mercoledì, luglio 24, 2013
C’è un’atmosfera tesa questa mattina a Juba: lo riferiscono fonti della MISNA nella capitale del Sud Sudan, alcune ore dopo la destituzione da parte del presidente Salva Kiir del suo vice, di tutti i ministri e di figure di spicco del partito di governo

Misna -  “Il traffico è regolare e le attività lavorative si stanno svolgendo come sempre – sottolinea padre John Ashworth, consulente del Consiglio ecumenico delle Chiese – ma nell’aria si respira un po’ di tensione”.  Le decisioni di Kiir, contenute in un decreto letto alla televisione nazionale ieri sera, appaiono il punto d’arrivo di contrasti e scontri all’interno del Movimento popolare di liberazione del Sudan (Splm). Con il decreto sono stati rimossi tra gli altri il vice-presidente Riek Machar e il segretario generale dell’Splm Pagan Amum, accusato di essersi appropriato in modo indebito di beni del partito, di aver istigato a compiere atti di violenza e aver criticato il capo dello Stato. Nei suoi confronti è stata anche disposta un’inchiesta.

Da tempo Machar aveva manifestato l’intenzione di candidarsi alla presidenza in occasione delle elezioni, previste nel 2015. Insieme con Amum, a inizio luglio, aveva criticato la destituzione di un governatore regionale che si era espresso a favore della sua candidatura.

Il Sud Sudan è divenuto indipendente da Khartoum due anni fa, dopo una lunga guerra civile. Uno dei nodi per il futuro del paese è la trasformazione dell’Splm, nato come formazione guerrigliera, in partito in grado di favorire il pluralismo politico.


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