“Se non fossimo stati certi della vittoria, non avremo avuto la capacità di resistere e di portare avanti la nostra battaglia dopo più due anni di aggressione”
Misna - Lo ha detto il presidente Bashar al-Assad in un messaggio rivolto all’esercito nel giorno del 68° anniversario dalla sua istituzione. Nel testo, pubblicato dall’agenzia di stampa ufficiale Sana, il capo dello Stato si è detto “fiducioso nelle capacità” dei soldati che “stanno dando prova di raro coraggio e resistenza nella battaglia contro il terrorismo”, convinto che i militari “porteranno a termine con successo la missione nazionale”.
Le parole di Assad sono state pronunciate mentre le truppe di Damasco, sostenute dagli Hezbollah libanesi, hanno appena riconquistato il quartiere di Khaldiyé a Homs, terza città del paese e tra i simboli della ribellione, dopo un mese di violenti bombardamenti. Lo scorso giugno le forze lealiste erano riuscite a riprendere il controllo di Qusayr, località situata a soli dieci chilometri dal confine con il Libano e snodo cruciale per il transito di armi e munizioni verso la Siria.
Ma violenze vengono segnalati anche su altri fronti. Rinforzi militari dovrebbero essere dispiegati ad Aleppo (nord), mentre scontri sono in corso nella vicina località di Khan al-Assal. A Damasco e dintorni ribelli e soldati stanno combattendo nella zona di Barzé, quartiere al nord della capitale, e a Jamaraya, dove sei funzionari di un centro di ricerche scientifiche hanno perso la vita e altri 19 sono rimasti feriti da un colpo di mortaio caduto sull’edificio. A Zabadani, nella provincia di Damasco, due dirigenti politici locali che operavano come mediatori tra le parti sono stati assassinati da un non meglio identificato “gruppo terroristico”.
Inoltre in due villaggi della provincia nord-orientale di Aleppo, gruppi di jihadisti legati ad Al Qaeda avrebbero preso in ostaggio circa 200 civili curdi, all’indomani di pesanti scontri con una brigata di combattenti curdi affiliata all’Esercito siriano libero, principale gruppo nella nebulosa dell’opposizione armata siriana. Nelle ultime settimane è cresciuto il dissenso tra le varie componenti della ribellione attiva sul territorio siriano, in particolare l’ostilità è sempre più marcata tra i gruppi locali e i miliziani legati a movimenti stranieri, tra cui lo Stato islamico in Iraq e nel Levante e ancora Fronte al Nusra, due sigle affiliate ad Al Qaida. I combattenti curdi sono riusciti ad avere la meglio sui jihadisti, riconquistando diversi settori delle regioni nord e nord-orientali della Siria, in particolare la località strategica di Ras al Ain, alla frontiera col Libano.
Misna - Lo ha detto il presidente Bashar al-Assad in un messaggio rivolto all’esercito nel giorno del 68° anniversario dalla sua istituzione. Nel testo, pubblicato dall’agenzia di stampa ufficiale Sana, il capo dello Stato si è detto “fiducioso nelle capacità” dei soldati che “stanno dando prova di raro coraggio e resistenza nella battaglia contro il terrorismo”, convinto che i militari “porteranno a termine con successo la missione nazionale”.
Le parole di Assad sono state pronunciate mentre le truppe di Damasco, sostenute dagli Hezbollah libanesi, hanno appena riconquistato il quartiere di Khaldiyé a Homs, terza città del paese e tra i simboli della ribellione, dopo un mese di violenti bombardamenti. Lo scorso giugno le forze lealiste erano riuscite a riprendere il controllo di Qusayr, località situata a soli dieci chilometri dal confine con il Libano e snodo cruciale per il transito di armi e munizioni verso la Siria.
Ma violenze vengono segnalati anche su altri fronti. Rinforzi militari dovrebbero essere dispiegati ad Aleppo (nord), mentre scontri sono in corso nella vicina località di Khan al-Assal. A Damasco e dintorni ribelli e soldati stanno combattendo nella zona di Barzé, quartiere al nord della capitale, e a Jamaraya, dove sei funzionari di un centro di ricerche scientifiche hanno perso la vita e altri 19 sono rimasti feriti da un colpo di mortaio caduto sull’edificio. A Zabadani, nella provincia di Damasco, due dirigenti politici locali che operavano come mediatori tra le parti sono stati assassinati da un non meglio identificato “gruppo terroristico”.
Inoltre in due villaggi della provincia nord-orientale di Aleppo, gruppi di jihadisti legati ad Al Qaeda avrebbero preso in ostaggio circa 200 civili curdi, all’indomani di pesanti scontri con una brigata di combattenti curdi affiliata all’Esercito siriano libero, principale gruppo nella nebulosa dell’opposizione armata siriana. Nelle ultime settimane è cresciuto il dissenso tra le varie componenti della ribellione attiva sul territorio siriano, in particolare l’ostilità è sempre più marcata tra i gruppi locali e i miliziani legati a movimenti stranieri, tra cui lo Stato islamico in Iraq e nel Levante e ancora Fronte al Nusra, due sigle affiliate ad Al Qaida. I combattenti curdi sono riusciti ad avere la meglio sui jihadisti, riconquistando diversi settori delle regioni nord e nord-orientali della Siria, in particolare la località strategica di Ras al Ain, alla frontiera col Libano.
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