lunedì, luglio 29, 2013
Cordoglio dalle istituzioni italiane per la tragedia del bus in Irpinia

Radio Vaticana -Ieri sera, un pullman con una cinquantina di persone a bordo che percorreva la A 16 si è rovesciato all'altezza di Monteforte Irpino precipitando da un viadotto nella scarpata sottostante. Il bilancio è di 38 morti e 10 feriti, fra lor anche bambini. Una “sciagura inaccettabile”, ha affermato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Dolore da mons. Gennaro Pascarella, vescovo di Pozzuoli, da dove provengono 28 delle vittime. Domani, la celebrazione dei funerali. Il servizio di Debora Donnini:ascolta

Doveva essere la conclusione tranquilla di tre giorni di vacanza nel Beneventano, con una visita anche a Pietrelcina, e invece si è trasformata in una tragedia. Ieri sera, il pulmann su cui viaggiavano una cinquantina di persone ha perso il controllo e ha terminato la corsa con un volo di 30 metri dal viadotto dell’autostrada A 16, dopo aver tamponato diverse auto. L’incidente è avvenuto nella zona di Monteforte Irpino. Soltanto 11 persone sono state estratte vive. I feriti si trovano negli ospedali vicini, mentre la Procura ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo plurimo e disastro colposo. Forte il dolore in Italia. Mons. Gennaro Pascarella, vescovo di Pozzuoli, cittadina flegrea dalla quale veniva un gruppo dei gitanti coinvolti, ha benedetto le bare che sono nella palestra della scuola elementare di Monteforte Irpino. “Di fronte ad una tragedia come quella che ha coinvolto tanti nostri concittadini e fedeli ogni parola detta è inadeguata per esprimere il dolore”, ha affermato in un comunicato. Dolore espresso anche dalle istituzioni. Il presidente Napolitano parla di sciagura inaccettabile, per il premier Letta “non ci sono parole” per quello che è successo. Domani, alle 9.30 al Palasport di Monteruscello, frazione di Pozzuoli, si svolgeranno i funerali delle 38 vittime. Secondo fonti vicine all’inchiesta, parti del sistema di trasmissione dell'autobus sarebbero state trovate a terra oltre un chilometro prima del luogo dove è precipitato e questo renderebbe molto probabile che il mezzo fosse già danneggiato mentre percorreva un tratto in forte pendenza.

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