Il 21 dicembre 2005 venne approvata la legge n. 270, proposta dall’allora Ministro per le Riforme Roberto Calderoli e che regola attualmente il sistema elettorale della nostra Repubblica italiana; lo steso Calderoli la definì una “porcata”, tanto che il politologo Sartori la ribattezzò Porcellum
Il Porcellum si basa su un sistema proporzionale, cioè che le poltrone delle due Camere vengono assegnate in proporzione ai voti raccolti dai singoli partiti e dalle coalizioni. Per consentire alla coalizione vincente di governare, è poi previsto un premio di maggioranza a vantaggio di chi ha vinto le elezioni, con qualche differenza tra Camera e Senato. Sostanzialmente questo significa che al partito che ha ricevuto più voti a livello nazionale vengono assegnati automaticamente 340 seggi alla Camera (la maggioranza minima è 318), mentre al Senato il premio è garantito su base regionale, cioè il partito vincitore nella singola regione ottiene almeno il 55% dei seggi che quella regione può assegnare. Ancora, sempre per poter garantire la governabilità del Paese, la stessa legge prevede che realtà politiche troppo piccole non possano accedere al Parlamento, e quindi sono previste due soglie di sbarramento.
La legge elettorale fu fortemente voluta dal centro-destra, ed in particolare da Silvio Berlusconi, ma ora è oggetto di critiche da ogni parte, compreso da chi un tempo la approvò. In molti dicono di non volerla più, ma nessuno, nella realtà dei fatti, riesce a cambiarla. Per modificare tale legge infatti non bastarono tre referendum abrogativi che si svolsero tutti nel 2009. A distanza di tempo comunque, la discussione è ancora aperta e attuale, e si continua da più parti a spingere per una riforma della legge stessa.
Su questo tema delicatissimo è intervenuto anche il Premier Enrico Letta, dichiarando (finalmente!) al canale radiofonico inglese Bbc4 che in Italia ci sono troppi privilegi e troppi politici, una vergogna che non garantisce né rappresentanza né governabilità; peraltro la legge è a rischio di incostituzionalità e deve essere superata al più presto.
Ovviamente è inammissibile e inaccettabile che si neghi ai cittadini il diritto di esprimersi sulla scelta dei candidati politici, visto che con questa legge vengono eletti sempre e soltanto persone gradite ai capi dei partiti. Diciamoci la verità, questa legge elettorale fa comodo un po’ a tutti, dal Pd al Pdl a Grillo, dato che si può portare in Parlamento gente che magari non ha avuto nemmeno un voto!
Nonostante ciò, finalmente i politici italiani, spinti da un minimo di senso del pudore, hanno preso atto, almeno a parole, che questa legge è illiberale, antidemocratica, inadatta, insomma un vero e proprio “Porcellum” da eliminare il prima possibile. Siamo quindi giunti ad un momento cruciale per la politica italiana: i nostri rappresentanti in Parlamento saranno pronti, come ormai dicono da tempo, nel nome della responsabilità e della decenza verso i cittadini di questo Paese, ad aprire il tavolo delle trattative e del dialogo tra partiti per rifare la legge? Saranno pronti a dare tutto il loro impegno affinché non si vada alle prossime elezioni con questa stramba legge elettorale?
di Simona Santullo
Il Porcellum si basa su un sistema proporzionale, cioè che le poltrone delle due Camere vengono assegnate in proporzione ai voti raccolti dai singoli partiti e dalle coalizioni. Per consentire alla coalizione vincente di governare, è poi previsto un premio di maggioranza a vantaggio di chi ha vinto le elezioni, con qualche differenza tra Camera e Senato. Sostanzialmente questo significa che al partito che ha ricevuto più voti a livello nazionale vengono assegnati automaticamente 340 seggi alla Camera (la maggioranza minima è 318), mentre al Senato il premio è garantito su base regionale, cioè il partito vincitore nella singola regione ottiene almeno il 55% dei seggi che quella regione può assegnare. Ancora, sempre per poter garantire la governabilità del Paese, la stessa legge prevede che realtà politiche troppo piccole non possano accedere al Parlamento, e quindi sono previste due soglie di sbarramento.
La legge elettorale fu fortemente voluta dal centro-destra, ed in particolare da Silvio Berlusconi, ma ora è oggetto di critiche da ogni parte, compreso da chi un tempo la approvò. In molti dicono di non volerla più, ma nessuno, nella realtà dei fatti, riesce a cambiarla. Per modificare tale legge infatti non bastarono tre referendum abrogativi che si svolsero tutti nel 2009. A distanza di tempo comunque, la discussione è ancora aperta e attuale, e si continua da più parti a spingere per una riforma della legge stessa.
Su questo tema delicatissimo è intervenuto anche il Premier Enrico Letta, dichiarando (finalmente!) al canale radiofonico inglese Bbc4 che in Italia ci sono troppi privilegi e troppi politici, una vergogna che non garantisce né rappresentanza né governabilità; peraltro la legge è a rischio di incostituzionalità e deve essere superata al più presto.
Ovviamente è inammissibile e inaccettabile che si neghi ai cittadini il diritto di esprimersi sulla scelta dei candidati politici, visto che con questa legge vengono eletti sempre e soltanto persone gradite ai capi dei partiti. Diciamoci la verità, questa legge elettorale fa comodo un po’ a tutti, dal Pd al Pdl a Grillo, dato che si può portare in Parlamento gente che magari non ha avuto nemmeno un voto!
Nonostante ciò, finalmente i politici italiani, spinti da un minimo di senso del pudore, hanno preso atto, almeno a parole, che questa legge è illiberale, antidemocratica, inadatta, insomma un vero e proprio “Porcellum” da eliminare il prima possibile. Siamo quindi giunti ad un momento cruciale per la politica italiana: i nostri rappresentanti in Parlamento saranno pronti, come ormai dicono da tempo, nel nome della responsabilità e della decenza verso i cittadini di questo Paese, ad aprire il tavolo delle trattative e del dialogo tra partiti per rifare la legge? Saranno pronti a dare tutto il loro impegno affinché non si vada alle prossime elezioni con questa stramba legge elettorale?
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