Sono almeno 37 i feriti, di cui diversi bambini, causati dall’autobomba esplosa oggi alle 11.15 (ora locale) a Bir al-Abed, quartiere alla periferia sud di Beirut
Misna - Lo riferiscono fonti di stampa libanesi e panarabe, tra cui la tv al-Manar, emittente del gruppo sciita di Hezbollah. Il veicolo è deflagrato in un parcheggio situato nei pressi di una cooperativa commerciale chiamata Centro di cooperazione islamica, in un quartiere considerato una roccaforte di Hezbollah. Da subito media e osservatori hanno ricollegato l’attentato al coinvolgimento delle milizie Hezbollah nel conflitto siriano, a sostegno del presidente Bashar al-Assad. Un intervento al quale si oppongono con forza i sunniti libanesi. La crisi nella confinante Siria sta profondamente dividendo il Libano, ufficialmente neutrale, e negli ultimi mesi la scia delle violenze ha già raggiunto la valle della Bekaa (est), Tripoli (nord) e più di recente anche la città meridionale di Sidone.
Una nuova linea rossa è stata superata oggi con l’attentato alle porte di Beirut, messo a segno in un momento di grande affluenza della gente impegnata nelle normali attività quotidiane in questo popoloso quartiere. Un’alta colonna di fumo nero si è levata sulla zona dove sono tutt’ora in corso interventi medico-sanitari. L’esplosione, particolarmente violenta, è stata avvertita in molti quartieri della capitale libanese e, secondo al-Manar, avrebbe provocato un cratere profondo due metri. Ingenti i danni materiali agli edifici circostanti e a numerosi veicoli incendiati. Secondo alcune fonti ci potrebbero anche essere alcuni morti, finora non confermati da fonti ufficiali. L’ultimo bilancio diffuso è quello della locale Croce Rossa, secondo cui i feriti sono almeno 37.
Misna - Lo riferiscono fonti di stampa libanesi e panarabe, tra cui la tv al-Manar, emittente del gruppo sciita di Hezbollah. Il veicolo è deflagrato in un parcheggio situato nei pressi di una cooperativa commerciale chiamata Centro di cooperazione islamica, in un quartiere considerato una roccaforte di Hezbollah. Da subito media e osservatori hanno ricollegato l’attentato al coinvolgimento delle milizie Hezbollah nel conflitto siriano, a sostegno del presidente Bashar al-Assad. Un intervento al quale si oppongono con forza i sunniti libanesi. La crisi nella confinante Siria sta profondamente dividendo il Libano, ufficialmente neutrale, e negli ultimi mesi la scia delle violenze ha già raggiunto la valle della Bekaa (est), Tripoli (nord) e più di recente anche la città meridionale di Sidone.
Una nuova linea rossa è stata superata oggi con l’attentato alle porte di Beirut, messo a segno in un momento di grande affluenza della gente impegnata nelle normali attività quotidiane in questo popoloso quartiere. Un’alta colonna di fumo nero si è levata sulla zona dove sono tutt’ora in corso interventi medico-sanitari. L’esplosione, particolarmente violenta, è stata avvertita in molti quartieri della capitale libanese e, secondo al-Manar, avrebbe provocato un cratere profondo due metri. Ingenti i danni materiali agli edifici circostanti e a numerosi veicoli incendiati. Secondo alcune fonti ci potrebbero anche essere alcuni morti, finora non confermati da fonti ufficiali. L’ultimo bilancio diffuso è quello della locale Croce Rossa, secondo cui i feriti sono almeno 37.
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