mercoledì, maggio 22, 2013
Celebrazioni per l'anniversario della strage di Capaci il 23 maggio assieme a 600 studenti di tutta Italia, mentre il 26 sarà beatificato padre Pino Puglisi, ucciso anche lui da Cosa Nostra. Calendario fitto di appuntamenti per riscrivere un altro futuro non solo per la Sicilia ma per l'intero Paese

Città Nuova - Un fine settimana davvero impegnativo per la città di Palermo. Giovedì l’annuale appuntamento per il ricordo della strage di Capaci, dove ventuno anni fa persero la vita Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre agenti della scorta: Rocco di Cillo, Vito Schifani e Antonio Montinaro. Come ogni anno partiranno le due navi da Napoli e Civitavecchia messe a disposizione dalla Snav, chiamate "Giovanni" e "Paolo". Duemila e seicento ragazzi provenienti da scuole di tutta Italia che giungeranno a Palermo nella mattinata di giovedì mattina.

Nella nave che salperà da Civitavecchia ci saranno il presidente del Senato Pietro Grasso, il ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza e il presidente della Rai Anna Maria Tarantola. A Palermo è prevista la presenza della presidente della Camera Laura Boldrini e del ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri. Nella nave che partirà da Napoli vi saranno, invece, il sottosegretario all’Istruzione Marco Rossi Doria e il presidente di Libera don Luigi Ciotti.

Una volta giunti a Palermo, gli studenti si divideranno in diversi gruppi e parteciperanno a diverse visite e manifestazioni in città. Nel pomeriggio, infine, partiranno due cortei: uno dall’aula bunker (dove si svolsero i maxi-processi) e l’altro da via D’Amelio (dove avvenne la strage di Paolo Borsellino e degli uomini della sua scorta). I due cortei si riuniranno in via Notarbartolo, sotto l’Albero Falcone dove, alle 17.58 (quando scoppiò la bomba in autostrada) il trombettiere della polizia di Stato eseguirà il “silenzio” in ricordo di tutte le vittime di mafia.

Quest’anno, inoltre, si aggiungerà la tanto attesa beatificazione di don Pino Puglisi, il parroco di Brancaccio ucciso dalla mafia il 13 settembre del 1992. Verranno in tantissimi da tutta Italia. Si dice ventimila: da Milano, Roma, Crotone, Catanzaro, Cosenza, Napoli, Perugia, Rimini, Livorno, Campobasso, Cremona, Prato. E da tutta la Sicilia, naturalmente. Tanti giungeranno il giorno prima, venerdì 24, per partecipare alla veglia di preghiera che si terrà in via Ficodindia, in un terreno confiscato alla mafia dove sorgerà – finalmente! – la Chiesa che aveva tanto sognato don Pino. I ragazzi del Movimento dei Focolari che in questi mesi hanno lavorato nel “Cantiere legalità” del Progetto Italia si daranno appuntamento la mattina del 25

maggio al Foro Italico dove si celebrerà la messa. Nel pomeriggio, oltre che a un giro turistico della città, avranno la possibilità di conoscere i loro coetanei dell’associazione Libera di Palermo e visitare un negozio sito in piazza Politeama confiscato alla mafia e ora dedito al commercio pizzo free.

Papa Francesco, che proprio in questi giorni ha ricevuto per una visita “ad limina” i vescovi siciliani, ha ricordato che «il sacerdote ucciso dai boss è un modello di evangelizzazione», richiamando quindi tutti i cristiani ad una «testimonianza più chiara e più evangelica contro la mafia», e l’invito a un maggiore e più energico impegno contro la criminalità. Un appello che giunge, come dicevamo, in una due giorni (il 23 e il 25 maggio), durante i quali si ricordano due uomini che sono stati – come tutti gli altri – testimonianza di legalità e lotta per una terra davvero libera dal malaffare.

23 Maggio, strage di Capaci, e 25 maggio beatificazione di don Puglisi. Due date, due uomini che volevano con passione riscrivere il futuro della Sicilia non volendo mai accondiscendere all'idea di un destino già tracciato, all’eterno presente che mai cambia.

Oggi, padre Puglisi, ucciso dalla mafia “in odium fidei”, è la prova che non solo tutto si può cambiare, ma che il futuro si può davvero riscrivere. «Se ognuno fa qualcosa – era solito dire Puglisi – allora si può fare molto». Per uscire dalla retorica dell’antimafia e dal pessimismo di maniera. Per riprendere con vigore la corsa verso una nuova umanità.

di Roberto Mazzarella


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