Un ritratto inatteso delle nostre metropoli, è un'entità a metà tra una stella e un social network
Trovata la formula matematica per costruire la città 'perfetta'. Questo modello teorico, che conquista la copertina di Science, racchiude tutte le dinamiche sociali, economiche e urbanistiche delle moderne aree urbane ed è stato messo a punto in vista dello straordinario sviluppo delle città, nelle quali si calcola che entro il secolo si concentrerà l'intera popolazione mondiale. Infrastrutture, criminalità, ricchezza degli abitanti e ingegnosità espressa dal numero di brevetti depositati: sono molteplici i fattori presi in considerazione dal modello matematico sviluppato da Luis Bettencourt, docente del Santa Fe Institute nel Nuovo Messico, con l'obiettivo di migliorare lo sfruttamento del suolo e la pianificazione urbana. Quello che emerge è un ritratto inatteso delle nostre metropoli e del modo in cui crescono e funzionano: non più paragonabili a organismi viventi, formicai o sistemi fluviali, le nostre città sono entità del tutto nuove, a metà strada tra una stella e un social network.
''Una città è prima di tutto un reattore sociale'', spiega Bettencourt. ''Funziona come una stella, perché attrae persone e accelera le interazioni e gli output sociali proprio come le stelle comprimono la materia bruciando più velocemente e in maniera più luminosa tanto più sono grandi''. D'altro canto, continua l'esperto, le città sono come enormi social network, fatti non tanto dalle persone quanto dalle loro interazioni, che avvengono a loro volta in altri network (sociali, spaziali, infrastrutturali) che consentono a cose, informazioni e persone di incontrarsi nello spazio urbano.
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Trovata la formula matematica per costruire la città 'perfetta'. Questo modello teorico, che conquista la copertina di Science, racchiude tutte le dinamiche sociali, economiche e urbanistiche delle moderne aree urbane ed è stato messo a punto in vista dello straordinario sviluppo delle città, nelle quali si calcola che entro il secolo si concentrerà l'intera popolazione mondiale. Infrastrutture, criminalità, ricchezza degli abitanti e ingegnosità espressa dal numero di brevetti depositati: sono molteplici i fattori presi in considerazione dal modello matematico sviluppato da Luis Bettencourt, docente del Santa Fe Institute nel Nuovo Messico, con l'obiettivo di migliorare lo sfruttamento del suolo e la pianificazione urbana. Quello che emerge è un ritratto inatteso delle nostre metropoli e del modo in cui crescono e funzionano: non più paragonabili a organismi viventi, formicai o sistemi fluviali, le nostre città sono entità del tutto nuove, a metà strada tra una stella e un social network.
''Una città è prima di tutto un reattore sociale'', spiega Bettencourt. ''Funziona come una stella, perché attrae persone e accelera le interazioni e gli output sociali proprio come le stelle comprimono la materia bruciando più velocemente e in maniera più luminosa tanto più sono grandi''. D'altro canto, continua l'esperto, le città sono come enormi social network, fatti non tanto dalle persone quanto dalle loro interazioni, che avvengono a loro volta in altri network (sociali, spaziali, infrastrutturali) che consentono a cose, informazioni e persone di incontrarsi nello spazio urbano.
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