Tweet del Papa: non possiamo dormire tranquilli con bambini che muoiono di fame e anziani senza cure
“Non possiamo dormire tranquilli mentre bambini muoiono di fame e anziani non hanno assistenza medica”. E’ il tweet lanciato oggi da Papa Francesco sul suo account in 9 lingue @Pontifex seguito da oltre 8,5 milioni di follower. In molte occasioni, il Pontefice ha messo l’accento sulla tutela dei più deboli, criticando radicalmente la “cultura dello scarto”. Riproponiamo alcune parole del Papa nel servizio di Alessandro Gisotti.
Radio Vaticana - Custodire i più deboli, i poveri perché loro sono “la carne sofferente di Cristo”. Papa Francesco, con le parole e ancor più con gesti come la visita a Lampedusa e alla favela di Varginha, sta testimoniando quanto sia importante non rimanere indifferenti alle sofferenze degli esclusi. Un’attenzione particolare il Papa la rivolge proprio ai bambini e agli anziani, distanti anagraficamente eppure così vicini nella loro fragilità, nella necessità di amore, di custodia appunto. Sono loro, ha avvertito Papa Francesco, le prime vittime della “cultura dello scarto”: i bambini poveri, i bimbi non nati e gli anziani come i disabili, persone che diventano invisibili agli occhi di una società che tiene in conto solo chi produce. La vita che vale meno di un titolo in Borsa: “Se una notte di inverno, qui vicino in via Ottaviano, per esempio, muore una persona, quella non è notizia. Se in tante parti del mondo ci sono bambini che non hanno da mangiare, quella non è notizia, sembra normale. Non può essere così! (…) Al contrario, un abbassamento di dieci punti nelle borse di alcune città, costituisce una tragedia. Uno che muore non è una notizia, ma se si abbassano di dieci punti le borse è una tragedia! Così le persone vengono scartate, come se fossero rifiuti”. (Udienza generale, 5 giugno)
Le persone, invece, è il monito del Papa, vanno sempre custodite, mai rifiutate. E significativamente, alla Gmg di Rio de Janeiro, Papa Francesco coglie l’occasione di una tribuna planetaria di giovani per ricordare che proprio la gioventù ha tanto da imparare dagli anziani. Il Papa, che ama citare la nonna materna quale esempio di saggezza, chiede ai giovani di non escludere gli anziani così preziosi nel trasmettere fede, valori, memoria: “Uno – osserva il Papa parlando ai giovani argentini, nella Cattedrale di Rio - potrebbe pensare che ci sia una specie di eutanasia nascosta, cioè non ci si prende cura degli anziani”. Ma, denuncia, “c’è anche un’eutanasia culturale, perché non li si lascia parlare, non li si lascia agire”. Allora, è l’esortazione del Papa, “i giovani devono emergere, devono farsi valere” e “gli anziani devono aprire la bocca” e “insegnarci”, devono “trasmettere la saggezza dei popoli”.
Radio Vaticana - Custodire i più deboli, i poveri perché loro sono “la carne sofferente di Cristo”. Papa Francesco, con le parole e ancor più con gesti come la visita a Lampedusa e alla favela di Varginha, sta testimoniando quanto sia importante non rimanere indifferenti alle sofferenze degli esclusi. Un’attenzione particolare il Papa la rivolge proprio ai bambini e agli anziani, distanti anagraficamente eppure così vicini nella loro fragilità, nella necessità di amore, di custodia appunto. Sono loro, ha avvertito Papa Francesco, le prime vittime della “cultura dello scarto”: i bambini poveri, i bimbi non nati e gli anziani come i disabili, persone che diventano invisibili agli occhi di una società che tiene in conto solo chi produce. La vita che vale meno di un titolo in Borsa: “Se una notte di inverno, qui vicino in via Ottaviano, per esempio, muore una persona, quella non è notizia. Se in tante parti del mondo ci sono bambini che non hanno da mangiare, quella non è notizia, sembra normale. Non può essere così! (…) Al contrario, un abbassamento di dieci punti nelle borse di alcune città, costituisce una tragedia. Uno che muore non è una notizia, ma se si abbassano di dieci punti le borse è una tragedia! Così le persone vengono scartate, come se fossero rifiuti”. (Udienza generale, 5 giugno)
Le persone, invece, è il monito del Papa, vanno sempre custodite, mai rifiutate. E significativamente, alla Gmg di Rio de Janeiro, Papa Francesco coglie l’occasione di una tribuna planetaria di giovani per ricordare che proprio la gioventù ha tanto da imparare dagli anziani. Il Papa, che ama citare la nonna materna quale esempio di saggezza, chiede ai giovani di non escludere gli anziani così preziosi nel trasmettere fede, valori, memoria: “Uno – osserva il Papa parlando ai giovani argentini, nella Cattedrale di Rio - potrebbe pensare che ci sia una specie di eutanasia nascosta, cioè non ci si prende cura degli anziani”. Ma, denuncia, “c’è anche un’eutanasia culturale, perché non li si lascia parlare, non li si lascia agire”. Allora, è l’esortazione del Papa, “i giovani devono emergere, devono farsi valere” e “gli anziani devono aprire la bocca” e “insegnarci”, devono “trasmettere la saggezza dei popoli”.
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