«Il gobal warming non sta avvenendo»: lo ha sostenuto Sarah Palin, l'ex governatrice dell'Alaska ed ex candidata repubblicana alla vicepresidenza Usa repubblicana. La prova sarebbe che in Alaska è nevicato a maggio.
GreenReport - «Il riscaldamento globale è al massimo sul mio gluteo» ha scritto la Palin su Facebook postando una foto di lei con la sua figlia più giovane figlia Piper nella neve dopo il diploma. «Questo è ciò che significa il "Grad Blast" in Alaska! Ci sposteremo dentro a festeggiare il nostro diploma e a guardare il mini-blizzard intorno al camino». Palin è da sempre una negazionista climatica, e ha definito "olio di serpente", gli studi che sostengono il cambiamento climatico. Come candidata alla vicepresidenza nel 2008, sostenne che il clima non era influenzato dalle attività antropiche. Ora su Facebook questa ruspante (ed orgogliosamente ignorante) leader della destra repubblicana confonde il tempo con il clima, un errore frequente dei climate change deniers. Ma la Palin non è una che va per il sottile ed ha già fatto lo stesso errore in passato, credendo (o facendo credere) che le condizioni atmosferiche locali su brevi periodi di tempo e in piccole aree influenzino il trend per più lunghi periodi ed in aree più vaste.
La Palin e gli ecoscettici sembrano ringalluzziti dai risultati di un nuovo studio (Energy budget constraints on climate response) su Nature Geoscience, dal quale emerge che è meni o probabile di quel che si pensasse che nei prossimi decenni avvenga global warming estremo, visto che le temperature in questo secolo stanno aumentando ad un ritmo meno sostenuto, ma comunque ad un tasso che potrebbe ancora causare danni catastrofici. Infatti, il team internazionale che scienziati che ha realizzato lo studio avverte che l'aumento delle temperature può ancora superare l'obiettivo che si sono dati i governi di tutto il mondo di limitare l'aumento della temperatura al di sotto dei 2 gradi, se non si interviene duramente per limitare l'aumento delle emissioni di gas serra.
Secondo i ricercatori dell'università di Oxford che hanno partecipato allo studio «I tassi più estremi del riscaldamento simulati dalla corrente generazione di modelli climatici su tempi di più di 50 - 100 anni stanno diventando meno probabili».
Il global warming ha rallentato dopo i forti aumenti negli anni ‘80 e ‘90, anche se tutti i 10 anni più caldi dall'inizio delle rilevazioni affidabili, iniziate nel 1850, sono stati dal 1998 in poi. Anche se le emissioni di gas serra continuato a salire, soprattutto a causa della forte crescita cinese, esaminando le temperature recenti, il team scientifico composto da ricercatori provenienti da Australia, Francia, Canada, Germania, Gran Bretagna, Norvegia, Svizzera, Usa, ha detto che il trend attuale di un raddoppio delle concentrazioni di CO2 nell'atmosfera rispetto all'epoca preindustriale, farebbe aumentare le temperature tra gli 0,9 ed i 2 gradi. Cifre che in realtà non si discostano moltissimo da quelle previste dall'Intergovernmental panel on climate change dell'Onu che nel 2007 prevedeva un aumento compreso tra 1 e 3 gradi Celsius per la "transient climate response" all'aumento di concentrazione di CO2 nell'atmosfera. Sul lungo periodo di centinaia di anni si avrebbe un aumento di temperatura compreso tra 2 e 4,5° C.
Ma Alexander Otto dell'Università di Oxford avverte i policy makers che «Ciò che conta è la transient response per i prossimi 50 - 100 anni». Gli oceani durante gli ultimi anni sembrano assorbire più calore, mascherando così l'effetto dell'accumulo di CO2 nell'atmosfera, che proprio in questi giorni ha raggiunto le 400 parti per milione per la prima volta nella storia umana, in crescita del 40% rispetto ai livelli pre-industriali.
Uno degli autori dello studio Reto Knutti del Politecnico federale di Zurigo, ha detto alla Ruters che «I numeri più bassi per i prossimi decenni sono i benvenuti. Ma stiamo ancora cercando di riscaldare ben oltre l'obiettivo dei 2 gradi che i Paesi hanno concordato se gli attuali trend delle emissioni continuano»
A partire dalla rivoluzione Industriale le temperature sono già aumentata di circa 0,8 gradi centigradi ed i 2 e gradi sono ampiamente considerati il punto di non ritorno per cambiamenti pericolosi più alluvioni, ondate di caldo e l'innalzamento del livello del mare.
«Negli ultimi dieci anni, gli oceani hanno sequestrato calore più rapidamente del previsto - conclude Steven Sherwood dell' università del New South Wales, che non ha partecipato allo studio - Presumendo che questo comportamento continuerà, gli scienziati calcolano che il clima si riscaldi di circa il 20% più lentamente di quanto previsto in precedenza, anche se a lungo termine la tendenza può essere altrettanto grave, dal momento che alla fine l'oceano smetterà di assorbire calore. I risultati devono essere presi con molto grano salis a causa delle incertezze rispetto agli oceani».
Quel grano salis che sembra mancare a Sarah Palin e ai politici negazionisti che scambiano un evento atmosferico locale con il clima globale.
GreenReport - «Il riscaldamento globale è al massimo sul mio gluteo» ha scritto la Palin su Facebook postando una foto di lei con la sua figlia più giovane figlia Piper nella neve dopo il diploma. «Questo è ciò che significa il "Grad Blast" in Alaska! Ci sposteremo dentro a festeggiare il nostro diploma e a guardare il mini-blizzard intorno al camino». Palin è da sempre una negazionista climatica, e ha definito "olio di serpente", gli studi che sostengono il cambiamento climatico. Come candidata alla vicepresidenza nel 2008, sostenne che il clima non era influenzato dalle attività antropiche. Ora su Facebook questa ruspante (ed orgogliosamente ignorante) leader della destra repubblicana confonde il tempo con il clima, un errore frequente dei climate change deniers. Ma la Palin non è una che va per il sottile ed ha già fatto lo stesso errore in passato, credendo (o facendo credere) che le condizioni atmosferiche locali su brevi periodi di tempo e in piccole aree influenzino il trend per più lunghi periodi ed in aree più vaste.
La Palin e gli ecoscettici sembrano ringalluzziti dai risultati di un nuovo studio (Energy budget constraints on climate response) su Nature Geoscience, dal quale emerge che è meni o probabile di quel che si pensasse che nei prossimi decenni avvenga global warming estremo, visto che le temperature in questo secolo stanno aumentando ad un ritmo meno sostenuto, ma comunque ad un tasso che potrebbe ancora causare danni catastrofici. Infatti, il team internazionale che scienziati che ha realizzato lo studio avverte che l'aumento delle temperature può ancora superare l'obiettivo che si sono dati i governi di tutto il mondo di limitare l'aumento della temperatura al di sotto dei 2 gradi, se non si interviene duramente per limitare l'aumento delle emissioni di gas serra.
Secondo i ricercatori dell'università di Oxford che hanno partecipato allo studio «I tassi più estremi del riscaldamento simulati dalla corrente generazione di modelli climatici su tempi di più di 50 - 100 anni stanno diventando meno probabili».
Il global warming ha rallentato dopo i forti aumenti negli anni ‘80 e ‘90, anche se tutti i 10 anni più caldi dall'inizio delle rilevazioni affidabili, iniziate nel 1850, sono stati dal 1998 in poi. Anche se le emissioni di gas serra continuato a salire, soprattutto a causa della forte crescita cinese, esaminando le temperature recenti, il team scientifico composto da ricercatori provenienti da Australia, Francia, Canada, Germania, Gran Bretagna, Norvegia, Svizzera, Usa, ha detto che il trend attuale di un raddoppio delle concentrazioni di CO2 nell'atmosfera rispetto all'epoca preindustriale, farebbe aumentare le temperature tra gli 0,9 ed i 2 gradi. Cifre che in realtà non si discostano moltissimo da quelle previste dall'Intergovernmental panel on climate change dell'Onu che nel 2007 prevedeva un aumento compreso tra 1 e 3 gradi Celsius per la "transient climate response" all'aumento di concentrazione di CO2 nell'atmosfera. Sul lungo periodo di centinaia di anni si avrebbe un aumento di temperatura compreso tra 2 e 4,5° C.
Ma Alexander Otto dell'Università di Oxford avverte i policy makers che «Ciò che conta è la transient response per i prossimi 50 - 100 anni». Gli oceani durante gli ultimi anni sembrano assorbire più calore, mascherando così l'effetto dell'accumulo di CO2 nell'atmosfera, che proprio in questi giorni ha raggiunto le 400 parti per milione per la prima volta nella storia umana, in crescita del 40% rispetto ai livelli pre-industriali.
Uno degli autori dello studio Reto Knutti del Politecnico federale di Zurigo, ha detto alla Ruters che «I numeri più bassi per i prossimi decenni sono i benvenuti. Ma stiamo ancora cercando di riscaldare ben oltre l'obiettivo dei 2 gradi che i Paesi hanno concordato se gli attuali trend delle emissioni continuano»
A partire dalla rivoluzione Industriale le temperature sono già aumentata di circa 0,8 gradi centigradi ed i 2 e gradi sono ampiamente considerati il punto di non ritorno per cambiamenti pericolosi più alluvioni, ondate di caldo e l'innalzamento del livello del mare.
«Negli ultimi dieci anni, gli oceani hanno sequestrato calore più rapidamente del previsto - conclude Steven Sherwood dell' università del New South Wales, che non ha partecipato allo studio - Presumendo che questo comportamento continuerà, gli scienziati calcolano che il clima si riscaldi di circa il 20% più lentamente di quanto previsto in precedenza, anche se a lungo termine la tendenza può essere altrettanto grave, dal momento che alla fine l'oceano smetterà di assorbire calore. I risultati devono essere presi con molto grano salis a causa delle incertezze rispetto agli oceani».
Quel grano salis che sembra mancare a Sarah Palin e ai politici negazionisti che scambiano un evento atmosferico locale con il clima globale.
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