domenica, luglio 14, 2013
I greci sono un popolo sfinito, scioperi e manifestazioni sono all'ordine del giorno ma la situazione non cambia

Radio Vaticana - La crisi economica continua a mordere la Grecia, dove per martedì prossimo i sindacati hanno convocato un nuovo sciopero generale contro gli ulteriori licenziamenti annunciati nel settore pubblico in cambio di aiuti internazionali. Della situazione del Paese, che ha gettato molte persone nella disperazione, Emanuela Campanile ha parlato con l'arcivescovo cattolico di Atene e amministratore apostolico di Rodi, mons. Nikolaos Foskolos: ascolta

R. - Oggi ci troviamo in una situazione molto critica. Sono stati annunciati degli scioperi: martedì ce ne sarà uno generale di 24 ore e per domani e dopodomani sono previste altre manifestazioni. La gente è disperata ed esasperata. Noi, come Chiesa cattolica, non abbiamo voce in capitolo. Siamo pochi, quindi il nostro contributo non può avere una ripercussione sullo Stato.

D. - Per quanto riguarda la possibilità di reperire medicinali, di usufruire di cure mediche: com’è la situazione?

R. - Anche lì ci sono delle difficoltà, perché con tutte queste restrizioni sugli stipendi e sulle pensioni non c’è denaro. Allora, i più poveri si trovano in difficoltà ancora più grandi. Mentre prima ad Atene - almeno al centro città, dove io vivo - non si vedevano dei poveri in giro, oggi quasi ogni giorno, dopo aver finito la celebrazione della Messa, quando esco per andare verso la cattedrale che si trova dietro la chiesa, vedo dei poveri che chiedono aiuto. E sono poveri greci, mentre prima i poveri erano di altre nazioni.

D. - Se potesse fare un appello all’Unione Europea …

R. - Vedere attraverso un occhio più umano la situazione in Grecia. Ci sono gli sbagli fatti dai nostri politici, ma adesso è la grande maggioranza del popolo a trovarsi in difficoltà. Quindi, un atteggiamento più umano verso la povera gente greca.


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