sabato, luglio 27, 2013
Due iniziative, una cattolica e una buddista, rilanciano la meditazione come strumento per ritrovare la condizione spirituale dell'uomo, antidoto alla confusione quotidiana. Due sacerdoti portano i fedeli sui monti; alcuni monaci buddisti portano i sutra buddisti in un grattacielo di Tokyo.

Asianews - Meditare per "comprendere meglio la vita e le sue sfide" e per "ritrovare una condizione spirituale che aiuti nella confusione di ogni giorno". Sono gli scopi di due iniziative lanciate dalla Chiesa cattolica giapponese e dalla scuola buddista Tendai nel Giappone contemporaneo. Entrambe hanno come denominatore comune la meditazione, il distacco anche solo temporaneo dalla frenesia quotidiana.

L'iniziativa cattolica è nata a Munakata, nella prefettura di Fukuoka. Un sacerdote locale, p. Takehiro Kunii, ha infatti invitato i fedeli a unirsi a lui per un ritiro di due giorni in un monastero di Kamakura. Qui, insieme al p. Ryuichiro Hanafusa, ha predicato gli esercizi spirituali di s. Ignazio di Loyola con il sottofondo della musica di Bach.

Secondo p. Kunii "la musica di questo grande compositore tedesco dà espressione ai movimenti della nostra anima, un fenomeno che non si può descrivere". I partecipanti hanno poi letto alcuni passi biblici: "Ho chiesto ai fedeli di rimanere in silenzio il più possibile. Se si riesce a controllare l'esterno e fare silenzio all'interno è possibile ascoltare la parola di Dio".

A differenza della meditazione zen, che richiede una serie di comportamenti predefiniti, i sacerdoti hanno poi spinto i fedeli a meditare per conto proprio nella foresta che circonda il monastero. Una signora della prefettura di Kanagawa è entusiasta: "Ho approfondito meglio la mia fede. Tornerò di sicuro a questi eventi".

Diversa e speculare la scelta della scuola Tendai, che ha deciso di abbandonare il silenzio dei monti per portare nello Skytree di Tokyo - un imponente grattacielo di 634 metri che ospita uffici e centri commerciali nel cuore della capitale - la propria meditazione. Questa, chiamata shakyo - propone un periodo di riflessione attraverso la scrittura di sutra buddisti in caratteri cinesi con le regole calligrafiche classiche.

I monaci spiegano la loro scelta: "Per arrivare sul monte Hieizan, la sede storica del nostro gruppo, ci vuole un giorno intero. Sappiamo che il mondo moderno non consente tanto tempo libero, quindi abbiamo deciso di affittare un'area del grattacielo per portare noi il messaggio e la meditazione alla gente".

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