giovedì, agosto 08, 2013
Sono le cellule più studiate nel campo della ricerca biomedica. Raggiunto un accordo con i parenti sull'uso per ricerca 

Il Dna delle cellule 'immortali' di Henrietta Lacks trova finalmente pace 'legale': l'uso delle cellule più sfruttate dalla ricerca medica e al centro di polemiche in quanto ottenute senza autorizzazione, trova soluzione grazie a un accordo fra i National Institutes of Health (Nih) degli Usa e la famiglia della donna, morta di tumore nel 1951. Le cellule asportate all'epoca alla Lacks (chiamate HeLa) sono, grazie alle loro caratteristiche, le più studiate e importanti nella ricerca sul cancro. ''L'accordo raggiunto - ha spiegato Giuseppe Novelli, genetista dell'università di Roma Tor Vergata - è molto importante in particolare sotto due aspetti: fornisce uno standard alle cellule più usate al mondo e richiama l'attenzione, mettendo fine a una lunga polemica, sulla necessità chiare di norme etiche''.

Note come le 'immortali', le HeLa sono cellule di un cancro alla cervice prelevate alla donna afroamericana nel 1951, pochi mesi prima di morire, e che sono diventate nel tempo le cellule più usate nel campo della ricerca medica, ad esempio per lo studio di tumori e vaccini. La particolarità risiede nella loro capacità di riprodursi molto rapidamente, ogni 24 ore, e in maniera indefinita a causa di una mutazione provocata dalla stessa malattia, e per queste ragioni sono dette immortali.

L'enorme diffusione di questa linea cellulare aveva sollevato nel tempo grandi problemi di natura etica e contestazioni economiche in quanto le HeLa vennero prelevate e poi diffuse senza alcun consenso della paziente o dei parenti.

Ora, a distanza di oltre 60 anni, attraverso l'accordo stretto tra l'Nih e i parenti della Lacks, i dati genetici saranno posti in un database controllato e per usarli i ricercatori saranno obbligati ad accettare le condizioni definite dall'accordo con la famiglia.

''All'epoca della Lacks - ha proseguito Novelli, anche membro del comitato etico di Tor Vergata - non esistevano norme sull'uso dei campioni, mentre oggi i pazienti hanno diritto al cosiddetto consenso informato. Come comitato etico noi vogliamo che le documentazioni riportino l'uso specifico dei campioni e l'indicazione se verranno utilizzati a scopo commerciale.

Riteniamo infatti cruciale il diritto di sapere dove siano le mie cellule, a chi vengono mandate, oppure che chi le riceve non le mandi ad altri senza una specifica autorizzazione. In Italia sarebbe inoltre opportuno che le normative vengano organizzate da un unico centro a livello nazionale e non a livello di singole università come accade oggi''. -

 fonte articolo 


Sono presenti 0 commenti

Inserisci un commento

Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.



___________________________________________________________________________________________
Testata giornalistica iscritta al n. 5/11 del Registro della Stampa del Tribunale di Pisa
Proprietario ed Editore: Fabio Gioffrè
Sede della Direzione: via Socci 15, Pisa