mercoledì, luglio 31, 2013
Il caso del passaggio della nave da crociera Carnival Sunshine, vicino alla Riva Sette Martiri a Venezia sabato scorso, riaccende le polemiche di sempre sul transito delle grandi navi lungo il Canale della Giudecca e davanti a San Marco, sullo sfondo di Palazzo Ducale (video).

Youreporternews - La denuncia arriva dall’assessore all’Ambiente Gianfranco Bettin, che rilancia foto e filmato della nave Carnival, “insolitamente” vicina alla riva, fino quasi a “schiacciare”, dicono le testimonianze, un vaporetto dei trasporti pubblici contro la banchina. Le altre questioni sul tavolo vengono discusse di conseguenza. Sicurezza, proteste di una parte della cittadinanza, anche quella riunita nel comitato “no grandi navi”, ipotesi alternative e loro praticabilità.

Emergono visioni distanti, in qualche caso opposte. Ad esempio sulla proposta dell’autorità portuale, di scavare un nuovo canale per far passare solo le crociere o l’ipotesi Marghera.

Sfruttare le piattaforme libere vicino alla Fincantieri, dice Bettin e portare i turisti a San Marco a bordo di motonavi, per scongiurare il “gigantismo” in laguna.

Un problema che non sussiste, sottolinea l’ammiraglio Piattelli, visto il fondale basso del Canale della Giudecca, che tiene lontano il pericolo di incidenti. Figurarsi che fino a poco tempo fa “erano di casa” navi petroliere, molto meno sicure delle crociere attuali, sottolinea il comandante della capitaneria di porto.

Di sicuro vi è convergenza su 2 questioni: il decreto Clini-Passera che sancisce il divieto di transito delle grandi navi lungo il canale della Giudecca, esiste ma è, per così dire, “sospeso”. Non sarà applicato fino a quando non emergerà una valida soluzione alternativa, al transito delle crociere nel cuore di Venezia.

L’altro punto riguarda la sovranità sulle acqua della laguna. Chi decide non sono i residenti, nemmeno il comune che è l’istituzione naturalmente più vicina ai cittadini. L’amministrazione locale non può vietare né autorizzare. L’autorità spetta al governo.

Che non prende posizione. Vieta ma di fatto consente. Forse per gli interessi in gioco? Le navi rimangono dove sono. Chi le osserva, chi le sente “troppo vicine” ogni giorno e le teme nonostante le rassicurazioni, cioè molti veneziani, non ha voce in capitolo.

Così l’assessore, che deve rispondere alle aspettative delle persone che gli stanno intorno e fanno pressione, fa sentire la propria voce perché le soluzioni si trovino e il dibattito non si areni.

La capitaneria applica e controlla la corretta adozione delle norme del codice della navigazione. Vigila sul rispetto delle distanze, sul livello delle emissioni inquinanti e assicura, dati alla mano, che tutto quanto deve essere fatto per garantire la sicurezza, viene fatto.

La capitaneria non decide. Non è un organo politico. Non è istituzione vicina alle “emozioni” e al “sentire” della gente.

Eppure l’emotività “non può non avere la sua parte di verità”, dice Bettin.

Il problema anche in questo caso, sembra quello di colmare il gap fra persone e grandi istituzioni. Ridurre il senso di impotenza, l’incapacità di trasmettere le proprie domande, l’incomunicabilità fra cittadini e organi decisionali.


È presente 1 commento

Anonimo ha detto...

Il caso Carnival e' un caso montato ad arte, con video e foto prese da una prospettiva particolare, da una persona guarda caso amica dell'assessore Bettin. In realtà la nave e' passata alla distanza regolamentare e anche il pilota del vaporetto " schiacciato " contro la riva ha confermato di non avere avuto alcun problema. Guarda caso il tutto 2 giorni dopo la riunione con i ministri a Roma per decidere le alternative al passaggio a S. Marco. Forse la riunione non è stata soddisfacente per i No Grandi Navi . Venezia ha un sacco di altri problemi ben più gravi e questa psicosi verso le crociere e ' abbastanza assurda, visto che danno anche lavoro a tante persone.


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