venerdì, maggio 31, 2013
Nonostante la contrazione del mercato la “piccola” Range continua ad essere richiestissima 

di Davide Bianchino 

Quello dei Suv è forse l’unico settore rimasto a dare piccoli segnali di vita. Per il resto il mercato automobilistico è in piena crisi. In Italia così come nel resto d’Europa. Il 2012 si è chiuso quasi totalmente in negativo e i primi mesi del 2013 sono stati anche peggio. Pochissime le auto che fanno registrare timidi segnali di ripresa e tutti, guarda caso, nei settori di nicchia, quelli cioè dai volumi di vendita meno popolari. Tra questi ci sono infatti le berline di lusso che continuano a risentire poco o niente della crisi. Ma c’è un’auto in particolare che più di tutte fa parlare di sé nella classifica delle vendite: la Range Rover Evoque.

Il suo arrivo negli autosaloni, nel 2011, era già carico di attesa grazie ad una campagna di comunicazione molto particolare. Molti mesi prima del suo debutto, la Casa inglese aveva cominciato a mostrare nei principali Saloni internazionali dell’automobile alcuni prototipi della Evoque molto simili a quello che sarebbe stato poi il modello definitivo. La linea moderna ma pur sempre aristocratica della vettura colpì subito l’interesse del pubblico tanto che si diffuse ben presto un’attesa impaziente per un’auto che in realtà la Land Rover non aveva ancora deciso di mettere in produzione. La decisione è stata praticamente presa per “acclamazione”. Tutti, potenziali acquirenti o semplici appassionati, pretendevano ormai di vedere realizzato l’oggetto del desiderio.

E una volta entrata in produzione, il mercato ha subito risposto positivamente: nei primi mesi di vendita le richieste furono talmente elevate da sorpassare ampiamente la produzione consentita dagli stabilimenti. Nel luglio del 2012, ad appena un anno dal suo lancio commerciale, la Evoque fece registrare un totale di 80 mila ordini complessivi (un record non solo in tempo di crisi), risultando anche in Italia la Suv più venduta e spodestando dal trono la VW Tiguan, vettura dal prezzo decisamente più basso. L’enorme successo di vendite comportò inevitabilmente tempi di attesi lunghissimi, fino a 10 mesi. Oggi i tempi di consegna si sono ridotti ma la richiesta continua ad essere sempre molto alta.

Il motivo del suo successo è tanto geniale quanto sin troppo semplice. La Evoque rappresenta il sogno, finalmente realizzabile, di possedere una mitica Range Rover. Prima che arrivasse la Evoque, l’aristocratica Casa inglese aveva sfornato solo delle enormi, fantastiche, ricchissime ma anche costosissime vetture. Decisamente alla portata di pochi, cosa che ha sicuramente contribuito all’immagine di esclusività che contraddistingue il marchio. Oggi finalmente c’è la possibilità di portarsi concretamente a casa un pezzo di mito che le ridotte dimensioni esterne non scalfiscono affatto. Sia ben chiaro: la Evoque è una vettura costosa per la sua categoria ma rimane pur sempre in una fascia di prezzo decisamente abbordabile. In ogni caso lontanissimo dalla sorellona di famiglia, la Range Rover da 90mila euro.

Il prezzo di accesso della Evoque è di 34.800 euro ma salendo con i cavalli e lasciandosi tentare dalle infinite dotazioni si può arrivare a superare anche i 60 mila euro. La Evoque piace perché è inconfondibilmente una Range ma il nuovo corso stilistico della Casa ha dato alla vettura una personalità ben definita. Una linea tanto riuscita da essere in parte ripresa anche dalle nuove versioni delle Range più grandi. Inoltre, le dimensioni relativamente contenute della vettura (4,36 metri di lunghezza), sono un vantaggio per districarsi al meglio nel caotico traffico cittadino.

Nonostante il marchio di fabbrica consenta di immaginare luoghi decisamente più selvaggi in cui sciogliere le briglie ai cavalli del motore, va da sé che i potenziali acquirenti utilizzeranno la Evoque prevalentemente su un grigio tappeto di asfalto. Ed è un peccato perché sotto la pelle la Evoque è una Range, anzi una Land Rover a tutti gli effetti. Quindi il top per affrontare in sicurezza anche il più duro fuoristrada, dalla neve al fango e persino sulla sabbia dei deserti africani. Sempre, però, con quella indiscutibile classe che contraddistingue da decenni le vetture della Casa inglese.


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