domenica, giugno 23, 2013
In Brasile oggi il discorso alla nazione della presidente Rousseff, per calmare le proteste e scongiurare nuove violenze. Ma le promesse di provvedimenti per migliorare la condizione economica e sociale del paese non placano l’indignazione dei cittadini. Annunciate nuove manifestazioni in 32 città.

Radio Vaticana - Ha tentato di gettare acqua sul fuoco delle rivolte che da due settimane sconvolgono il Brasile: la presidente Rousseff, oggi, nel suo discorso alla nazione a reti unificate ha annunciato provvedimenti per migliorare i servizi pubblici, aumentare il numero di medici, reclutandoli addirittura all'estero per tamponare le carenze della sanità, mettere in campo un piano per la mobilità. Fermo, però, anche l’avvertimento a non tollerare più le violenze pur nella volontà di ascoltare la piazza. Annunciato il pugno di ferro se le rivolte dovessero di nuovo infiammarsi senza controllo. Ma promesse e minacce per ora non hanno sortito gli effetti sperati: i promotori delle proteste hanno già annunciato che non si fermeranno; programmate manifestazioni e cortei in almeno 32 città del paese. ''Niente giustifica la violenza e la distruzione'', hanno dal canto loro affermato i vescovi locali che esprimono 'solidarietà' a quanti manifestano pacificamente contro corruzione, impunità e mancanza di trasparenza. Intanto, uno degli eventi sportivi che ha scatenato la furia dei manifestanti per i suoi costi, la Confederations Cup, va avanti: sotto la protezione di esercito e polizia, Italia e Brasile si affrontano a Salvador de Bahia, dove è stato già annunciato un corteo di protesta.

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