Avevano contraffatto un medicinale destinato a curare le affezioni respiratorie di bambini e neonati. Questa l’accusa con la quale i carabinieri del Nas di Latina hanno arrestati tre dirigenti di una casa farmaceutica nazionale a conclusione di un’indagine condotta all’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) e all’Istituto Superiore di Sanità (ISS).
Liberainformazione - Nel mirino dell’Antisofisticazione è finito l’Ozopulmin, farmaco prodotto da un’azienda di Anagni, la Geymonatche è stato immediatamente ritirato dal commercio con provvedimento amministrativo dell’AIFA durante le fasi iniziali dell’inchiesta e che dunque non è più presente nelle farmacie italiane anche se risultano esserci migliaia di confezioni acquistate prima del ritiro .
Secondo gli investigatori i tre dirigenti della casa farmaceutica, nei cui confronti sono state eseguite altrettante ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari gli arrestati avrebbero prodotto e commercializzato su scala nazionale “il farmaco deliberatamente contraffatto e pericoloso per la salute mettendo, al posto del principio attivo, una sostanza simile, utilizzata di solito per cosmetici ed integratori alimentari, farmaceuticamente inefficace, ma in grado di simularne analiticamente la presenza. Il tutto a discapito della salute dei pazienti, inconsapevoli assuntori di un farmaco completamente inidoneo allo scopo terapeutico, come giudicato dall’Istituto Superiore di Sanità a seguito di specifiche indagini analitiche eseguite sui campioni sequestrati. La decisione di contraffare il farmaco sarebbe stata presa, secondo quanto hanno spiegato i carabinieri del Nas nel corso di una conferenza stampa, in seguito ad un disaccordo commerciale con la ditta fornitrice, per assicurare la continuità del prodotto nelle farmacie e non perdere la fetta di mercato ad opera di farmaci concorrenti, decidevano di avviare comunque la produzione dei lotti del farmaco incriminato, nella piena consapevolezza di esporre a rischi per la salute un considerevole numero di persone e di bambini, ponendo in commercio un farmaco contraffatto e inidoneo al suo scopo terapeutico, che avrebbe potuto cagionare un aggravamento delle affezioni respiratorie.
I tre dirigenti si sarebbero procurati il sostituto del principio attivo acquistandolo in Francia e avrebbero provveduto a falsificare le analisi e alterare rendiconti di produzione e dati informatici delle materie prime al fine di occultare la presenza nei farmaci del “sostituto” e far risultare fittiziamente quella del principio attivo. Ora sono chiamati a rispondere della violazione dell’articolo 440 del codice penale che prevede pene severissime per chi altera prodotti alimentari e medicinali.
di Elena Ganelli
Liberainformazione - Nel mirino dell’Antisofisticazione è finito l’Ozopulmin, farmaco prodotto da un’azienda di Anagni, la Geymonatche è stato immediatamente ritirato dal commercio con provvedimento amministrativo dell’AIFA durante le fasi iniziali dell’inchiesta e che dunque non è più presente nelle farmacie italiane anche se risultano esserci migliaia di confezioni acquistate prima del ritiro .
Secondo gli investigatori i tre dirigenti della casa farmaceutica, nei cui confronti sono state eseguite altrettante ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari gli arrestati avrebbero prodotto e commercializzato su scala nazionale “il farmaco deliberatamente contraffatto e pericoloso per la salute mettendo, al posto del principio attivo, una sostanza simile, utilizzata di solito per cosmetici ed integratori alimentari, farmaceuticamente inefficace, ma in grado di simularne analiticamente la presenza. Il tutto a discapito della salute dei pazienti, inconsapevoli assuntori di un farmaco completamente inidoneo allo scopo terapeutico, come giudicato dall’Istituto Superiore di Sanità a seguito di specifiche indagini analitiche eseguite sui campioni sequestrati. La decisione di contraffare il farmaco sarebbe stata presa, secondo quanto hanno spiegato i carabinieri del Nas nel corso di una conferenza stampa, in seguito ad un disaccordo commerciale con la ditta fornitrice, per assicurare la continuità del prodotto nelle farmacie e non perdere la fetta di mercato ad opera di farmaci concorrenti, decidevano di avviare comunque la produzione dei lotti del farmaco incriminato, nella piena consapevolezza di esporre a rischi per la salute un considerevole numero di persone e di bambini, ponendo in commercio un farmaco contraffatto e inidoneo al suo scopo terapeutico, che avrebbe potuto cagionare un aggravamento delle affezioni respiratorie.
I tre dirigenti si sarebbero procurati il sostituto del principio attivo acquistandolo in Francia e avrebbero provveduto a falsificare le analisi e alterare rendiconti di produzione e dati informatici delle materie prime al fine di occultare la presenza nei farmaci del “sostituto” e far risultare fittiziamente quella del principio attivo. Ora sono chiamati a rispondere della violazione dell’articolo 440 del codice penale che prevede pene severissime per chi altera prodotti alimentari e medicinali.
di Elena Ganelli
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