giovedì, maggio 16, 2013
Donato Bergamini era un centrocampista che nell’ultima fase della sua vita giocò per il Cosenza calcio. Il 18 novembre del 1989 venne trovato il suo corpo senza vita sulla statale 106 Jonica nei pressi di Roseto Capo Spulico.

di Ilaria Sulla

Le prime indagini effettuate stabilirono che la morte avvenne per suicidio: il giovane calciatore si sarebbe buttato sotto le ruote di un camion che l’avrebbe trascinato per ben 60 metri. Il caso fu poi archiviato ma per molto tempo parenti, amici e tifosi lottarono per la riapertura del caso. Nessuno riusciva a credere all’ipotesi del suicidio: le ferite infatti non erano compatibili con le cause presunte della morte. A rafforzare la tesi dei parenti ci sono indizzi poco chiari, uno tra tutti è il ritrovamento del corpo privo di tracce di fango, nonostante nel momento della morte stesse piovendo.

Il 22 febbraio 2012 la prima novità sul caso: i Ris di Messina depositano presso la Procura della Repubblica di Castrovillari la loro perizia, secondo la quale Bergamini sarebbe morto già prima di essere stato investito. Hanno aggiunto che se il calciatore si fosse buttato da solo sotto le ruote del camion sia la collanina che l’orologio che portava avrebbero subito gravi danni: ciò non accadde perché erano entrambi quasi completamente intatti.

Ieri l’ennesimo colpo di scena: l’ex fidanzata Isabella Internò ha ricevuto un avviso di garanzia per concorso in omicidio volontario. La donna era già stata sentita in tribunale (l’ultima volta nel dicembre del 2011) in quanto unica testimone oculare dell’incidente. Ad avvalorare la tesi che il calciatore si fosse suicidato erano state, all'epoca, proprio le testimonianze dell'ex fidanzata Isabella e del camionista che era alla guida del mezzo carico di agrumi. Gli ulteriori accertamenti scientifici hanno provato come il calciatore non potesse essersi suicidato perché già morto al momento del presunto lancio sotto al camion.

I tifosi della sua squadra non l’hanno mai dimenticato, tanto che Oggi la Curva Sud dello Stadio San Vito porta il suo nome, mentre all'interno degli spogliatoi è conservato un busto che lo raffigura. Nel 2009 è stato istituito grazie agli Ultrà del Cosenza il “Bergamini day”, per chiedere giustizia e verità riguardo la morte del giovane calciatore, dati i numerosi punti interrogativi che non hanno mai trovato chiarezza nel corso di 24 anni.

Tutti i parenti hanno sempre chiesto la riapertura del caso, non convinti delle prime indagini condotte e della tesi del suicidio. Proprio per questo motivo il padre e la sorella di Bergamini hanno presentato un esposto sulla base del quale è stata aperta la nuova inchiesta.

Accertamenti del 1990 avevano già pubblicato la tesi che vedeva il calciatore morto a causa di evirazione e  relativo dissanguamento, ma queste carte non erano state prese in considerazione dagli inquirenti:  un altro mistero da aggiungere agli altri.


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