''Daremo all'Europa tutte le informazioni che vuole'', è la replica degli Stati Uniti alle crescenti pressioni delle capitali del vecchio continente giunte dopo le rilevazioni del caso Datagate sullo spionaggio dei servizi Usa ai danni dei Paesi alleati.
Radio Vaticana - Intanto, secondo wikileaks, la talpa Edward Snowden, che resta bloccato nell’area di transito dell’aeroporto di Mosca, avrebbe inoltrato la richiesta di asilo a 21 paesi del mondo. Il servizio di Marco Guerra: ascolta
Davanti alla richiesta univoca di spiegazioni dell’Europa, sia dall’Ue che dalle singole cancellerie, il dipartimento di Stato americano ha garantito che tutti i chiarimenti saranno dati agli alleati europei “attraverso i normali canali diplomatici”. E prova a gettare acqua sul fuoco il presidente Obama che dal suo tour in Africa sottolinea che “Gli europei sono stretti alleati e Washington lavora con loro su qualunque cosa e in qualunque campo, compreso quello che riguarda l'intelligence”. Sulla linea il capo della diplomazia Usa Kerry, secondo il quale la ricerca di informazioni” sui paesi amici da parte dell’inteligence è “un fatto usuale”. Fatto sta che nelle capitali europee non si placa l’irritazione: alcuni esponenti dei vari governi sono arrivati chiedere di mettere in discussione gli accordi sulla zona di libero scambio con l’altra sponda dell’atlantico.
Dal canto suo, il presidente russo Putin ribadisce che Mosca non ha intenzione di estradare nessuno, ma avverte che se Snowden “vuole restare in Russia deve smetterla di danneggiare i nostri partner americani”. Intanto la ‘talpa’, bloccata nell’area di transito dell’aeroporto di Mosca, minaccia di far trapelare nuove rivelazioni e chiede asilo a 21 Paesi del mondo indicati da Wikileaks, anche se al momento la conferma è arrivata solo dalla Norvegia. Una mossa definita disperata da funzionario degli esteri russo, dopo il 'no' dell'Ecuador che in un primo momento sembrava voler accogliere l'ex contractor della Nsa.
Radio Vaticana - Intanto, secondo wikileaks, la talpa Edward Snowden, che resta bloccato nell’area di transito dell’aeroporto di Mosca, avrebbe inoltrato la richiesta di asilo a 21 paesi del mondo. Il servizio di Marco Guerra: ascolta
Davanti alla richiesta univoca di spiegazioni dell’Europa, sia dall’Ue che dalle singole cancellerie, il dipartimento di Stato americano ha garantito che tutti i chiarimenti saranno dati agli alleati europei “attraverso i normali canali diplomatici”. E prova a gettare acqua sul fuoco il presidente Obama che dal suo tour in Africa sottolinea che “Gli europei sono stretti alleati e Washington lavora con loro su qualunque cosa e in qualunque campo, compreso quello che riguarda l'intelligence”. Sulla linea il capo della diplomazia Usa Kerry, secondo il quale la ricerca di informazioni” sui paesi amici da parte dell’inteligence è “un fatto usuale”. Fatto sta che nelle capitali europee non si placa l’irritazione: alcuni esponenti dei vari governi sono arrivati chiedere di mettere in discussione gli accordi sulla zona di libero scambio con l’altra sponda dell’atlantico.
Dal canto suo, il presidente russo Putin ribadisce che Mosca non ha intenzione di estradare nessuno, ma avverte che se Snowden “vuole restare in Russia deve smetterla di danneggiare i nostri partner americani”. Intanto la ‘talpa’, bloccata nell’area di transito dell’aeroporto di Mosca, minaccia di far trapelare nuove rivelazioni e chiede asilo a 21 Paesi del mondo indicati da Wikileaks, anche se al momento la conferma è arrivata solo dalla Norvegia. Una mossa definita disperata da funzionario degli esteri russo, dopo il 'no' dell'Ecuador che in un primo momento sembrava voler accogliere l'ex contractor della Nsa.
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