martedì, agosto 06, 2013
Decine di migliaia di persone oggi in preghiera per la pace e per il no al nucleare 

Hiroshima - Decine di migliaia di persone si sono riunite questa mattina nel Parco della pace di Hiroshima per celebrare il 68mo anniversario del bombardamento nucleare della città. Alle 8.15 del mattino, ora in cui l'Enola Gay sganciò il primo ordigno atomico della storia dell'umanità, la popolazione ha osservato un minuto di silenzio. Subito dopo sono state liberate alcune colombe, simbolo di pace. Fra i presenti anche il vescovo della città, mons. Tommaso Manyo Maeda, e il premier Shinzo Abe. In questa giornata, è consuetudine suonare la "Campana della Pace" del municipio. Il Sindaco ha inoltre aggiunto al monumento che ricorda le vittime i nomi dei sopravvissuti (in giappone molto rispettati e noti con il nome di "hibakusha") che sono morti dallo scorso 6 agosto. Il sindaco Kazumi Matsui ha poi pronunciato un discorso in cui ha sottolineato l'importanza della pace: "Offriamo le noio una sstre preghiere per le anime di coloro che sono morti a causa della bomba atomica e ci impegniamo a fare tutto ciò che è in nostro potere per eliminare il male assoluto, ovvero gli armamenti nucleari, e giungere a un mondo che sia davvero in pace".

La Chiesa giapponese celebra questi 3 anniversari con un evento chiamato "Dieci giorni per la pace". Il presidente della Conferenza episcopale, l'arcivescovo di Tokyo mons. Pietro Takeo, ha inviato alla fine di giugno il messaggio annuale dei vescovi dal tema "Proteggere la dignità e i diritti dell'uomo per affermare la pace".

In Italia, per questa occasione, il presidente della repubblica Giorgio Napolitano ha fatto un discorso: "Custodire la memoria di quell'immane tragedia è un impegno primario.Un futuro di pace può costruirsi solo nella consapevolezza degli orrori,un potente monito per le giovani generazioni.E' nostro dovere rimanere vigili per scongiurare il ripetersi di tragedie come quelle di Hiroshima e Nagasaki e per dare una prospettiva di pace". Napolitano ha pronunciato queste parole in occasione della commemorazione della tragedia di Hiroshima, organizzata dal Comitato"Terra e pace".


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