinse il premio Nobel nel 1997, Marta Marzotto le inviò 50 rose e un biglietto con su scritto: “Dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna”. Lei sottolineò di non stare dietro Fo, ma “almeno affianco”.
Negli anni ’70 la tragedia: il coraggio della Rame e il suo fervore politico la portarono a subire una terribile violenza. Nel 1971 firmò una lettera per il giornale “L'Espresso” sul caso Pinelli, un anarchico che nel 1969 morì precipitando da una finestra della Questura di Milano e le cui reali circostanze di morte non furono mai accertate. Sempre in quel periodo Franca Rame fu rapita da alcuni esponenti di estrema destra e violentata. Ebbe il coraggio di affrontare questo ricordo doloroso nel 1981, quando mise in scena il suo ormai famoso monologo “Lo stupro”.
Ma la carriera della Rame non finisce qui: per due anni è stata eletta senatrice per il Piemonte (dal 2006 al 2008) con l’IdV di di Pietro. Non ebbe vergogna di sostenere le sue battaglie femministe anche in Parlamento, ma dopo soli due anni si dimise, apostrofando l’esperienza come “la più brutta della mia vita”. Disse inoltre: “Le istituzioni mi sono sembrate impermeabili e refrattarie ad ogni sguardo, proposta e sollecitazione esterna, cioè non proveniente da chi è espressione organica di un partito o di un gruppo di interesse organizzato”.
Il mese scorso Franca è stata colpita da un ictus e ricoverata d’urgenza al policlinico di Milano, anche se era già da tempo malata. Si è spenta oggi all’età di 84 anni, lasciandoci il bellissimo ricordo di una donna coraggiosa e dal grande talento.
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