giovedì, giugno 06, 2013
Caratteri, sviluppo ed elementi di criticità di un movimento poco conosciuto, ma in continua crescita, presente in numerose diocesi e parrocchie di tutto il mondo

di Bartolo Salone

Il Cammino Neocatecumenale è stato fondato da Francisco Arguello, detto Kiko, nel 1964. Il giovane pittore, appartenente ad una famiglia agiata di Madrid, a seguito di una profonda crisi esistenziale si avvicina al Cristianesimo dopo aver rinunciato alle sue idee agnostiche, decidendo di andare a vivere tra le baracche di Palomeras Altas nell’estrema periferia di Madrid per annunciare il Vangelo agli ultimi. Ben presto, a Kiko si aggiungerà una giovane laureata in chimica, Carmen Hernandez, che lo avrebbe accompagnato negli anni a seguire nella sua opera. E’ proprio durante l’esperienza nelle baracche di Madrid che Kiko e Carmen mettono a punto un innovativo metodo di evangelizzazione, che darà presto luogo a quella particolare esperienza oggi conosciuta come Cammino neocatecumenale.

Si parla di Cammino neocatecumenale poiché si tratta di un percorso di riscoperta e di approfondimento post-battesimale della fede articolato in diverse tappe e momenti, per di più scandite da “valutazioni” e “verifiche” intermedie, dette “scrutini”, del grado di maturazione spirituale raggiunto. Precisamente, il Cammino trae origine da catechesi iniziali, svolte da “catechisti itineranti” (oggi circa 700) che contribuiscono a formare nuove comunità neocatecumenali in ogni parte del mondo. Costituite le comunità, si apre una prima fase “propedeutica”, detta “precatecumenato”, della durata di due anni. Dopo un primo e un secondo “scrutinio”, segue il “catecumenato” vero e proprio, momento di formazione a sua volta articolato in tre tappe, dedicate rispettivamente all’introduzione alla preghiera dei salmi, allo studio del Credo niceno, alla preghiera del Padre nostro. Al “catecumenato” segue la fase della “elezione”, che rappresenta idealmente il “riemergere” dell’uomo nuovo dalle acque del fonte battesimale, dopo che questi, nel periodo del “catecumenato”, ha preso coscienza della realtà del peccato e della propria miseria spirituale. La fase dell’elezione prevede a sua volta due momenti di convivenza presso la comunità e un terzo “scrutinio”. Il Cammino si chiude infine con il pellegrinaggio in Terra Santa. A questo punto può dirsi raggiunta quella maturità spirituale che consente al battezzato di vivere in pienezza la propria esperienza cristiana all’interno della comunità parrocchiale.

Il Cammino neocatecumenale, pertanto, almeno nelle intenzioni degli iniziatori, non vuole essere un movimento o una associazione ecclesiale, ma semplicemente “un itinerario di formazione cattolica” post-battesimale, la cui finalità è quella di favorire un più consapevole impegno del credente nella propria comunità parrocchiale al termine di un “tirocinio” formativo. Tuttavia, l’approvazione da parte della Chiesa degli Statuti (dapprima ad experimendum nel 2002 e poi in via definitiva nel 2008) mette in crisi quest’idea: infatti gli Statuti concorrono a conferire all’esperienza neocatecumenale una identità ben precisa all’interno del tessuto ecclesiale e una struttura stabile, consentendo a chi ha già terminato il Cammino di continuare ad incontrarsi con la sua comunità neocatecumenale d’origine per celebrare l’eucaristia e per proseguire la sua formazione. Il che sembrerebbe conferire all’esperienza neocatecumenale, di fatto, i caratteri di un vero e proprio movimento ecclesiale.

Il metodo di formazione neocatecumenale ruota attorno a tre capisaldi, denominati “tripode”, che rappresentano per i fondatori la sola risposta efficace al processo di desacralizzazione e di scristianizzazione della società: la Parola di Dio, la liturgia e la comunità. Tuttavia questi tre elementi, nella concezione neocatecumenale, assumono un significato peculiare e per certi aspetti originale. Questo appare evidente soprattutto con riferimento all’approccio alla Parola di Dio e alla liturgia. La lettura della Bibbia, da un lato, è di tipo soggettivistico-sapienziale, essendo fondata più sulle intuizioni e sulle esperienze di vita degli iniziatori e dei catechisti del movimento che su uno studio accurato della Sacra Scrittura. Anzi, la lettura “teologica” della Bibbia viene guardata dal movimento quasi con sospetto, perché ritenuta troppo intellettualistica e poco efficace (così Favale, “Comunità nuove nella Chiesa”, Messaggero, Padova 2003).

Dall’altro, la liturgia nelle celebrazioni neocatecumenali presenta delle singolarità che hanno sovente dato luogo a critiche e contestazioni e tuttora sono sotto l’esame dei liturgisti. Particolare importanza è data alla celebrazione dell’eucaristia. Le celebrazioni eucaristiche (che per Statuto devono essere aperte a tutti i fedeli) si svolgono ordinariamente nelle piccole comunità nel sabato dopo i primi vespri. Nel tentativo di rendere più partecipata e coinvolgente la messa, i neocatecumenali hanno fatto riemergere gli uffici (laici) del cantore, del lettore, dell’ostiario, del ministro straordinario dell’eucaristia (vedi ancora Favale, op. cit.). Inoltre, uno spazio forse eccessivo nell’ambito della liturgia viene dato alle ammonizioni dei fedeli, che finiscono quasi con il sovrastare l’omelia del sacerdote. Ne deriva una confusione di ruoli e di ministeri, che finisce con il relativizzare l’importanza del sacerdote officiante (che, ricordiamolo, nell’azione liturigica, è e rimane Figura Christi) e del suo ruolo di presidenza. Perplessità suscita, inoltre, la consuetudine di modificare (seppur temporaneamente e ai fini della celebrazione della messa vespertina del sabato) la struttura architettonica della chiesa, cambiando la posizione del fonte battesimale e dell’ambone, la forma e la dimensione dell’altare, nonché la scelta di utilizzare una croce astile simbolica e delle icone particolari elaborate dallo stesso Kiko, senza tener conto delle tradizioni e dello stile propri di ogni luogo (per queste considerazioni relative alla liturgia e alla disposizione degli arredi, cfr. A. Rovello, “La morale e i movimenti ecclesiali”, EDB, Bologna 2013, pagg. 125-126).

Frequenti le celebrazioni penitenziali, in cui, contrariamente a quel che comunemente si pensa, non viene proposta una confessione pubblica del peccato, ma semplicemente offerta la possibilità, nell’ambito di una celebrazione comunitaria, di accostarsi individualmente al sacramento della confessione. Spesso, infatti, si fa confusione tra la celebrazione penitenziale e gli “scrutini”, cioè quei momenti in cui i catecumeni vengono interrogati sulle loro scelte concrete e sul loro progresso morale e spirituale. Anche se non sempre gli scrutini si svolgono, invero, nel rispetto del “foro interno” dell’esaminando, come sarebbe invece doveroso (così Favale), si tratta comunque di momenti distinti dalle celebrazioni penitenziali.

Al di là degli aspetti liturgici e pastorali, elementi di criticità sono stati rilevati anche sotto il profilo della concezione morale. Dall’analisi delle catechesi proposte da Kiko risulta, infatti, una visione estremamente pessimistica dell’uomo, incline ad accentuare il carattere penitenziale della conversione, con un linguaggio che privilegia il tema della paura della morte, della solitudine e del peccato, piuttosto che la grande forza dell’amore di Dio. Dal che deriva una concezione estremamente rigorista della morale e in particolare della morale sessuale. Ma pur con i riscontrati elementi di criticità, che meritano senz’altro approfondimento e richiedono discernimento pastorale, il Cammino neocatecumenale è presente oggi in tutti e cinque i continenti, e precisamente in più di 900 diocesi, per un totale di oltre 20000 comunità in 6000 parrocchie. La continua crescita del Cammino interroga tutta la comunità cristiana sull’efficacia e al contempo sui limiti dei metodi della cosiddetta “nuova evangelizzazione”.

Sono presenti 21 commenti

Anonimo ha detto...

Articolo pressappochista che riporta inesatte di altri... altra occasione persa...

Anonimo ha detto...

http://www.antoniosocci.com/2013/05/la-gemma-di-kiko-arguello/?utm_source=feedburner&utm_medium=email&utm_campaign=Feed%3A+LoStraniero+%28Lo+Straniero+-+Il+blog+di+Antonio+Socci%29

Anonimo ha detto...

Quello che veniva fatto nei primi secoli, è semplice questo.

http://it.cathopedia.org/wiki/Catecumenato

il conoscere, apprendere, vivere, Dopo il battesimo la formazione continuava...

Famiglia Perversi ha detto...

Sig. Bartolo Salone, io prima di scrivere un articolo mi informerei meglio. Lei cita 4-5 volte la stesa fonte d'informazione ( per le critiche) non sarebbe il caso di approfondire un pò di più la cosa, prima di pubblicare un articolo? e comunque ha dimenticato di dire che anche le catechesi che lei definisce di morale estremamente pessimistica dell'uomo, in realtà per anni sono state spulciate, lette e rilette dai responsabili dei dicasteri interessati e alla fine sono state approvate. Non solo approvate ma hanno avuto l'ottima idea di avvallare centinaia di pensieri morali (per lei pessimisti) citando i relativi articoli del catechismo della chiesa cattolica che li riguarda. Comunque non importa, era solo una piccola precisazione figlia forse del mio personale carattere. Grazie e Pace!

Anonimo ha detto...

questi sono gli scrutini... tutto ciò che avvenive nei primi secoli...
leggete!

"Questo giorno si chiama Feria del Grande Scrutinio, perché nella Chiesa Romana, dopo aver avute le debite informazioni e fatti gli esami si procedeva all'ammissione al Battesimo della maggior parte dei Catecumeni. "

http://www.unavoce-ve.it/pg-quaresima-mer4.htm

Anonimo ha detto...

Tra i movimenti ecclesiali che sono stati in forte ascesa con il Papa tedesco c’è sicuramente il Cammino neocatecumenale fondato dal pittore spagnolo Kiko Argüello. Sotto il regno di Benedetto XVI, nel 2008, il movimento ha ottenuto l’approvazione definitiva dello statuto dal Pontificio Consiglio per i Laici e nel 2010, da parte dello stesso dicastero vaticano, il placet per il “Direttorio catechetico”. Papa Francesco condivide moltissimi aspetti del cammino in particolare la missio ad gentes ovvero l’impegno per l’evangelizzazione dei Paesi che ancora non conoscono il messaggio cristiano. C’è grande sintonia tra la preoccupazione di Bergoglio di uscire dalle sagrestie per andare verso le “periferie dell’esistenza” e l’impegno missionario degli uomini di Kiko. È questo, infatti, l’invito che Francesco sta continuamente facendo ai vescovi e ai sacerdoti di tutto il mondo nei suoi interventi in questi primi due mesi di pontificato.

Il Papa argentino è decisamente favorevole ai movimenti ecclesiali, ma non ama i cristiani “inamidati”, quelli che egli stesso definisce “di buone maniere, ma con cattive abitudini”. “Una volta – raccontò Bergoglio – mi si avvicinò un uomo che mi disse: ‘Io sono molto cattolico, padre, faccio parte di questa associazione e di quell’altra’. ‘Dimmi – replicò il futuro Papa – hai domestici a casa?’ ‘Sì, padre’. ‘E li paghi normalmente o in nero?’ ‘Va bene, padre, se uno si mette a fare tali domande, è chiaro…’”.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/05/19/santegidio-cl-neocatecumenali-chi-sale-e-chi-scende-con-papa-francesco/599020/

Anonimo ha detto...

http://www.zenit.org/it/articles/il-cammino-neocatecumenale-in-missione-per-il-mondo

ROMA, lunedì, 17 gennaio 2011 (ZENIT.org).- L’approvazione del Direttorio Catechetico del Cammino Neocatecumenale da parte delle competenti autorità della Santa Sede è un atto storico che conferma la bontà della liturgia, della catechesi e delle opere della Fondazione di beni spirituali che conta circa un milione di aderenti.

Lo ha detto Kiko Arguello, fondatore del Cammino Neocatecumenale, nel corso di una conferenza che ha fatto seguito all’incontro con il Pontefice Benedetto XVI che si è svolta questo lunedì a Roma, nei pressi della Porta Angelica che introduce in Vaticano.

Il fondatore del Cammino, ha raccontato il lungo cammino personale e della Fondazione per arrivare a questo riconoscimento.

Anonimo ha detto...

Nonostante le accuse rivelatesi false, di dividere le comunità parrocchiali, di entrare in conflitto con la pastorale di alcuni parroci e Vescovi, il Cammino neocatecumenale è cresciuto in maniera incredibile riempiendo chiese e seminari, con famiglie numerose che sempre di più si offrono per portare la missione cattolica nel mondo.

I neocatecumenali sono presenti in 1320 diocesi di 110 Paesi nei cinque continenti, con 20.000 comunità attive in seimila parrocchie. Solo a Roma il Cammino è presente in 100 parrocchie e 500 comunità. A Madrid sono presenti, invece, in 85 parrocchie e 300 comunità.

Anonimo ha detto...


Inoltre nell’incontro avuto con il Pontefice Benedetto XVI nella Basilica di S. Pietro, il 10 gennaio 2009, in occasione dei 40 anni dalla nascita della prima comunità neocatecumenale a Roma nella Parrocchia di N. Signora del SS.mo Sacramento e dei Santi Martiri Canadesi, Kiko presentò al Santo Padre le prime 14 comunità di Roma disposte a lasciare la loro parrocchia, dove avevano concluso l’itinerario neocatecumenale, per andare in missione, su invito dei parroci, in zone periferiche difficili: quartieri spesso umanamente degradati, con molta violenza, droga, famiglie distrutte, immigrati di recente, dove la Chiesa fa fatica ad incidere e ad aiutare le persone.

L’efficacia e la forza della catechesi del Cammino è dimostrata anche dalla apertura di 78 seminari diocesani missionari “Redemptoris Mater”, di cui 37 in Europa, 26 in America, 7 in Asia, 6 in Africa, e 2 in Australia.

Anonimo ha detto...


Si tratta di famiglie che, attraverso l’annuncio del Vangelo e un itinerario di iniziazione cristiana di diversi anni, sono state ricostruite, hanno riscoperto il dono della comunione, e per questo si sono aperte alla vita, e che per gratitudine a Dio ed alla Chiesa si offrono per andare dove un Vescovo veda il bisogno della testimonianza di una famiglia cristiana.

Per comprender l’efficacia del Cammino, Kiko ha raccontato la sua esperienza di vita, quando ateo, comunista estremista, con la testa piena di pregiudizi contro la Chiesa ed il cristianesimo, era giunto ad un punto che voleva suicidarsi.

Poi tre anni passati vicini ai più poveri tra i poveri nella baraccopoli di Palomeres Altas a Madrid gli permisero di trovare la fede e iniziare il Cammino neocatecumenale.

La domanda a cui dobbiamo rispondere tutti, anche Vescovi e Cardinale, ha detto Kiko, è “che cosa significa essere cristiani oggi?”.

E non si tratta di rispondere con filosofie o citazioni di libri, ma con la convinzione profonda che il cristianesimo è la religione dell’amore.

Anonimo ha detto...

“Amatevi come io vi ho amato”, ha detto Gesù, e solo il suo grandissimo amore ci dà la forza per superare le sofferenze e la morte.

“La fede in Gesù Cristo ci dà la vita eterna – ha sottolineato Kiko – e possiamo riconquistare coloro che hanno lasciato la Chiesa o che non l’hanno mai conosciuta solo con la bellezza dell’amore che caratterizza le nostre comunità”.

Anonimo ha detto...

http://www.antoniosocci.com/2013/05/la-gemma-di-kiko-arguello/?utm_source=feedburner&utm_medium=email&utm_campaign=Feed%3A+LoStraniero+%28Lo+Straniero+-+Il+blog+di+Antonio+Socci%29

Bartolo Salone ha detto...

Quale autore dello scritto, tengo a precisare che non ci sono in me ragioni di ostilità verso il movimento catecumenale e i loro aderenti. L'impegno per l'evangelizzazione profuso dai neocatecumenali è lodevole e l'efficacia del metodo proposto da Kiko è indiscutibile. Tuttavia, l'etica neocatecumenale e lo "stile" liturgico hanno suscitato in passato e tuttora continuano a suscitare presso liturgisti e teologi parecchie domande e perplessità, che per onestà intellettuale e completezza della ricerca non potevano essere omesse.
E' vero che molte delle critiche avanzate in passato, spesso da personaggi autorevoli (come Enrico Zoffoli o mons. Landucci, di cui è in corso attualmente la causa di beatificazione), risultano in parte superate dai più recenti riconoscimenti pontifici e dall'approvazione degli Statuti del Cammino da parte del Pontificio Consiglio per i laici. E' vero che, sotto l'impulso e l'espressa richiesta delle competenti autorità ecclesiastiche, alcuni aspetti della liturgia neocatecumenale sono stati rivisti e corretti e il contenuto delle Catechesi aggiornato. E' pur vero però che alcune questioni rimangono ancora da approfondire e da chiarire.
Mi sento infine di fare un'ultima precisazione, in relazione ad alcuni commenti ricevuti, in cui viene affermato in maniera inesatta che il Direttorio catechetico neocatecumenale sarebbe stato approvato. In reltà i contenuti del Direttorio catechetico (un'opera in 14 volumi che raccoglie le catechesi proposte dai fondatori) sono tuttora sotto esame da parte dei competenti dicasteri vaticani, tant'è che i relativi testi non sono mai stati ufficilmente pubblicati. Ad essere stati approvati finora, da quel che mi risulta, sono soltanto gli Statuti e non il Direttorio. Il dibattito sul contenuto del pensiero di Kiko sotto il profilo teologico e morale, allo stato attuale, mi pare pertanto che non possa subire preclusioni di sorta. Fermo restando il peculiare carisma del personaggio e del movimento da lui creato, che la Chiesa ha riconosciuto e che mi guarderei ovviamente dal mettere in discussione.
Per conoscere meglio il Cammino e le questioni brevemente rassegnate nell'articolo, consiglio ai lettori di dare un'occhiata all'approfondita e pregevole voce di Cathopedia, intitolata "Cammino neocatecumenale", http://it.cathopedia.org/wiki/Cammino_neocatecumenale#cite_ref-42

Bartolo Salone

Un NC ha detto...

Mi dispiace dissentire sulla mancata approvazione del Direttorio. Ciò è avvenuta oramai dal dicembre 2010, può leggere il decreto di approvazione qua: http://www.camminoneocatecumenale.it/new/default.asp?lang=it&page=direttorio

La CDF, o vecchio "Sant'Uffizio", ha il compito di esaminare gli scritti, a cui apporre un divieto o una concessione alla pubblicazione, con riferimento alla Dottrina Cattolica. Molti sono stati nella storia i libri vietati, il Direttorio del CNC invece è conforme alla Dottrina Cattolica. L'avvenuta approvazione alla pubblicazione consentirebbe al CNC di fregiarsi di un bollino di "placet" che lo metterebbe a riparo da qualunque discussione e cattiva interpretazione, ma ha ritenuto di non procedere alla pubblicazione cartacea, bensì a quella orale, in quanto "fare catechesi" orali, equivale a renderle pubbliche, e poichè la predicazione viene dall'Annuncio della Buona Notizia, è l'annuncio orale che predilige. e può stare sicuro che tali catechesi sono riportate fedelmente, a norma dell'art.29 comma 5 dello statuto, anzi il più delle volte ci è contestato il contrario, cioè di fare affidamento solo a quelle.

Ma nel complesso, eccetto quanto scritto sopra, ritengo l'articolo pacato ed obiettivo, proprio perchè riconosce difficoltà che devono essere ancora puntualizzate, migliorate, armonizzate, scelga lei, ma che, partendo dall'assunto che il CNC è un dono dello Spirito Santo come detto da Benedetto XVI, possono essere superate tranquillamente senza snaturare il CNC, ma dando garanzie che quanto vien fatto, fa parte di una specificità che non vuol essere divisione, ne essere unica scelta, nè settarizzazione.

Ho apprezzato inoltre quanto da lei scritto sulle penitenziali: non sono infatti assolutamente delle confessioni pubbliche, di comunitario c'è l'ascolto della Parola, che converte ed interroga, e poi c'è la confessione individuale, con assoluzione individuale. Anche statisticamente parlando, potrà verificare che mediamente chi fa il CNC, si confessa di più di chi non lo fa. e il fatto di aver abbandonato il sacramento della Riconciliazione è uno dei motivi principali della scarsa Fede in generale, parlo anche per me.
Saluti

Bartolo Salone ha detto...

La ringrazio della precisazione, che aggiunge un elemento di chiarezza e di conoscenza in più sul fenomeno neocatecumenale.
Capisco che il movimento neocatecumenale sia stato più volte fatto oggetto di accuse di eterodossia, ma nell'articolo (lo sottolineo onde evitare fraintendimenti da parte dei lettori) non sono stati espressi affatto giudizi sull'ortodossia o sull'eresia del movimento o delle catechesi proposte.
Una volta che il Direttorio ha ottenuto le debite approvazioni (cosa che sinceramente ignoravo), però, mi stranisce il fatto che il CNC non abbia sentito il bisogno di curarne una pubblicazione ufficiale. Non metto in dubbio che le catechesi orali proposte ai neocatecumeni ne rispecchino fedelmente i contenuti, ma una pubblicazione scritta favorirebbe la conoscenza del movimento, della sua specificità e del suo carisma anche a chi non fa parte del Cammino e agevolerebbe non poco l'opera degli studiosi. Auspico quindi che i responsabili del movimento vogliano in un futuro non troppo lontano provvedere in tal senso.
Per il resto ricambio i saluti e la manifestazione di apprezzamento.

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo su tutti i comment precedenti. Il cammino neocatecumenale apre veramente alla conversione. Il fatto che non ci sono pubblicazioni scritte dipende dal fatto che la vera morale cristiana non è comunemente e facilmente accettata perché scomoda Pertanto scandalizzerebbe i più.
L'unica cosa che mi lascia perplessa sono gli scutini e la violazione del foro interno. Questo avviene eccome!! Non si può prescindere dalle persone negli scrutini, Il catechista é pur sempre un uomo e spesso impreparato. Si porta dietro il suo bagaglio di conflitti. E' come quando a scuola ti capita un cattivo professore. Te lo tieni e lo subisci. Se lui vuole sapere una cosa per forza ti violenta nella coscienza. A te non resta che andartene da un'altra parte se non vuoi rispondere. Lui rimane comodamente a casa sua, spesso stupito che te ne sei andato. Per il resto io debbo al cammino la mia conversione profonda.

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Anonimo ha detto...

io penso che si debba molto ancora fare severo discernimento sul cammino n.c. perché ho l impressione che sia una chiesa trasversale ,chissà tra un po' cosa verrà fuori, ci sono interessi in ballo ,col favore di vescovi compiacenti...attendo eventi.

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