venerdì, maggio 10, 2013
Grazie alla nuova tecnologia delle stampanti in 3D ieri è stata 'stampata' una pistola funzionante e potenzialmente fatale se usata impropriamente.

di Christian Orsini

La stampa 3D si sta diffondendo sempre più rapidamente. Esistono molti oggetti fai-da-te costruiti in tre dimensioni, ma Liberator è la prima arma funzionante. L’ideatore si chiama Cody Wilson, è un venticinquenne del Texas ed ha ricevuto il via libera per produrre armi, inoltre è riuscito a realizzare il progetto in cui si è cimentato: il primo colpo sparato da Liberator è andato a segno senza il minimo problema. Una stampante 3D non è alla portati di tutti: un po’ per il costo molto alto, un po’ per la sua esclusività che ne fa ancora una specie di prototipo. Il suo funzionamento è semplice: dato un file sul pc è possibile stampare dei solidi in plastica adagiando, livello su livello, tutti gli strati che compongono la stampa. Solitamente, stampanti di questo genere, sono in uso nei laboratori di ricerca, in qualche scuola; non certo in casa di un privato. E’ chiaro, però, che il file per “stampare” Liberator è stato scaricabile gratuitamente su internet abbastanza tempo da permettere la sua ampia diffusione. Adesso, il prototipo della pistola accessibile a tutti, è probabilmente nel computer di 100.000 persone; l’arma spara soltanto un colpo che può ferire o essere letale.

Come giustamente ha fatto notare Steve Israel, membro del congresso degli Stati Uniti, è un’arma che passa indisturbata i metal detector, in sostanza è il 'sogno' dei terroristi e dei criminali di tutto il mondo. Per questo motivo il 10 maggio, soltanto un giorno dopo la messa online del file, il governo degli Stati Uniti, attraverso il Department of Defense Trade Controls, ha fatto rimuovere dal sito di Defense Distributes i file per "programmare" la stampante 3D che avrebbe stampato la pistola.


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