Papa Francesco si appresta a rendere omaggio al Santo a cui ha ispirato e ispirerà tutto il suo pontificato: le virtù francescane della povertà, della fraternità e del desiderio della vita eterna saranno l’itinerario spirituale del Santo Padre
Tre sono i temi su cui desidero soffermarmi: la visita del Papa ad Assisi, la trasformazione della ricorrenza religiosa del 4 ottobre in solennità civile e giornata della pace, della fraternità e del dialogo tra appartenenti a culture e religioni diverse (in onore dei Patroni d’Italia S. Francesco d’Assisi e S. Caterina da Siena) e infine il transito di San Francesco, che sarà celebrato dal Cardinal Ravasi nella basilica dell’Ara Coeli in Roma il prossimo 3 ottobre. Nel primo tema c’è tutto il senso del viaggio del Papa: sono infatti i poveri, il clero, i consacrati, i disabili, gli ammalati e i giovani umbri coloro che beneficeranno della visita di Papa Francesco il prossimo 4 ottobre ad Assisi. “La Chiesa si deve spogliare” è il tema scelto dal Santo Padre, e secondo questo itinerario spirituale si svolgerà anche l’ intenso programma della visita, che si concentra in una giornata e che prevede, oltre a 6 discorsi, un suo pellegrinaggio con visite private ai luoghi francescani: dalle chiese di San Damiano e Santa Maria Maggiore alla tomba di San Francesco, dall’Eremo delle Carceri alla basilica di Santa Chiara (con la venerazione del corpo della Santa e la preghiera silenziosa davanti al crocifisso di San Damiano), dalla preghiera nella Porziuncola alla visita al santuario di Rivotorto. Ma la prima novità è che le varie tappe del viaggio racchiudono “un messaggio che si coglie riprendendo i testi e la vita di San Francesco”. “Voglio spiegare come la Chiesa si deve spogliare”, avrebbe detto Papa Francesco al vescovo di Assisi in occasione del loro incontro, e questa sarà la chiave di lettura della visita di un Papa che “vuole mettersi sulle orme di Francesco”…
Il secondo tema francescano che il Santo Padre affronterà, e che si sta facendo sempre più strada nei media e nella società, è quello della pace. Non a caso le associazioni romane che si ispirano a santa Caterina da Siena e a san Francesco d’Assisi insieme ai Domenicani e ai Francescani del Palatino si sono interrogati sulle possibilità offerte dalla legge n. 24 del 10 febbraio 2005 riguardante il "riconoscimento del 4 ottobre quale solennità civile e giornata della pace, della fraternità e del dialogo tra appartenenti a culture e religioni diverse, in onore dei Patroni d’Italia S. Francesco d’Assisi e S. Caterina da Siena”. Si tratta - per il comitato - di una "legge di eccellenza per l’altissimo obiettivo formativo degli studenti quali cittadini consapevoli della loro responsabilità nella convivenza civile". E’ una iniziativa che coinvolge quindi insegnanti ed educatori, che non devono limitarsi ad istruire i ragazzi nelle loro materie specifiche ma sono anche chiamati ad incoraggiare e testimoniare la cultura della pace, della fraternità e del dialogo cui aspirano tutte le culture e tutte le religioni. Francesco e Caterina infatti hanno testimoniato "il significato dell’appartenenza all’umanità nella fraternità e nella pace". Il giorno 4 ottobre ci saranno quindi delle iniziative perché questa legge venga attuata proprio in concomitanza della visita ad Assisi di Papa Francesco.
Ma la povertà e la fratellanza tanto praticate da San Francesco avevano come fonte, ma anche come fine ultimo, l’incontro con la vita, e questa vita ha un nome: Gesù Cristo. E’ lui la sola speranza che non delude e non muore mai. Siamo davvero consapevoli noi cristiani che veniamo da Dio e dobbiamo camminare continuamente nelle sue vie, chiamati a rendere ragione della speranza che è radicata in noi? Il Santo, con la sua fede, sembra dirci: “Non si vive per morire, ma si muore per vivere”; è l’invito a liberarci dagli idoli che ci tengono prigionieri. Nella visita che Papa Francesco compirà alla Porziuncola, una delle ultime tappe, il Santo Padre ci inviterà a meditare che la morte è una sorella che ci condurrà all’incontro con il Padre e che se avremo praticato la povertà e la fratellanza non dovremo temere alcunché: «Laudato sì, mi Signore, per sora nostra morte corporale, da la quale nullo omo vivente po’ scampare. Guai a quelli che morrano ne le peccata mortali! Beati quelli che troverà ne le tue sactissime voluntati, ca la morte secunda no li farà male». Ecco l’itinerario spirituale di Papa Francesco, e proprio lo stesso giorno gli farà eco sullo stesso argomento il Cardinal Ravasi nella basilica dell’Ara Coeli.
Ad ottobre quindi la spiritualità francescana investirà i massimi esponenti della Chiesa, che la testimonieranno e la renderanno più viva nella società contemporanea, desiderosa di essere fecondata da semi così intensi e significativi.
di Carlo Mafera
Tre sono i temi su cui desidero soffermarmi: la visita del Papa ad Assisi, la trasformazione della ricorrenza religiosa del 4 ottobre in solennità civile e giornata della pace, della fraternità e del dialogo tra appartenenti a culture e religioni diverse (in onore dei Patroni d’Italia S. Francesco d’Assisi e S. Caterina da Siena) e infine il transito di San Francesco, che sarà celebrato dal Cardinal Ravasi nella basilica dell’Ara Coeli in Roma il prossimo 3 ottobre. Nel primo tema c’è tutto il senso del viaggio del Papa: sono infatti i poveri, il clero, i consacrati, i disabili, gli ammalati e i giovani umbri coloro che beneficeranno della visita di Papa Francesco il prossimo 4 ottobre ad Assisi. “La Chiesa si deve spogliare” è il tema scelto dal Santo Padre, e secondo questo itinerario spirituale si svolgerà anche l’ intenso programma della visita, che si concentra in una giornata e che prevede, oltre a 6 discorsi, un suo pellegrinaggio con visite private ai luoghi francescani: dalle chiese di San Damiano e Santa Maria Maggiore alla tomba di San Francesco, dall’Eremo delle Carceri alla basilica di Santa Chiara (con la venerazione del corpo della Santa e la preghiera silenziosa davanti al crocifisso di San Damiano), dalla preghiera nella Porziuncola alla visita al santuario di Rivotorto. Ma la prima novità è che le varie tappe del viaggio racchiudono “un messaggio che si coglie riprendendo i testi e la vita di San Francesco”. “Voglio spiegare come la Chiesa si deve spogliare”, avrebbe detto Papa Francesco al vescovo di Assisi in occasione del loro incontro, e questa sarà la chiave di lettura della visita di un Papa che “vuole mettersi sulle orme di Francesco”…
Il secondo tema francescano che il Santo Padre affronterà, e che si sta facendo sempre più strada nei media e nella società, è quello della pace. Non a caso le associazioni romane che si ispirano a santa Caterina da Siena e a san Francesco d’Assisi insieme ai Domenicani e ai Francescani del Palatino si sono interrogati sulle possibilità offerte dalla legge n. 24 del 10 febbraio 2005 riguardante il "riconoscimento del 4 ottobre quale solennità civile e giornata della pace, della fraternità e del dialogo tra appartenenti a culture e religioni diverse, in onore dei Patroni d’Italia S. Francesco d’Assisi e S. Caterina da Siena”. Si tratta - per il comitato - di una "legge di eccellenza per l’altissimo obiettivo formativo degli studenti quali cittadini consapevoli della loro responsabilità nella convivenza civile". E’ una iniziativa che coinvolge quindi insegnanti ed educatori, che non devono limitarsi ad istruire i ragazzi nelle loro materie specifiche ma sono anche chiamati ad incoraggiare e testimoniare la cultura della pace, della fraternità e del dialogo cui aspirano tutte le culture e tutte le religioni. Francesco e Caterina infatti hanno testimoniato "il significato dell’appartenenza all’umanità nella fraternità e nella pace". Il giorno 4 ottobre ci saranno quindi delle iniziative perché questa legge venga attuata proprio in concomitanza della visita ad Assisi di Papa Francesco.
Ma la povertà e la fratellanza tanto praticate da San Francesco avevano come fonte, ma anche come fine ultimo, l’incontro con la vita, e questa vita ha un nome: Gesù Cristo. E’ lui la sola speranza che non delude e non muore mai. Siamo davvero consapevoli noi cristiani che veniamo da Dio e dobbiamo camminare continuamente nelle sue vie, chiamati a rendere ragione della speranza che è radicata in noi? Il Santo, con la sua fede, sembra dirci: “Non si vive per morire, ma si muore per vivere”; è l’invito a liberarci dagli idoli che ci tengono prigionieri. Nella visita che Papa Francesco compirà alla Porziuncola, una delle ultime tappe, il Santo Padre ci inviterà a meditare che la morte è una sorella che ci condurrà all’incontro con il Padre e che se avremo praticato la povertà e la fratellanza non dovremo temere alcunché: «Laudato sì, mi Signore, per sora nostra morte corporale, da la quale nullo omo vivente po’ scampare. Guai a quelli che morrano ne le peccata mortali! Beati quelli che troverà ne le tue sactissime voluntati, ca la morte secunda no li farà male». Ecco l’itinerario spirituale di Papa Francesco, e proprio lo stesso giorno gli farà eco sullo stesso argomento il Cardinal Ravasi nella basilica dell’Ara Coeli.
Ad ottobre quindi la spiritualità francescana investirà i massimi esponenti della Chiesa, che la testimonieranno e la renderanno più viva nella società contemporanea, desiderosa di essere fecondata da semi così intensi e significativi.
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