Martin Lewis sostiene che il tasso di fecondità ha subito un calo a causa della televisione.
Secondo i dati raccolti da alcuni istituti di statistica, nel mondo si starebbe verificando una riduzione generalizzata del tasso di fecondità totale. Per “tasso di fecondità” di un Paese si intende il rapporto tra il numero delle donne fertili (tra i 14 e i 49 anni) e il numero dei figli. Vengono messi al mondo pochi bambini anche nei Paesi in via di sviluppo, in molti casi anche meno di quanti se ne fanno nei Paesi industrializzati.
In Italia il tasso di fecondità è assai basso: 1,39 figli in media dal 2008 al 2011. Mentre è altissimo in alcune zone dell'Africa: in Niger la media è di 8 figli per donna. Tuttavia, molti Paesi che fino a poco tempo fa registravano un ingente tasso di fecondità si sono ridimensionati. Ce ne sono altri invece, come il Cile, il Brasile e la Thailandia, il cui tasso di fecondità è inferiore a quello di Francia, Norvegia e Svezia. In sintesi possiamo affermare che il tasso di fecondità è in calo in tutto il mondo: in alcuni casi si tratta di una lieve flessione, mentre in altri si tratterebbe di un divario più evidente.
Questo stato di cose, secondo Martin Lewis, sembrerebbe in parte causato dalla televisione. Lewis è professore di storia all'Università di Stanford in California e ha analizzato il calo di fecondità globale (ponendo attenzione soprattutto all'India) per capire quali sono i fattori che portano una società in via di sviluppo a dare alla luce meno figli. Per compiere la sua ricerca, il professore ha messo a confronto alcune mappe sociali - come quella da cui si evince il tasso di istruzione femminile nelle diverse regioni indiane - con la mappa dove le stesse regioni vengono lette secondo il tasso di fecondità: dall'analisi è emerso che non sempre nelle regioni dove l'alfabetizzazione femminile è maggiore, è minore la fecondità.
A questo proposito Lewis sostiene che uno dei fattori che più di altri avrebbe contribuito al calo della fecondità è la televisione. Stando ai risultati delle sue ricerche è risultato che nelle regioni indiane caratterizzate da un tasso di fecondità più basso, è particolarmente alta l'esposizione del pubblico femminile ai programmi televisivi.
Ricollegandosi a uno studio che analizza la situazione del Brasile negli anni 1970-1991, Lewis ha rilevato una connessione tra trasmissione di telenovelas e calo del tasso di fecondità. E questo non non è dovuto al fatto che la televisione distragga dai doveri coniugali, ma perché le telenovelas e le serie tv, pensati per il pubblico femminile, tendono a presentare un tipo di famiglia non tradizionale e con un minor numero di figli. Questi programmi inoltre propongono figure femminili inserite in un contesto di maggiore emancipazione sociale e di adesione a nuovi stili di vita, inducendo il pubblico, soprattutto quello meno colto, ad adottarli come modelli da imitare.
Secondo i dati raccolti da alcuni istituti di statistica, nel mondo si starebbe verificando una riduzione generalizzata del tasso di fecondità totale. Per “tasso di fecondità” di un Paese si intende il rapporto tra il numero delle donne fertili (tra i 14 e i 49 anni) e il numero dei figli. Vengono messi al mondo pochi bambini anche nei Paesi in via di sviluppo, in molti casi anche meno di quanti se ne fanno nei Paesi industrializzati.
In Italia il tasso di fecondità è assai basso: 1,39 figli in media dal 2008 al 2011. Mentre è altissimo in alcune zone dell'Africa: in Niger la media è di 8 figli per donna. Tuttavia, molti Paesi che fino a poco tempo fa registravano un ingente tasso di fecondità si sono ridimensionati. Ce ne sono altri invece, come il Cile, il Brasile e la Thailandia, il cui tasso di fecondità è inferiore a quello di Francia, Norvegia e Svezia. In sintesi possiamo affermare che il tasso di fecondità è in calo in tutto il mondo: in alcuni casi si tratta di una lieve flessione, mentre in altri si tratterebbe di un divario più evidente.
Questo stato di cose, secondo Martin Lewis, sembrerebbe in parte causato dalla televisione. Lewis è professore di storia all'Università di Stanford in California e ha analizzato il calo di fecondità globale (ponendo attenzione soprattutto all'India) per capire quali sono i fattori che portano una società in via di sviluppo a dare alla luce meno figli. Per compiere la sua ricerca, il professore ha messo a confronto alcune mappe sociali - come quella da cui si evince il tasso di istruzione femminile nelle diverse regioni indiane - con la mappa dove le stesse regioni vengono lette secondo il tasso di fecondità: dall'analisi è emerso che non sempre nelle regioni dove l'alfabetizzazione femminile è maggiore, è minore la fecondità.
A questo proposito Lewis sostiene che uno dei fattori che più di altri avrebbe contribuito al calo della fecondità è la televisione. Stando ai risultati delle sue ricerche è risultato che nelle regioni indiane caratterizzate da un tasso di fecondità più basso, è particolarmente alta l'esposizione del pubblico femminile ai programmi televisivi.
Ricollegandosi a uno studio che analizza la situazione del Brasile negli anni 1970-1991, Lewis ha rilevato una connessione tra trasmissione di telenovelas e calo del tasso di fecondità. E questo non non è dovuto al fatto che la televisione distragga dai doveri coniugali, ma perché le telenovelas e le serie tv, pensati per il pubblico femminile, tendono a presentare un tipo di famiglia non tradizionale e con un minor numero di figli. Questi programmi inoltre propongono figure femminili inserite in un contesto di maggiore emancipazione sociale e di adesione a nuovi stili di vita, inducendo il pubblico, soprattutto quello meno colto, ad adottarli come modelli da imitare.
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