La Camera ha provveduto alla ratifica e all’esecuzione della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza sulle donne e la violenza domestica.
Radio Vaticana - Intanto diversi comuni Italiani stanno portando avanti la Campagna “365 giorni no alla violenza contro le donne”. Dal 2006 il Dipartimento per le Pari Opportunità ha messo a disposizione il numero antiviolenza 1522, per contrastare gli episodi di violenza e stalking. Al microfono di Elisa Sartarelli, Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, presidente dell'Associazione Nazionale Volontarie del Telefono Rosa che dal 2012 gestisce questa utenza. ascolta
R. – L’Associazione Telefono Rosa nasce 25 anni fa per conoscere la violenza sommersa all’interno delle famiglie. Doveva essere una ricerca e durare non più di tre mesi, purtroppo sono 25 anni che questo telefono non solo ha continuato a squillare, ma da tre persone che eravamo, oggi siamo 90. Si sono aperti diversi telefoni rosa in diverse regioni d’Italia, dal Piemonte alla Sicilia. Non rispondiamo solo al telefono, ma tutti i giorni diamo gratuitamente, sia mattina che pomeriggio, consulenza legale e consulenza psicologica. Quindi cerchiamo di aiutare la donna, se è possibile, a 360 gradi. In più da circa 7 anni gestiamo per conto del Comune di Roma una casa di accoglienza. Nella casa di accoglienza vanno le donne che sono in pericolo, con i propri figli, e vengono ospitati per un periodo che va da tre a sei mesi. Durante questo periodo vengono aiutate a superare il problema della violenza e, se è possibile, aiutate anche a trovarsi un lavoro e una sistemazione in modo che nel momento in cui escono dalla casa con i propri figli, possano camminare con le loro gambe.
D. - In un momento di emergenza una donna vittima di violenza o stalking potrebbe facilmente comporre i numeri che la metterebbero in contatto con le forze dell’ordine. In cosa è diverso il 1522?
R. - La donna, molto spesso, ha paura a chiamare direttamente i carabinieri o la polizia. La donna chiama e in quel momento si sente assistita, non si sente sola, prende coraggio: allora, forse, sarebbe in grado di chiamare direttamente polizia e carabinieri. In quel momento ci chiede aiuto: noi, facendola parlare, ci rendiamo conto che lei è in pericolo e allora chiamiamo le autorità affinché intervengano.
D. – Quali sono le richieste d’aiuto più ricorrenti?
R. – Le richieste d’aiuto più ricorrenti sono ovviamente violenze che si consumano all’interno delle mura domestiche. Un’altra piaga di oggi è lo stalking: ex-mariti, ex-fidanzati, ex-compagni che non accettano che una relazione sia terminata e quindi massacrano questa donna in diverse maniere.
D. – Oltre alla violenza sulle donne si parla spesso di “femminicidio”. Com’è possibile prevenirlo?
R. – E’ difficile prevenire un fatto del genere ma è una questione culturale, una questione sulla quale dobbiamo lavorare a lungo, proprio per far cambiare la mentalità. Io devo dire che in questo momento la nostra società è particolarmente violenta. Ci sono crimini che veramente fanno venire i brividi. C’è quasi un odio di alcuni uomini. Ricordiamoci sempre che la maggioranza degli uomini sono persone lontane dall’usare la violenza all’interno delle mura domestiche, però esistono alcuni che non solo sono violenti nei confronti della propria compagna, moglie, fidanzata, ma arrivano fino al “femminicidio” ed è lì che dobbiamo intervenire: dobbiamo intervenire sui giovani, fin dalla più tenera età.
Radio Vaticana - Intanto diversi comuni Italiani stanno portando avanti la Campagna “365 giorni no alla violenza contro le donne”. Dal 2006 il Dipartimento per le Pari Opportunità ha messo a disposizione il numero antiviolenza 1522, per contrastare gli episodi di violenza e stalking. Al microfono di Elisa Sartarelli, Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, presidente dell'Associazione Nazionale Volontarie del Telefono Rosa che dal 2012 gestisce questa utenza. ascolta
R. – L’Associazione Telefono Rosa nasce 25 anni fa per conoscere la violenza sommersa all’interno delle famiglie. Doveva essere una ricerca e durare non più di tre mesi, purtroppo sono 25 anni che questo telefono non solo ha continuato a squillare, ma da tre persone che eravamo, oggi siamo 90. Si sono aperti diversi telefoni rosa in diverse regioni d’Italia, dal Piemonte alla Sicilia. Non rispondiamo solo al telefono, ma tutti i giorni diamo gratuitamente, sia mattina che pomeriggio, consulenza legale e consulenza psicologica. Quindi cerchiamo di aiutare la donna, se è possibile, a 360 gradi. In più da circa 7 anni gestiamo per conto del Comune di Roma una casa di accoglienza. Nella casa di accoglienza vanno le donne che sono in pericolo, con i propri figli, e vengono ospitati per un periodo che va da tre a sei mesi. Durante questo periodo vengono aiutate a superare il problema della violenza e, se è possibile, aiutate anche a trovarsi un lavoro e una sistemazione in modo che nel momento in cui escono dalla casa con i propri figli, possano camminare con le loro gambe.
D. - In un momento di emergenza una donna vittima di violenza o stalking potrebbe facilmente comporre i numeri che la metterebbero in contatto con le forze dell’ordine. In cosa è diverso il 1522?
R. - La donna, molto spesso, ha paura a chiamare direttamente i carabinieri o la polizia. La donna chiama e in quel momento si sente assistita, non si sente sola, prende coraggio: allora, forse, sarebbe in grado di chiamare direttamente polizia e carabinieri. In quel momento ci chiede aiuto: noi, facendola parlare, ci rendiamo conto che lei è in pericolo e allora chiamiamo le autorità affinché intervengano.
D. – Quali sono le richieste d’aiuto più ricorrenti?
R. – Le richieste d’aiuto più ricorrenti sono ovviamente violenze che si consumano all’interno delle mura domestiche. Un’altra piaga di oggi è lo stalking: ex-mariti, ex-fidanzati, ex-compagni che non accettano che una relazione sia terminata e quindi massacrano questa donna in diverse maniere.
D. – Oltre alla violenza sulle donne si parla spesso di “femminicidio”. Com’è possibile prevenirlo?
R. – E’ difficile prevenire un fatto del genere ma è una questione culturale, una questione sulla quale dobbiamo lavorare a lungo, proprio per far cambiare la mentalità. Io devo dire che in questo momento la nostra società è particolarmente violenta. Ci sono crimini che veramente fanno venire i brividi. C’è quasi un odio di alcuni uomini. Ricordiamoci sempre che la maggioranza degli uomini sono persone lontane dall’usare la violenza all’interno delle mura domestiche, però esistono alcuni che non solo sono violenti nei confronti della propria compagna, moglie, fidanzata, ma arrivano fino al “femminicidio” ed è lì che dobbiamo intervenire: dobbiamo intervenire sui giovani, fin dalla più tenera età.
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