Lavorare scrivendo e viaggiando
di Giulia Bernini
Il travel blogger è un tipo di professione che ha riscosso notevole successo, soprattutto nei Paesi anglosassoni. In Italia questa tendenza non è ancora molto presente, ma sembra che vi siano ampi margini di crescita. Come si diventa travel blogger? E' necessaria una grande passione per i viaggi, una buona dimestichezza con tutto ciò che concerne il web, ma soprattutto serve tanta voglia di raccontare le proprie esperienze, avventure e, perché no, disavventure a tutti coloro che sembrano interessati.
Nel nostro Paese non è ritenuta una vera e propria professione dal momento che è difficile ricavare un guadagno da questa attività: si stima che, attraverso banner pubblicitari, si potrebbero raggiungere al massimo 300 euro in un anno. L'attività di travel blogger consiste nel visitare agriturismi e alloggiare in hotel in maniera del tutto gratuita in cambio di una recensione sul proprio blog sulle condizioni di soggiorno, la propria esperienza e il pernottamento, corredando il post con foto e video. In questo modo il travel blogger diventa sia un punto di riferimento per i suoi lettori che un soggetto interessante dal punto di vista commerciale per agenzie di viaggio e strutture turistiche.
Accanto ai viaggi di tipo “tradizionale”, ci sono quelli più avventurosi: Jools Stone, ad esempio, si concentra esclusivamente sul “turismo su rotaie”, altri raccontano dei loro viaggi in bicicletta e così via. Senza dubbio il più famoso travel blogger è l'inglese Melvin Boecher, ideatore del blog www.traveldudes.org, che dopo pochi mesi era seguito da 80mila persone, e che ha vinto il “Bloggy awards” come miglior collaborazione tra diario in Rete e l'industria di viaggi. Melvin decise di postare su internet le sue personali esperienze di viaggio come una sorta di diario e per il semplice gusto di condividere il suo vissuto con altri appassionati.
“Il fenomeno del travel blogger è crescente e i protagonisti hanno tra i 25 e i 40 anni - afferma Alessio Carciofi, esperto di marketing non convenzionale per il turismo - Il loro ruolo è sempre più importante, dal momento che ci troviamo in un mercato dove la fonte primaria di informazioni turistiche risulta essere la Rete (55%)". I travel blogger infatti provengono dal mondo digitale e sono pratici nell'utilizzo di social network, in particolare Twitter.
Alessio Carciofi spiega inoltre che nel mondo anglosassone l'approccio di queste persone è di tipo commerciale, pur salvaguardando l'obiettività nelle recensioni e valutazioni, mentre gli italiani dimostrano meno capacità di attrarre sponsor ai propri siti, “probabilmente perché sono ancora alle prime armi - sostiene Carciofi - ma dallo scorso anno si intravedono margini di crescita anche in questa direzione”.
Il travel blogger è un tipo di professione che ha riscosso notevole successo, soprattutto nei Paesi anglosassoni. In Italia questa tendenza non è ancora molto presente, ma sembra che vi siano ampi margini di crescita. Come si diventa travel blogger? E' necessaria una grande passione per i viaggi, una buona dimestichezza con tutto ciò che concerne il web, ma soprattutto serve tanta voglia di raccontare le proprie esperienze, avventure e, perché no, disavventure a tutti coloro che sembrano interessati.
Nel nostro Paese non è ritenuta una vera e propria professione dal momento che è difficile ricavare un guadagno da questa attività: si stima che, attraverso banner pubblicitari, si potrebbero raggiungere al massimo 300 euro in un anno. L'attività di travel blogger consiste nel visitare agriturismi e alloggiare in hotel in maniera del tutto gratuita in cambio di una recensione sul proprio blog sulle condizioni di soggiorno, la propria esperienza e il pernottamento, corredando il post con foto e video. In questo modo il travel blogger diventa sia un punto di riferimento per i suoi lettori che un soggetto interessante dal punto di vista commerciale per agenzie di viaggio e strutture turistiche.
Accanto ai viaggi di tipo “tradizionale”, ci sono quelli più avventurosi: Jools Stone, ad esempio, si concentra esclusivamente sul “turismo su rotaie”, altri raccontano dei loro viaggi in bicicletta e così via. Senza dubbio il più famoso travel blogger è l'inglese Melvin Boecher, ideatore del blog www.traveldudes.org, che dopo pochi mesi era seguito da 80mila persone, e che ha vinto il “Bloggy awards” come miglior collaborazione tra diario in Rete e l'industria di viaggi. Melvin decise di postare su internet le sue personali esperienze di viaggio come una sorta di diario e per il semplice gusto di condividere il suo vissuto con altri appassionati.
“Il fenomeno del travel blogger è crescente e i protagonisti hanno tra i 25 e i 40 anni - afferma Alessio Carciofi, esperto di marketing non convenzionale per il turismo - Il loro ruolo è sempre più importante, dal momento che ci troviamo in un mercato dove la fonte primaria di informazioni turistiche risulta essere la Rete (55%)". I travel blogger infatti provengono dal mondo digitale e sono pratici nell'utilizzo di social network, in particolare Twitter.
Alessio Carciofi spiega inoltre che nel mondo anglosassone l'approccio di queste persone è di tipo commerciale, pur salvaguardando l'obiettività nelle recensioni e valutazioni, mentre gli italiani dimostrano meno capacità di attrarre sponsor ai propri siti, “probabilmente perché sono ancora alle prime armi - sostiene Carciofi - ma dallo scorso anno si intravedono margini di crescita anche in questa direzione”.
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