martedì, agosto 06, 2013
“Una decisione incoraggiante” per Richard Kodjo, segretario generale del Fronte popolare ivoriano (Fpi), il partito dell’ex presidente Laurent Gbagbo ora principale forza di opposizione; una scelta “altamente simbolica…che segnerà una data nella storia del nostro paese” per il capo della Commissione dialogo, verità e riconciliazione (Cdvr), l’ex primo ministro Charles Konan Banny

Misna - Così parte della classe politica ha salutato la libertà provvisoria concessa dalla procura di Abidjan a 14 personalità legate all’ex presidente Gbagbo, tra cui il figlio Michel, arrestate dopo la grave crisi post-elettorale del 2010-2011 e in attesa di essere processati per gravi crimini. Un comunicato del ministero della Giustizia letto alla tv pubblica, precisa che tutte le procedure per il loro rinvio a giudizio procedono e “si conoscerà con certezza il loro esito entro la fine dell’anno”.
A beneficiare del provvedimento – emesso alla pre-vigilia dell’anniversario dell’indipendenza della Costa d’Avorio, il 7 agosto – saranno, fra gli altri, Pascal Affi N’Guessan, ex-presidente del Fpi, e Justin Koua, responsabile del settore giovanile del partito. La libertà provvisoria per Michel Gbagbo sarà annunciata in giornata, ha riferito uno dei suoi legali.

La giustizia ivoriana aveva annunciato il 10 luglio l’imminente processo di oltre 80 personalità vicine a Gbagbo, tra cui la moglie Simone, otto dei quali per genocidio durante la crisi elettorale, conclusa con 3000 vittime. La maggior parte degli accusati è detenuta da due anni o agli arresti domiciliari e in pochi hanno ottenuto finora la libertà provvisoria.

Detenuto dal novembre 2011 presso la Corte penale internazionale (Cpi), che lo sospetta di crimini contro l’umanità, Laurent Gbagbo sta ancora aspettando la formalizzazione delle accuse a suo carico. Alla fine del 2012 la Cpi ha spiccato un mandato di cattura nei confronti della moglie Simone, al quale le autorità di Abidjan non hanno ancora risposto.


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