giovedì, giugno 06, 2013
Il Governo Letta rappresenta per il Paese e le forze politiche «una scelta eccezionale e senza dubbio a termine», vista la straordinarietà della coalizione che sorregge l’esecutivo

di Simona Santullo

Sono state queste le parole del Presidente della Repubblica incontrando i giornalisti nei giardini del Quirinale e manifestando apprezzamento sincero nei confronti delle forze politiche riguardo alla decisione di formare un governo di larghe intese. Una scelta che senza ombra di dubbio comporta dei sacrifici da parte dei singoli partiti, ma che altrettanto indiscutibilmente è una scelta eccezionale e comunque a termine.

Parole poi confermate anche dal Premier Enrico Letta nel corso di un incontro al Festival dell’Economia di Trento; Letta ha aggiunto che il Governo vuole la riforma del paese, che le cose vadano meglio e che la democrazia funzioni. Nel corso del suo intervento ha ribadito alla platea che l’Italia non è inferiore a nessuno in Europa, che la nostra politica è credibile e che le istituzioni funzionano, tenendo ben presente comunque che avere una politica credibile è fondamentale per un Paese.

Il Presidente del Consiglio ha poi annunciato che al vertice del 27 e 28 giugno dell’Unione Europea verrà presentato un piano nazionale per l’occupazione che ha come obiettivo quello di ridurre la disoccupazione giovanile, priorità assoluta per questo governo; 18 mesi è il tempo giusto per completare l’iter di riforme necessarie, prospettando un percorso di lavoro dai tempi definiti. Un percorso sicuramente complesso, ma che potrà essere portato avanti con la collaborazione di tutti.

Letta ha poi toccato alcuni punti fondamentali inerenti le riforme: per quel che riguarda la legge elettorale, ha dichiarato apertamente che quella attuale va cambiata, ma assicura che sarà un percorso condiviso. Letta ha anzi assicurato che nell’intero processo di riforme istituzionali saranno coinvolti i cittadini italiani. Infine ha sottolineato che il Presidente della Repubblica ha rammentato giustamente che la crisi della politica è arrivata ad un punto tale che non si può più far finta di niente, o far finta di fare per poi non fare: questo è un monito fondamentale e il governo è chiamato a dare immediato seguito all’impegno preso con Napolitano. Il drammatico calo dell’affluenza alle elezioni è la riprova di quanto gli italiani siano stanchi dei vecchi raggiri politici, e ciò esige una risposta. Le riforme istituzionali sono un’occasione da cogliere fino in fondo per riavvicinare i cittadini alla politica: con la collaborazione di tutti si possono trovare soluzioni concrete alla crisi, non solo economica ma anche politico-sociale, che da troppo tempo esiste nel nostro Paese. La non collaborazione tra tutte le forze politiche aggraverebbe la situazione attuale e sarebbe una grande dimostrazione di irresponsabilità e sconsideratezza da parte di tutti i nostri governanti.

Per tornare a crescere l’Italia ha bisogno di riforme strutturali che vadano ad incidere sulla finanza pubblica, sull’economia e sull’organizzazione dello Stato: metterle in atto sarà un compito arduo ma fondamentale per questo Parlamento. E l’Europa deve essere un aiuto in questo processo: le sorti dell’Italia dipendono dal successo dell’Europa stessa, ma è pur vero anche il contrario, e cioè che il successo dell’Italia determinerà anche il successo e la sopravvivenza dell’Europa.

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