Bus in scarpata, il parere dell’esperto: "Testato per resistere a urti 38 tonnellate e 65 kmh velocità"
Il nome completo è New Jersey da bordo ponte con mancorrente classe B3. Si tratta del guardrail presente sul viadotto della A16 da cui è precipitato il pullman in Irpinia. ''E' una delle barriere più sicure, della massima classe di resistenza nell'epoca in cui è stata progettata (1988)''. A parlare all’Ansa è l'ingegner Gabriele Camomilla, consulente Anas che ha sottoposto la barriera al crash test nella pista prove di Anagni.
Quel New Jersey, ricorda Camomilla, che ha progettato 28 tipi di barriere di sicurezza stradale, "è stato costruito sulla scia di una circolare del 1987 dell'allora ministro Zamberletti che indicava quali dovevano essere le caratteristiche delle barriere. Nella pista di Anagni ne abbiamo provate una cinquantina e quella è risultata la più sicura. Sono quindi state montate prima su tutti i ponti della zona di Genova e poi sulla Napoli-Canosa negli anni '90. In Europa - sostiene - non ce ne sono di così sicure".
Allora come mai ha ceduto all'impatto con il bus in Irpinia? La legge, replica l'esperto, ''dice che la barriera deve proteggere per quanto possibile dagli urti, ma non si può pensare che blocchi tutto. In particolare - spiega - è un prodotto che resiste a 38 tonnellate di urto, ad una velocità di 65 chilometri ed un'angolazione di 20 gradi''. Crescendo questi elementi diminuisce la resistenza del New Jersey. E, sottolinea l'ingegnere, "è giusto che sia così, altrimenti il rischio è che con una barriera troppo rigida l'impatto faccia cadere il ponte. Inoltre - aggiunge - ciò sarebbe pericoloso per le auto più piccole che dovessero scontrarsi col guardrail. Mentre ora, se l'impatto avviene con un angolo contenuto, nel 90% dei casi l'automobile viene rinviata senza danni sulla carreggiata".
Camomilla cita poi a sostegno della sua posizione i dati sugli incidenti della A16. In quella autostrada, rileva, ''c'è la maggior diffusione delle barriere classe B3 ed il tasso d'incidentalità più basso della rete autostradale. Significa che funzionano''.
fonte articolo
Il nome completo è New Jersey da bordo ponte con mancorrente classe B3. Si tratta del guardrail presente sul viadotto della A16 da cui è precipitato il pullman in Irpinia. ''E' una delle barriere più sicure, della massima classe di resistenza nell'epoca in cui è stata progettata (1988)''. A parlare all’Ansa è l'ingegner Gabriele Camomilla, consulente Anas che ha sottoposto la barriera al crash test nella pista prove di Anagni.
Quel New Jersey, ricorda Camomilla, che ha progettato 28 tipi di barriere di sicurezza stradale, "è stato costruito sulla scia di una circolare del 1987 dell'allora ministro Zamberletti che indicava quali dovevano essere le caratteristiche delle barriere. Nella pista di Anagni ne abbiamo provate una cinquantina e quella è risultata la più sicura. Sono quindi state montate prima su tutti i ponti della zona di Genova e poi sulla Napoli-Canosa negli anni '90. In Europa - sostiene - non ce ne sono di così sicure".
Allora come mai ha ceduto all'impatto con il bus in Irpinia? La legge, replica l'esperto, ''dice che la barriera deve proteggere per quanto possibile dagli urti, ma non si può pensare che blocchi tutto. In particolare - spiega - è un prodotto che resiste a 38 tonnellate di urto, ad una velocità di 65 chilometri ed un'angolazione di 20 gradi''. Crescendo questi elementi diminuisce la resistenza del New Jersey. E, sottolinea l'ingegnere, "è giusto che sia così, altrimenti il rischio è che con una barriera troppo rigida l'impatto faccia cadere il ponte. Inoltre - aggiunge - ciò sarebbe pericoloso per le auto più piccole che dovessero scontrarsi col guardrail. Mentre ora, se l'impatto avviene con un angolo contenuto, nel 90% dei casi l'automobile viene rinviata senza danni sulla carreggiata".
Camomilla cita poi a sostegno della sua posizione i dati sugli incidenti della A16. In quella autostrada, rileva, ''c'è la maggior diffusione delle barriere classe B3 ed il tasso d'incidentalità più basso della rete autostradale. Significa che funzionano''.
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