lunedì, luglio 29, 2013
Un’ondata di 16 attentati coordinati e messi a segno con autobombe hanno causato 40 morti e 190 feriti: il bilancio, ancora provvisorio, è stato diffuso da fonti di sicurezza e sanitarie locali. Gli attacchi, cominciati alle 7 ora locale, hanno colpito quartieri e località a maggioranza sciita

Misna - A Baghdad dieci autobombe sono esplose in otto diversi quartieri, tra cui sei a maggioranza sciita, uccidendo 30 persone e ferendone altre 130. Un altro attacco simile ha colpito poco dopo la località di Mahmudiya, a 30 km a sud della capitale, provocando due vittime e 25 feriti. Sempre a sud di Baghdad, nella città sciita di Samawa, sono morti due civili e decine di persone sono rimaste ferite in un’esplosione, mentre nel porto di Bassora è stato registrato una vittima e sei feriti. A 160 km più a sud, a Kut, due autobombe hanno mietuto almeno cinque vittime e 35 feriti.

Le vittime di oggi aggravano ulteriormente un bilancio già pesante di 760 morti per il solo mese di luglio, il più cruento dal 2008. Dall’inizio del 2013 le vittime sarebbero più di 3000.

Negli ultimi mesi attentati e violenze sono divenuti più frequenti parallelamente all’aggravarsi di una crisi politica. L’opposizione al primo ministro Nouri al Maliki, esponente della maggioranza sciita della popolazione, ha finito spesso per assumere una connotazione confessionale e sunnita. Il già complesso scenario iracheno è stato ulteriormente intricato dal conflitto in corso nella vicina Siria. Miliziani sciiti, per lo più collegati allo Stato islamico in Iraq e nel Levante – sigla affiliata ad Al Qaida – combattono in Siria accanto alle milizie libanesi di Hezbollah, a sostegno del presidente Bashar al Assad.


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