giovedì, giugno 13, 2013
Secondo la Fao «38 paesi hanno già raggiunto gli obiettivi di sviluppo nella lotta contro la fame stabiliti a livello internazionale, conseguendo un grande successo prima della data stabilita del 2015».  

GreenReport - Il direttore generale della Fao, José Graziano da Silva, ha sottolineato che «Questi Paesi aprono la strada a un futuro migliore, e sono la dimostrazione pratica che con una forte volontà politica, con il coordinamento e la cooperazione, è possibile ottenere una riduzione rapida e duratura della fame». Da Silva ha esortato tutti i Paesi «A mantenere vivo questo impegno, puntando alla completa eradicazione della fame, in linea con la Sfida Fame Zero lanciata nel 2012 dal Segretario delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon. Nel corso degli ultimi dieci anni, a livello mondiale, la fame è diminuita, ma sono ancora 870 milioni le persone che sono ancora sottonutrite, e milioni di altri soffrono le conseguenze di carenze vitaminiche e di minerali, che per molti bambini significa un arresto della crescita. Dobbiamo continuare nel nostro impegno, fino a quando tutti possano vivere una vita sana e produttiva».

La Fao presenta alcune storie di successo: 20 Paesi hanno soddisfatto il primo degli Obiettivi di sviluppo del millennio (Mdg) stabilito dall’Assemblea generale dell’Onu nel 2000, cioè quello di dimezzare la percentuale delle persone che soffrono la fame tra il 1990-92 ed il 2010-2012; altri 18 Paesi sono riusciti a raggiungere sia il primo Mdg che l’obiettivo stabilito al vertice mondiale dell’alimentazione, di dimezzare il numero totale delle persone sottonutrite fra 1990-1992 e 2010-2012.

I paesi che hanno raggiunto solo il primo Mgd sono: Algeria, Angola, Bangladesh, Benin, Brasile, Cambogia, Camerun, Cile, Repubblica Dominicana, Figi, Honduras, Indonesia, Giordania, Malawi, Maldive, Niger, Nigeria, Panama, Togo ed Uruguay. I Paesi che hanno raggiunto sia il primo Mdg che quello del vertice mondiale del 1996 sono: Armenia, Azerbaigian, Cuba, Djibouti, Georgia, Ghana, Guyana, Kuwait, Kirghizistan, Nicaragua, Perù, Saint Vincent e Grenadine, Samoa, Sao Tome e Principe, Thailandia, Turkmenistan, Venezuela e Vietnam.

Ma ci sono ancora milioni di persone sottonutrite, secondo l’ultimo rapporto Fao “The State of Food Insecurity in the World” «La stragrande maggioranza di coloro che soffrono la fame – 852 milioni – vive nei Paesi in via di sviluppo – circa il 15% della popolazione – mentre si stima siano circa 16 milioni le persone denutrite nei Paesi sviluppati».

La Fao ricorda che «Nonostante la generale tendenza ad un calo e nonostante i successi conseguiti a livello nazionale, negli ultimi anni il numero delle persone sottonutrite in Africa è aumentato. A livello mondiale, l’insicurezza alimentare oggi è in gran parte un problema di accesso alle risorse o ai servizi necessari alle famiglie per produrre, acquistare, o comunque ottenere cibo nutriente a sufficienza. L’agricoltura svolge un ruolo fondamentale nel fornire l’accesso al cibo. Più del 70% delle persone povere vivono nelle aree rurali e la maggior parte di esse dipende per il proprio sostentamento – direttamente o indirettamente – dall’agricoltura. Aumentare la produttività agricola è quindi un elemento decisivo per migliorare l’accesso al cibo».

Da Silva si è detto incoraggiato «Dai segnali di un impegno maggiore da parte di molti Paesi di porre fine alla fame e alla malnutrizione puntando sull’agricoltura e sullo sviluppo sostenibile, inclusa la partecipazione a programmi regionali ispirati alla sfida Fame Zero».


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