Il presidente dell’Accademia internazionale per lo Sviluppo economico e sociale Valerio De Luca, nel suo intervento al convegno 'Povertà beni pubblici e sviluppo sostenibile': “Bisogna combattere la povertà spirituale di ristretti gruppi degli Stati potenti, dove dominano egoismo, avidità, logica di potere e sete di profitto"
Roma – Coniugare “la competenza tecnica e specialistica del ‘know how’ con l’educazione del ‘know why’, per meglio comprendere il perché e il senso di ogni azione, decisione e risultato”. È l’appello che il presidente dell’Accademia Internazionale per lo Sviluppo economico e sociale, Valerio De Luca, ha lanciato nel suo intervento durante il seminario “Povertà, Beni pubblici e sviluppo sostenibile”, organizzato da Aises con il patrocinio di Greenaccord Onlus e Maria Diomira Onlus alla Pontificia Accademia delle Scienze in Vaticano e che ha visto la partecipazione di Jeffrey Sachs, consigliere per la povertà del segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki Moon, direttore dell’Earth Institute della Columbia University e una delle 100 persone più influenti secondo il prestigioso settimanale Time.
“Le questioni globali che agitano il mondo economico e il lavoro – osserva De Luca - lo scandalo della povertà e della fame, che allunga la sua ombra anche in Europa, le istanze acute dei problemi demografici e l’invecchiamento delle società opulente, la crisi della politica e il collasso dei valori etici, richiedono di porre al centro un nuovo metodo di formazione delle classi dirigenti, secondo una visione olistica dei problemi e delle soluzioni, dove l’economia, la politica, la società, vanno viste come un tutto unitario, per formare personalità integrali e capaci di cogliere sfide del nuovo millennio”.
Un nuovo approccio allo sviluppo che deve partire, secondo il presidente Aises, da un nuovo uso dello strumento della finanza, pubblica e privata, “che non è uno strumento intrinsecamente etico, ma è neutro rispetto a quelle finalità etiche che solo l’uomo è chiamato a decidere nei diversi ambiti dell’agire economico, politico e sociale, ove si sviluppa la sua personalità”.
L’obiettivo ultimo è riportare la persona umana e la sua dignità al centro dello sviluppo di popoli e nazioni, come ribadito da Papa Francesco il 20 Giugno scorso in occasione dell’incontro con i vertici Fao: “In tale direzione, è necessario contrastare i miopi interessi economici e le logiche di potere di pochi che escludono la maggioranza della popolazione mondiale e generano povertà ed emarginazione, con effetti disgregatori sulla società, così come è necessario combattere quella corruzione che produce privilegi per alcuni e ingiustizie per molti”.
Un appello, quello di Jorge Bergoglio, che fa denunciare, da parte di De Luca, “la povertà spirituale di ristretti gruppi dove dominano l’egoismo, l’avidità, la logica di potere e la sete di profitto, che minano alle fondamenta la crescita inclusiva e lo sviluppo sostenibile di popoli e nazioni”.
di Martina Valentini
Roma – Coniugare “la competenza tecnica e specialistica del ‘know how’ con l’educazione del ‘know why’, per meglio comprendere il perché e il senso di ogni azione, decisione e risultato”. È l’appello che il presidente dell’Accademia Internazionale per lo Sviluppo economico e sociale, Valerio De Luca, ha lanciato nel suo intervento durante il seminario “Povertà, Beni pubblici e sviluppo sostenibile”, organizzato da Aises con il patrocinio di Greenaccord Onlus e Maria Diomira Onlus alla Pontificia Accademia delle Scienze in Vaticano e che ha visto la partecipazione di Jeffrey Sachs, consigliere per la povertà del segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki Moon, direttore dell’Earth Institute della Columbia University e una delle 100 persone più influenti secondo il prestigioso settimanale Time.
“Le questioni globali che agitano il mondo economico e il lavoro – osserva De Luca - lo scandalo della povertà e della fame, che allunga la sua ombra anche in Europa, le istanze acute dei problemi demografici e l’invecchiamento delle società opulente, la crisi della politica e il collasso dei valori etici, richiedono di porre al centro un nuovo metodo di formazione delle classi dirigenti, secondo una visione olistica dei problemi e delle soluzioni, dove l’economia, la politica, la società, vanno viste come un tutto unitario, per formare personalità integrali e capaci di cogliere sfide del nuovo millennio”.
Un nuovo approccio allo sviluppo che deve partire, secondo il presidente Aises, da un nuovo uso dello strumento della finanza, pubblica e privata, “che non è uno strumento intrinsecamente etico, ma è neutro rispetto a quelle finalità etiche che solo l’uomo è chiamato a decidere nei diversi ambiti dell’agire economico, politico e sociale, ove si sviluppa la sua personalità”.
L’obiettivo ultimo è riportare la persona umana e la sua dignità al centro dello sviluppo di popoli e nazioni, come ribadito da Papa Francesco il 20 Giugno scorso in occasione dell’incontro con i vertici Fao: “In tale direzione, è necessario contrastare i miopi interessi economici e le logiche di potere di pochi che escludono la maggioranza della popolazione mondiale e generano povertà ed emarginazione, con effetti disgregatori sulla società, così come è necessario combattere quella corruzione che produce privilegi per alcuni e ingiustizie per molti”.
Un appello, quello di Jorge Bergoglio, che fa denunciare, da parte di De Luca, “la povertà spirituale di ristretti gruppi dove dominano l’egoismo, l’avidità, la logica di potere e la sete di profitto, che minano alle fondamenta la crescita inclusiva e lo sviluppo sostenibile di popoli e nazioni”.
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