P. Rafic Greiche, portavoce della Chiesa cattolica egiziana, parla ad AsiaNews di “20 milioni di persone previste in piazza per stasera”. Si aspettano imponenti cortei al Cairo e nelle principali città egiziane contro la violenza delle scorse settimane. Stasera, al tramonto, le campane delle chiese cattoliche e copte ortodosse suoneranno in segno di vicinanza ai musulmani che osservano il digiuno imposto dal Ramadan.
Il Cairo (AsiaNews) - Dopo la preghiera del venerdì "potrebbero scendere in piazza fino a 20 milioni di egiziani in risposta all'invito delle Forze armate di manifestare contro il terrorismo e in favore della destituzione di Morsi". Lo dice ad AsiaNews p. Rafic Greiche, portavoce della Chiesa cattolica d'Egitto. Intanto, al Cairo, sale la tensione per l'annuncio da parte della corrente islamista di voler portare il proprio 'no' in piazza. "Il popolo è diviso - spiega p. Greiche - ma la grande maggioranza degli egiziani è contro gli estremisti".
Il 24 luglio, il generale Abdel Fattah al-Sisi, vice Primo ministro e ministro della difesa, si è rivolto alla nazione chiedendo a 'tutti gli egiziani onesti' di dimostrare contro il 'terrorismo' e la 'violenza'. Molti analisti vedono in questo invito una velata minaccia ai Fratelli musulmani e agli islamisti loro alleati che continuano a colpire i cristiani dopo la deposizione di Morsi.
In molti, dai partiti laici e moderati, hanno già detto che aderiranno alle manifestazioni di oggi pomeriggio, ma anche i Fratelli musulmani e il fronte salafita dichiarano di voler continuare a dimostrare per il ritorno di Morsi. Mohammed Badie, guida suprema della Fratellanza, che ha condannato le parole di al-Sisi come 'un chiaro invito alla guerra civile', ha chiesto ai propri sostenitori di non sfociare nella violenza, e di manifestare per la 'libertà' e la 'legittimità'.
Non pochi egiziani e osservatori stranieri temono che la cacciata di Morsi sia in realtà un golpe dei militari mascherato da azione popolare. Wael Farouq, professore di lingua araba all'American University of Cairo, spiega ad AsiaNews: "Il rischio che l'esercito 'rubi' la rivoluzione c'è. Ma il pericolo della continuazione del governo di Morsi è peggiore e più realistico". E precisa: "Quando Mohammed Morsi è stato deposto i Fratelli musulmani hanno usato i cristiani e gli sciiti come capro espiatorio". Chi ha votato Morsi rappresentava il 13% degli egiziani, chi l'ha deposto è il 30% del Paese".
Stasera al calare del sole, quando termina il digiuno del Ramadan per l'inizio dell'iftar, le campane delle chiese cattoliche e ortodosse suoneranno a lungo per manifestare vicinanza agli egiziani musulmani. Il professor Farouq aggiunge: "Quella dell'esercito è un'azione sostenuta dal popolo egiziano; il patriarca cattolico, quello copto ortodosso e al-Azahr sono unite. Cristiani e musulmani hanno capito che si tratta di una lotta contro la violenza e il terrorismo".
Il Cairo (AsiaNews) - Dopo la preghiera del venerdì "potrebbero scendere in piazza fino a 20 milioni di egiziani in risposta all'invito delle Forze armate di manifestare contro il terrorismo e in favore della destituzione di Morsi". Lo dice ad AsiaNews p. Rafic Greiche, portavoce della Chiesa cattolica d'Egitto. Intanto, al Cairo, sale la tensione per l'annuncio da parte della corrente islamista di voler portare il proprio 'no' in piazza. "Il popolo è diviso - spiega p. Greiche - ma la grande maggioranza degli egiziani è contro gli estremisti".
Il 24 luglio, il generale Abdel Fattah al-Sisi, vice Primo ministro e ministro della difesa, si è rivolto alla nazione chiedendo a 'tutti gli egiziani onesti' di dimostrare contro il 'terrorismo' e la 'violenza'. Molti analisti vedono in questo invito una velata minaccia ai Fratelli musulmani e agli islamisti loro alleati che continuano a colpire i cristiani dopo la deposizione di Morsi.
In molti, dai partiti laici e moderati, hanno già detto che aderiranno alle manifestazioni di oggi pomeriggio, ma anche i Fratelli musulmani e il fronte salafita dichiarano di voler continuare a dimostrare per il ritorno di Morsi. Mohammed Badie, guida suprema della Fratellanza, che ha condannato le parole di al-Sisi come 'un chiaro invito alla guerra civile', ha chiesto ai propri sostenitori di non sfociare nella violenza, e di manifestare per la 'libertà' e la 'legittimità'.
Non pochi egiziani e osservatori stranieri temono che la cacciata di Morsi sia in realtà un golpe dei militari mascherato da azione popolare. Wael Farouq, professore di lingua araba all'American University of Cairo, spiega ad AsiaNews: "Il rischio che l'esercito 'rubi' la rivoluzione c'è. Ma il pericolo della continuazione del governo di Morsi è peggiore e più realistico". E precisa: "Quando Mohammed Morsi è stato deposto i Fratelli musulmani hanno usato i cristiani e gli sciiti come capro espiatorio". Chi ha votato Morsi rappresentava il 13% degli egiziani, chi l'ha deposto è il 30% del Paese".
Stasera al calare del sole, quando termina il digiuno del Ramadan per l'inizio dell'iftar, le campane delle chiese cattoliche e ortodosse suoneranno a lungo per manifestare vicinanza agli egiziani musulmani. Il professor Farouq aggiunge: "Quella dell'esercito è un'azione sostenuta dal popolo egiziano; il patriarca cattolico, quello copto ortodosso e al-Azahr sono unite. Cristiani e musulmani hanno capito che si tratta di una lotta contro la violenza e il terrorismo".
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