giovedì, luglio 25, 2013
Due voci fosche sul futuro dell’Italia

di Simona Santullo

Beppe Grillo è impegnato nel suo prossimo tour-show e il M5S deve affrontare senza di lui la dura realtà politica italiana. A intervenire quindi è Gianroberto Casaleggio, cofondatore del Movimento, che intervistato da Gianluigi Nuzzi dichiara che in Italia, nei prossimi mesi, potrebbero esserci “situazioni difficilmente controllabili dal punto di vista dell’ordine pubblico” causate dall’attuale crisi economica, da cui il nostro paese proprio non riesce a uscire. Casaleggio anticipa quindi scenari a dir poco spiacevoli per l’Italia, scenari che purtroppo sono confermati anche dal presidente della giunta regionale campana Stefano Caldoro, che a margine della visita dei ministri Bray e Trigilia agli scavi di Pompei, spiazzando davvero tutti, ha dichiarato ai giornalisti che nel prossimo futuro sicuramente ci saranno rivolte popolari, e queste partiranno proprio da Napoli. Le dichiarazioni di Casaleggio si riferivano all’intero Paese, Caldoro invece indica il presunto epicentro della prossima rivolta: una Napoli esasperata, in fortissima tensione sociale per effetto di una povertà che aumenta e in preda ad un disagio sociale crescente che, secondo Caldoro, sfocerà in veri e propri disordini. Caldoro non dice quali siano gli elementi concreti in suo possesso, ma sembra essere pienamente convinto delle sue dichiarazioni. Un'altra mezza rivelazione la fa dicendo di essere in attesa di una risposta da parte del governo per un importante dossier sul lavoro, e aggiunge: «Mi auguro davvero che sia positiva» senza spiegare a quale dossier faccia riferimento.

Il timore di Casaleggio e di Caldoro di una definitiva rottura sociale è lo stesso conclamato dalla Uil, tanto che Anna Rea, segretario generale della Uil Campania, a voler confermare la gravità della situazione, aggiunge: «Registriamo le dichiarazioni di Caldoro come una presa d'atto seria e fondata di questa realtà difficile che diventa appello forte alle istituzioni tutte affinché prendano decisioni responsabili, ma allo stesso tempo la Uil auspica che anche Caldoro recuperi quelli che sono i "ritardi" della amministrazione locale».

Ad oggi, purtroppo, la situazione di tutta l’Italia e di tutti gli italiani è drammatica, e non lo è solo quella dei cittadini campani. Gli italiani, da nord a sud, si sono indebitati fino al collo, le aziende falliscono, noi e i nostri figli non avremo la pensione, i giovani non hanno lavoro, la gente per disperazione si toglie la vita, e le tante promesse di un futuro migliore sono solo parole.

La “casta” ha interesse a farci scannare tra poveri e il sistema economico attuale, che loro ci hanno imposto, ha come obiettivo il benessere di una minoranza interessata al potere e non il benessere della maggioranza dei cittadini. Volutamente ci hanno assoggettato a un forte impoverimento.

Caldoro e Casaleggio forse potrebbero aver ragione, forse l’Italia si sta “destando”, e se lo spirito di sommossa e disordine sociale dovesse crescere in tutto il Paese il popolo italiano sarebbe unito nella protesta e potrebbe riprendersi la propria sovranità; in fondo questo è il momento dello sdegno e della rabbia, il momento di andare in Parlamento a chiedere di conto. È importante però ricordare, e questo la storia lo insegna, che la rivoluzione la fa un popolo che ha uno scopo comune, mentre noi ancora non sappiamo bene qual è il nostro scopo comune. L’ipotesi di disordini sociali in un prossimo futuro deve essere presa in considerazione dai nostri politici, e anche con urgenza, perché sembra essere tutt’altro che una remota ipotesi. Bando alle chiacchiere, ormai davvero troppe, e ampio spazio ai fatti: ne abbiamo tutti un gran bisogno.


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