I dati sulla disoccupazione giovanile son preoccupanti anche negli Stati Uniti.
E allora il sindaco di New York Michael Bloomberg lancia una provocazione: scegliere di fare lavori manuali può essere una scelta migliore che andare all'Università.
Francesca Forcella, da New York
Il sindaco di New York è famoso per le sue prese di posizione provocatorie. Dal divieto di fumare nei luoghi pubblici fino alla proposta di vietare la vendita di bevande gassate oversize (che non è passata), le sue idee, spesso criticate, sono state alla fine accettate dall’opinione pubblica. Ma questa volta Bloomberg l’ha fatta grossa, mettendo in dubbio uno dei pilastri del modo di pensare americano secondo cui, costi quel che costi, la laurea è la chiave per l’avanzamento sociale e per trovare un buon lavoro.
I fatti: nel suo programma radiofonico del venerdì Bloomberg ha suggerito che gli studenti mediocri farebbero meglio a puntare sui lavori manuali. Un idraulico inizia la sua carriera con un salario più alto rispetto a uno studente appena uscito dall’università dopo aver speso 40-50 mila dollari l’anno e magari aver accumulato debiti. E per di più il lavoro di un idraulico non può essere esportato all’estero e non sarà mai rimpiazzato da un computer, ha detto Bloomberg.
Sono dichiarazioni provocatorie perché il conseguimento di un titolo di studio superiore negli Stati Uniti è uno status symbol molto di più che in Italia. Qui le famiglie, appena nasce il bambino, iniziano a risparmiare per pagare le fenomenali rette universitarie e se mancano i soldi sono gli stessi ragazzi a chiedere prestiti prima di iniziare il college, prestiti che impiegano dieci, quindici anni a estinguere. Il problema è che in questa economia molti giovani laureati si ritrovano non solo con i debiti (negli USA 986 miliardi di dollari in totale) ma anche senza lavoro.
Da qui la presa di posizione di Bloomberg (n.d.r le sue figlie hanno entrambe frequentato il fior fiore dei college americani).
Due le scuole di pensiero: con Bloomberg imprenditori, uomini d'affari e self-made men che credono in un percorso “non lineare” e prendono ad esempio Steve Jobs, Bill Gates o Marck Zuckenberg. L’ultimo idolo dei non laureati è David Karp, amministratore delegato di Tumblr che ha venduto a Yahoo la piattaforma per blog per un miliardo di dollari: Karp non aveva neanche finito il liceo. In disaccordo con Bloomberg ci sono tutti coloro che - dati alla mano - sono convinti che l’istruzione sia ancora - se non l’unico strumento - un tassello importantissimo per garantirsi un buon futuro. Secondo loro non è un caso che in America gli Stati e le città con il più alto numero di laureati hanno anche la più bassa percentuale di disoccupati (3.3 % il tasso ufficiale di disoccupazione fra i laureati fra i 25 e i 34 anni).
Tutti però sono d’accordo: é un mercato in rapida evoluzione e le competenze richieste cambiano velocemente. L’educatore di Harvard Tony Wagner ha riassunto così questa tendenza:”Al mercato globale non importa quanto sai, ma cosa riesci a fare con ciò che sai”. Ai datori di lavoro del ventunesimo secolo i candidati devono dimostrare di poter aggiungere valore all’azienda. Poco importa se le competenze vengono acquisite all’Università, con l’home schooling (istruzione fai da te a casa) o con i corsi on line.
Francesca Forcella, da New York
Il sindaco di New York è famoso per le sue prese di posizione provocatorie. Dal divieto di fumare nei luoghi pubblici fino alla proposta di vietare la vendita di bevande gassate oversize (che non è passata), le sue idee, spesso criticate, sono state alla fine accettate dall’opinione pubblica. Ma questa volta Bloomberg l’ha fatta grossa, mettendo in dubbio uno dei pilastri del modo di pensare americano secondo cui, costi quel che costi, la laurea è la chiave per l’avanzamento sociale e per trovare un buon lavoro.
I fatti: nel suo programma radiofonico del venerdì Bloomberg ha suggerito che gli studenti mediocri farebbero meglio a puntare sui lavori manuali. Un idraulico inizia la sua carriera con un salario più alto rispetto a uno studente appena uscito dall’università dopo aver speso 40-50 mila dollari l’anno e magari aver accumulato debiti. E per di più il lavoro di un idraulico non può essere esportato all’estero e non sarà mai rimpiazzato da un computer, ha detto Bloomberg.
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Due le scuole di pensiero: con Bloomberg imprenditori, uomini d'affari e self-made men che credono in un percorso “non lineare” e prendono ad esempio Steve Jobs, Bill Gates o Marck Zuckenberg. L’ultimo idolo dei non laureati è David Karp, amministratore delegato di Tumblr che ha venduto a Yahoo la piattaforma per blog per un miliardo di dollari: Karp non aveva neanche finito il liceo. In disaccordo con Bloomberg ci sono tutti coloro che - dati alla mano - sono convinti che l’istruzione sia ancora - se non l’unico strumento - un tassello importantissimo per garantirsi un buon futuro. Secondo loro non è un caso che in America gli Stati e le città con il più alto numero di laureati hanno anche la più bassa percentuale di disoccupati (3.3 % il tasso ufficiale di disoccupazione fra i laureati fra i 25 e i 34 anni).
Tutti però sono d’accordo: é un mercato in rapida evoluzione e le competenze richieste cambiano velocemente. L’educatore di Harvard Tony Wagner ha riassunto così questa tendenza:”Al mercato globale non importa quanto sai, ma cosa riesci a fare con ciò che sai”. Ai datori di lavoro del ventunesimo secolo i candidati devono dimostrare di poter aggiungere valore all’azienda. Poco importa se le competenze vengono acquisite all’Università, con l’home schooling (istruzione fai da te a casa) o con i corsi on line.
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