lunedì, settembre 09, 2013
Il voto australiano che ha dato la vittoria alla Camera dei Rappresentanti alla Coalizione Liberal-nazionale ha definito, insieme alle più pesante sconfitta dei Laburisti in cent’anni di storia, anche una brusca sterzata nella vita del paese. 

Misna - La coalizione dei tre partiti di centro-destra ha vinto il 53% delle preferenze contro il 47% degli avversari maggiori, ovvero 91 seggi (10 tolti ai Laburisti e 2 agli indipendenti) contro 57. I Laburisti sono però riusciti a portare in Parlamento di Canberra la prima donna di origine aborigena, Nova Peris. Diversa e in salita, appare al momento per i conservatori la strada verso il controllo del Senato, dove i risultati definitivi si sapranno a giorni, ma dove saranno decisivi con ogni probabilità i partiti minori e gli indipendenti. Un trionfo, quello che i 14 milioni di votanti hanno garantito al partito perdente nelle precedenti tornate elettorali del 2007 e 2010 e che ora torna al potere sotto la guida del 55enne Tony Abbott, a capo del suo Partito Liberale dal 2009. A conferma della fama di personaggio deciso, già da oggi Abbott inizierà a lavorare per concretizzare il suo programma elettorale che ha al centro il rilancio dell’economia ma anche temi che hanno segnato profondamente il dibattito politico degli ultimi anni.

Confermata la volontà di cancellare la “carbon tax” e qualunque altro provvedimento che possa ridurre ulteriormente la competitività australiana in una situazione complessiva in contrazione, sostituendoli con incentivi alle aziende meno inquinanti e con la crescita di 20 milioni di alberi in tutto il paese.

Con un programma meno socialmente orientato di quello del precedente esecutivo laburista, ma anche meno dipendente dalla sua industria mineraria e dalle potenze emergenti in Asia, il nuovo premier ha anche promesso un ridimensionamento del bilancio statale, con il taglio di molte spese, e la riduzione di 4 miliardi di dollari Usa dei sostanziosi aiuti allo sviluppo. Un provvedimento, quest’ultimo, che preoccupa il governo neozelandese, che ha ricordato come il sostegno australiano sia determinante per diverse nazioni isolane del Pacifico, colpite da siccità e fenomeni naturali avversi, in previsione della crisi ambientale dovuta all’innalzamento delle acque oceaniche.

Abbott ha confermato come prioritario anche il suo secondo cavallo di battaglia, quello del rigore verso l’immigrazione e in particolare quella irregolare, incluse le migliaia di richiedenti asilo che continuano a cercare un approdo sulle coste australiane. Oltre a anticiparne se possibile l’applicazione, la politica di respingimento già approvata e che sarebbe dovuta entrare in vigore dal gennaio 2014 potrebbe essere ulteriormente inasprita, affidandone il controllo ai militari.


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