Segnali di distenzione tra Corea del Nord e Corea del Sud, forse la ripresa del dialogo
Radio Vaticana - Sono infatti ripresi da qualche giorno i colloqui sulla riapertura del complesso industriale di Kaesong, dove fino a tre mesi fa imprese sudcoreane operavano in territorio nordcoreano. Ma qual è il significato di questo passo diplomatico? Michele Raviart lo ha chiesto a Rosella Ideo, esperta ed analista geopolitica dell’Asia orientale: ascolta
R. – Kaesong ha rappresentato davvero, anche simbolicamente, questa cooperazione fra i due Paesi. E’ stato proprio il momento in cui uomini del Sud e uomini del Nord hanno in un certo senso collaborato, malgrado le ovvie restrizioni poste dal governo dei Kim.
D. – Quali sono le potenzialità di questa zona in chiave di riappacificazione?
R. – Kaesong doveva essere ancora migliorata in modo da creare i motivi di fiducia tra le due popolazioni. Naturalmente Kaesong è una zona industriale relativamente piccola, dove però c’erano oltre 120 piccole imprese sudcoreane, con duemila operai e circa 25 mila impiegati che lavoravano sia all’interno, sia con i subappalti... Soprattutto, c’erano 53 mila operai nordcoreani. Tutto questo ha portato a circa 90 milioni di dollari di guadagni.
D. - Il regime nordcoreano alterna momenti di tensione a momenti di distensione. Qual è invece la posizione della Corea del Sud?
R. – C’è da considerare che nel governo della signora Park, che è un governo conservatore, molti sono i "falchi" che vogliono continuare a mantenere un atteggiamento di durezza nei confronti del Nord, a meno che non si privi dell’arma nucleare che tra l’altro è l’unico atout di cui dispone la Corea del Nord. Quindi, questi rapporti sono molto tesi ed è difficile a questo punto vedere di chi è la colpa. C’è una mancanza totale di fiducia tra i due governi.
D. – Abbiamo parlato di nucleare. Come viene visto il problema sia dalla Corea del Sud sia, a questo punto, a livello internazionale?
R. - La questione nucleare è una questione che va vista nel contesto della geopolitica dell’Asia nordorientale e cioè degli interessi geopolitici delle grandi potenze, soprattutto degli Stati Uniti e della Cina. Gli Stati Uniti stanno tornando in Asia in forze. Stanno spostando tutte le forze militari in questo scacchiere e l’idea è di controllare in un certo senso la Cina. La Cina se ne rende perfettamente conto e non penso "mollerà" mai il regime dei Kim che la mette in imbarazzo molto spesso. La sfida sino-americana non permette a questa povera penisola di decidere da sola le sue sorti.
Radio Vaticana - Sono infatti ripresi da qualche giorno i colloqui sulla riapertura del complesso industriale di Kaesong, dove fino a tre mesi fa imprese sudcoreane operavano in territorio nordcoreano. Ma qual è il significato di questo passo diplomatico? Michele Raviart lo ha chiesto a Rosella Ideo, esperta ed analista geopolitica dell’Asia orientale: ascolta
R. – Kaesong ha rappresentato davvero, anche simbolicamente, questa cooperazione fra i due Paesi. E’ stato proprio il momento in cui uomini del Sud e uomini del Nord hanno in un certo senso collaborato, malgrado le ovvie restrizioni poste dal governo dei Kim.
D. – Quali sono le potenzialità di questa zona in chiave di riappacificazione?
R. – Kaesong doveva essere ancora migliorata in modo da creare i motivi di fiducia tra le due popolazioni. Naturalmente Kaesong è una zona industriale relativamente piccola, dove però c’erano oltre 120 piccole imprese sudcoreane, con duemila operai e circa 25 mila impiegati che lavoravano sia all’interno, sia con i subappalti... Soprattutto, c’erano 53 mila operai nordcoreani. Tutto questo ha portato a circa 90 milioni di dollari di guadagni.
D. - Il regime nordcoreano alterna momenti di tensione a momenti di distensione. Qual è invece la posizione della Corea del Sud?
R. – C’è da considerare che nel governo della signora Park, che è un governo conservatore, molti sono i "falchi" che vogliono continuare a mantenere un atteggiamento di durezza nei confronti del Nord, a meno che non si privi dell’arma nucleare che tra l’altro è l’unico atout di cui dispone la Corea del Nord. Quindi, questi rapporti sono molto tesi ed è difficile a questo punto vedere di chi è la colpa. C’è una mancanza totale di fiducia tra i due governi.
D. – Abbiamo parlato di nucleare. Come viene visto il problema sia dalla Corea del Sud sia, a questo punto, a livello internazionale?
R. - La questione nucleare è una questione che va vista nel contesto della geopolitica dell’Asia nordorientale e cioè degli interessi geopolitici delle grandi potenze, soprattutto degli Stati Uniti e della Cina. Gli Stati Uniti stanno tornando in Asia in forze. Stanno spostando tutte le forze militari in questo scacchiere e l’idea è di controllare in un certo senso la Cina. La Cina se ne rende perfettamente conto e non penso "mollerà" mai il regime dei Kim che la mette in imbarazzo molto spesso. La sfida sino-americana non permette a questa povera penisola di decidere da sola le sue sorti.
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