domenica, agosto 25, 2013
E’ in grado di testare l'umore ovunque ci si trovi. Maschi più tristi se lontani da casa. 

Oltre ad aiutarci a comunicare e a navigare su Internet, il telefonino ci dirà anche quanto siamo felici e in che luogo del pianeta abbiamo raggiunto questo stato d'animo tanto ambito. Così sarà possibile anche avere una mappa delle capitali che ci mettono più di buon umore. Il tutto grazie ad una sofisticata 'App' sviluppata dai ricercatori dell'Università di Princeton (Usa), in grado di misurare quanto l'ambiente in cui si vive possa influenzare l'umore e il senso di benessere della persona. Stabilendo quindi quanto si è felici su una scala da 0 a 5.

I ricercatori hanno scoperto che i cellulari possono catturare in modo più efficiente questo tipo di informazioni, altrimenti difficili da registrare con altre metodiche d'indagine come i test scritti o le interviste. Ecco quindi la creazione di una App per il sistema operativo Android, usato in molti modelli di smartphone, che documenta la posizione di ogni persona e invia periodicamente la fatidica domanda, 'quanto sei felice?', a cui il proprietario del telefonino deve rispondere.

Allo studio, pubblicato su 'Demography', hanno partecipato 270 volontari in 13 Paesi, tra cui gli Usa, l'Australia, il Canada, la Cina, la Francia, la Germania, Israele, il Giappone, la Norvegia, la Corea del Sud, la Spagna, la Svezia e il Regno Unito.

Al gruppo è stato chiesto, tramite la App, di valutare in diversi momenti la felicità su una scala da 0 a 5. Dalle informazioni raccolte, i ricercatori hanno sviluppato un metodo d'analisi e realizzato una mappa che potrebbe portare a una migliore comprensione di come l'ambiente esterno, urbano o rurale, può influenzare o creare il benessere psicologico. Ebbene, i maschi tendevano a descrivere se stessi come "meno felici quando erano più lontano da casa - osserva la ricerca - mentre le donne non hanno mostrato una particolare difficoltà emotiva per quando erano distante dagli affetti più cari".

"Uno dei limiti di questo studio è quello di non essere rappresentativo di tutte le persone - precisa John Palmer, autore del lavoro - perché i partecipanti dovevano avere degli smartphone ed essere utenti della Rete. Inoltre è possibile che alle domande inviate dalla nostra App abbiamo risposto in maniera più convinta le persone con uno stato d'animo più sereno. Tuttavia - continua - il nostro studio dimostra le potenzialità del cellulare per questo tipo d'indagine. Oggi in questo mezzo è in grado di raggiungere gruppi di persone che possono essere meno accessibili tramite i tradizionali sondaggi porta a porta o le interviste".

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