Questa la decisione unanime dei responsabili del partito
Alla luce dei risultati ottenuti da Rivoluzione Civile alle elezioni di Febbraio 2013 è stata scritta una nota dai creatori del partito. Nella suddetta sono riportate le cause e, in sostanza, i pensieri che portano alla chiusura di questo percorso. "Si è preso atto che le scelte strategiche future dei singoli soggetti sono incompatibili con la prosecuzione di un progetto politico comune, quanto meno nell'immediato. Resta intatta la stima reciproca tra tutte le forze che hanno dato vita a RC e la volontà di mantenere comunque interlocuzioni finalizzate al profondo cambiamento politico, culturale e sociale dell'Italia. Resta inoltre forte il convincimento che nel nostro Paese la presenza in Parlamento di rappresentanti delle forze unite attorno a Rivoluzione Civile avrebbe portato un arricchimento importante al dibattito per la realizzazione di una legislazione avanzata sul terreno dei diritti sociali e civili, della legalità, dell'etica nella politica e di un nuovo impianto istituzionale. Il contrario di quanto purtroppo è avvenuto".
Per il partito che ha fatto del dipinto di Pellizza Da Volpedo il suo simbolo, si è concluso il tempo. Ingroia e gli altri “padri” del movimento non trovano più lo stimolo nel fare di RC una strada su cui puntare senza il sostegno del popolo che, come ne “Il Quarto stato”, si unisce in segno di ribellione-protesta (se non proprio della stanchezza) del proletario schiacciato dalla società industriale.
Alla luce dei risultati ottenuti da Rivoluzione Civile alle elezioni di Febbraio 2013 è stata scritta una nota dai creatori del partito. Nella suddetta sono riportate le cause e, in sostanza, i pensieri che portano alla chiusura di questo percorso. "Si è preso atto che le scelte strategiche future dei singoli soggetti sono incompatibili con la prosecuzione di un progetto politico comune, quanto meno nell'immediato. Resta intatta la stima reciproca tra tutte le forze che hanno dato vita a RC e la volontà di mantenere comunque interlocuzioni finalizzate al profondo cambiamento politico, culturale e sociale dell'Italia. Resta inoltre forte il convincimento che nel nostro Paese la presenza in Parlamento di rappresentanti delle forze unite attorno a Rivoluzione Civile avrebbe portato un arricchimento importante al dibattito per la realizzazione di una legislazione avanzata sul terreno dei diritti sociali e civili, della legalità, dell'etica nella politica e di un nuovo impianto istituzionale. Il contrario di quanto purtroppo è avvenuto".
Per il partito che ha fatto del dipinto di Pellizza Da Volpedo il suo simbolo, si è concluso il tempo. Ingroia e gli altri “padri” del movimento non trovano più lo stimolo nel fare di RC una strada su cui puntare senza il sostegno del popolo che, come ne “Il Quarto stato”, si unisce in segno di ribellione-protesta (se non proprio della stanchezza) del proletario schiacciato dalla società industriale.
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