sabato, maggio 18, 2013
Una soluzione politica per la Siria. E’ soprattutto la Russia che sta lavorando in questa direzione con una serie di incontri diplomatici: l’ultimo ieri a Sochi tra il presidente russo Putin ed il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon. Incontro in vista della Conferenza Internazionale sulla Siria in programma a giugno a Ginevra sotto l’egida delle Nazioni Unite. Ma intanto non si placano le polemiche, soprattutto da parte americana, per le armi che Mosca starebbe fornendo a Damasco.

Radio Vaticana - “Siamo profondamente preoccupati per la violenza in corso”, questo il punto di vista di Ban Ki-Moon, che si augura che non venga perso altro tempo per organizzare la Conferenza di pace. Le perdite di vite umane, ha ricordato il segretario dell’Onu, sono elevate. Il ministro degli Esteri Lavrov ha parlato del problema della composizione della delegazione siriana. I russi sono dell’opinione che tutti i vicini di Damasco, compresi Iran e Arabia Saudita, vengano invitati alla Conferenza. La soluzione deve essere “politica” e trovata sulla base del “diritto internazionale”, ha sintetizzato il portavoce del Cremlino dopo il successivo incontro tra il presidente Putin e Ban Ki-moon. Nelle stesse ore fonti americane hanno dato notizia della consegna di altre armi russe ai siriani. Il ministro Lavrov ha confermato la fornitura, affermando “non lo nascondiamo. Non vengono violati accordi internazionali”. Pronte le critiche israeliane.

E proprio in Siria, missili e armamenti russi sono stati schierati in alcuni punti strategici del Paese mentre le forze di Assad hanno preso d’assalto due cittadine vicino Homs. La Coalizione Nazionale Siriana, il principale gruppo politico anti-regime, lancia un allarme: le forze di Asad stanno assediando le città di Halfaya e Aqrab, vicino ad Hama. Un black out totale inoltre isola la popolazione civile. I ribelli si appellano alla comunità internazionale perché si mettano in salvo donne e bambini. Sembra che molti abitanti stiano cercando di fuggire con barche da pesca sul fiume Oronte. Mentre la diplomazia internazionale è in moto, inoltre la Russia la mandato a Damasco un carico di missili Yakhont. Si tratta di potentissimi missili supersonici. Almeno una decina di navi da guerra russe sono inoltre giunte nelle acque siriane a pattugliare il porto di Tartous, strategico per Mosca e di fatto unico suo accesso al Mediterraneo. Secondo alcuni esperti, la mossa del Cremlino sarebbe volta anche a dissuadere la comunità internazionale e in particolare Israele da una possibile invasione della Siria. Le provocazioni israeliane d’altra parte continuano: ieri un commando della difesa di Tel Aviv ha sconfinato in un villaggio del Golan.

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