giovedì, giugno 13, 2013
La proposta di un gruppo di economisti di disertare i bar o gli esercizi dove troneggiano le slot machine apre un dibattito su più fronti che coinvolge sia la società civile che gli studiosi. Intervista a Alessandro De Lisi,direttore del “Progetto san Francesco”, centro studi contro le mafie promosso dalla Cisl

Città Nuova - Di fronte ad uno Stato che decide di non fermare ma di incentivare la diffusione del gioco d’azzardo, possono incidere politicamente le scelte dei cittadini che decidono di premiare, con il loro acquisto, i bar e gli altri esercizi pubblici virtuosi? La proposta degli economisti civili, rilanciata da Luigino Bruni su alcuni organi di stampa, ha avviato un dibattito pubblico dove è frequente ascoltare tesi opposte: c'è chi associa l’apertura di un casinò in un territorio ad un'occasione di sviluppo economico e quindi alla creazione di posti di lavoro, c'è chi vi vede invece una rovina . Per un confronto su queste tesi abbiamo sentito Alessandro De Lisi, direttore del “Progetto san Francesco”, centro studi sociali che al contempo si propone di essere un «movimento culturale, federale e popolare, che si pone a sostegno del sindacato, della responsabilità sociale, della contrattazione e del contrasto alle mafie nel mondo del lavoro». Il progetto è dedicato a Nino Caponnetto, storica guida del pool antimafia di Palermo, e vede la partecipazione delle federazioni sindacali della Cisl assieme a esponenti delle istituzioni locali e nazionali, nonché del mondo imprenditoriale e dell’informazione .

Che potere effettivo può avere un’azione di cittadinanza responsabile come quella proposta dagli esponenti dell’economia civile? 

«Ogni azione non violenta e diretta al cuore delle speranze e dei bisogni della povera gente ha tante possibilità di riuscita pari a quanti saranno disponibili a non essere tiepidi, a schierarsi e a non cercare il nascondino migliore per giudicare e lamentarsi del prossimo. “A che servono le mani pulite se si tengono in tasca?”, diceva Don Milani. Oggi potremmo dire: a che servono le buone idee e il soddisfacente sentimento di appartenere alla parte buona della società se non si lotta per regalare al prossimo, che ancora non conosci, le tue stesse opportunità?».

Quale forma di premialità concreta potrebbe aiutare gli esercenti responsabili ?

«Le mafie oggi si alterano, cambiano sembianze ma rimangono sempre le stese arcaiche e storiche organizzazioni basate sulla violenza, lo sfruttamento e il ricatto come fattori ideologici. Esse operano sempre per il raggiungimento del massimo potere sociale ed economico, fondamentali per governare il consenso sociale e politico, per aumentare il controllo del territorio in cui intendono operare e prosperare. Il mondo del lavoro è la linea del nuovo fronte da dove passa la lotta tra mafie e Stato, quindi il gioco alle slot machine, come i compro oro o i money transfer possono essere gli sportelli dove scambiare speranze disperate e bisogni con promesse e favori, aumentando il clientelismo e i ricatti. Le forme per premiare chi chiude la porta ai ricatti e alle promesse dei clan sono molte, ma potremmo partire dalla defiscalizzazione a sostegno della responsabilità sociale: “più sei responsabile e sostenibile culturalmente e socialmente meno tasse comunali paghi”. Un welfare del buon senso».

Ma realisticamente come si può davvero affrontare le strategie delle grandi società che incentivano la diffusione del gioco d’azzardo?

«Si può agire su più fronti. Obiezione di coscienza contro le slot machine, formazione popolare per il credito responsabile per le famiglie e per i lavoratori in difficoltà, coesione sociale fortissima a sostegno di chi vuole dire no e denunciare le pressioni purtroppo inevitabili degli usurai. Noi sosteniamo la promozione delle Istituzioni e le leggi che governano la Repubblica, quindi fino a prova contraria dobbiamo rispettare il volere del legislatore».

E, quindi, quale provvedimento immediato dovrebbe adottare il Parlamento?

«Il Parlamento deve cambiare, con urgenza, l’immorale legge che consente la diffusione capillare di strumenti di gioco, facendo rientrare all'interno dei casinò la ricerca della fortuna e slot machine. Noi, qua fuori, così potremo tornare a prendere un caffè sano e profumato d legalità. Noi dobbiamo far capire che la fortuna è un'idea limitata di immaginare la propria condizione, dobbiamo appunto operare per allargare l'orizzonte sociale alla solidarietà interventista. Con l'aiuto della Provvidenza».

                                                                                                                                di Carlo Cefaloni

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