L’arte ha da sempre avuto il compito di creare realtà dirompenti, trasversali, che riuscissero a sdoganare cliché e rigide convenzioni...
di Fancesca Filippi
Se osserviamo nella sua globalità l’arte contemporanea, salta subito all’occhio quanti progressi siano stati fatti in numerosi campi, soprattutto se concentriamo l’attenzione sui metodi di realizzazione di un’opera figurativa, con un modus operandi completamente nuovo e originale, che mira continuamente al superamento di se stesso: materiali umili e sempre meno canonici scelti e impiegati come base delle creazioni, in sostituzione di tela e cavalletto. Dall’Inghilterra arriva la proposta esplosiva di Nick Gentry, artista che ha acquisito, grazie alla sua inventiva, una fama internazionale: la novità delle sue opere consiste nell’aver scelto materiali “di scarto” provenienti dalla storia degli ultimi anni. In particolare gli anni ’80 e ’90, che al giorno d’oggi appaiono come un periodo di transizione: vent’anni segnati da un susseguirsi continuo di mode, senza che nessuna lasciasse davvero il segno. O almeno così pare. Di sicuro abbiamo vissuto quei due decenni con la frenesia di chi aspetta di uscire dal vecchio secolo per entrare nel nuovo millennio. L’artista inglese Nick Gentry, ispirandosi proprio a quel passato recente di cui è rimasto poco o nulla, ha posto le basi per la creazione dell’ “arte dell’obsoleto”, una corrente innovativa ed irriverente che prende come riferimento oggetti andati in disuso col passare del tempo. E infatti gli oggetti che Gentry predilige come base per i suoi ritratti provengono specialmente dalla tecnologia di qualche decennio fa, ormai soppiantata dai modernissimi ritrovati hi-tech: I-pad, I-phone e simili. Si tratta di materiali ormai desueti, che hanno caratterizzato la nostra quotidianità nel passato: floppy disk, vhs e cd-rom vengono utilizzati come supporto per la realizzazione di quadri suburbani che ritraggono personaggi casuali, che passano silenziosi sullo sfondo della metropoli. Protagonisti inconsapevoli dell’opera, immortalati come se fossero stati colti alla sprovvista, le figure dipinte da Gentry costituiscono l’esempio emblematico della transitorietà, dell’epoca di passaggio, analogamente agli oggetti su cui sono stati rappresentati.
Un’arte del riciclo quella di Nick Gentry, che si ripropone in primo luogo di far rinascere dalle ceneri un’epoca accantonata nel dimenticatoio insieme alle innovazioni che ha generato. Rivalutare il presente attraverso il passato è lo scopo principale del giovane artista inglese, che trasforma vecchi apparecchi elettronici in strumenti artistici: l’obiettivo di Gentry è quello di garantire la loro rinascita sotto altre sembianze, per la resurrezione simbolica di un’epoca che rivendica il suo diritto di essere ricordata.
di Fancesca Filippi
Se osserviamo nella sua globalità l’arte contemporanea, salta subito all’occhio quanti progressi siano stati fatti in numerosi campi, soprattutto se concentriamo l’attenzione sui metodi di realizzazione di un’opera figurativa, con un modus operandi completamente nuovo e originale, che mira continuamente al superamento di se stesso: materiali umili e sempre meno canonici scelti e impiegati come base delle creazioni, in sostituzione di tela e cavalletto. Dall’Inghilterra arriva la proposta esplosiva di Nick Gentry, artista che ha acquisito, grazie alla sua inventiva, una fama internazionale: la novità delle sue opere consiste nell’aver scelto materiali “di scarto” provenienti dalla storia degli ultimi anni. In particolare gli anni ’80 e ’90, che al giorno d’oggi appaiono come un periodo di transizione: vent’anni segnati da un susseguirsi continuo di mode, senza che nessuna lasciasse davvero il segno. O almeno così pare. Di sicuro abbiamo vissuto quei due decenni con la frenesia di chi aspetta di uscire dal vecchio secolo per entrare nel nuovo millennio. L’artista inglese Nick Gentry, ispirandosi proprio a quel passato recente di cui è rimasto poco o nulla, ha posto le basi per la creazione dell’ “arte dell’obsoleto”, una corrente innovativa ed irriverente che prende come riferimento oggetti andati in disuso col passare del tempo. E infatti gli oggetti che Gentry predilige come base per i suoi ritratti provengono specialmente dalla tecnologia di qualche decennio fa, ormai soppiantata dai modernissimi ritrovati hi-tech: I-pad, I-phone e simili. Si tratta di materiali ormai desueti, che hanno caratterizzato la nostra quotidianità nel passato: floppy disk, vhs e cd-rom vengono utilizzati come supporto per la realizzazione di quadri suburbani che ritraggono personaggi casuali, che passano silenziosi sullo sfondo della metropoli. Protagonisti inconsapevoli dell’opera, immortalati come se fossero stati colti alla sprovvista, le figure dipinte da Gentry costituiscono l’esempio emblematico della transitorietà, dell’epoca di passaggio, analogamente agli oggetti su cui sono stati rappresentati.
Un’arte del riciclo quella di Nick Gentry, che si ripropone in primo luogo di far rinascere dalle ceneri un’epoca accantonata nel dimenticatoio insieme alle innovazioni che ha generato. Rivalutare il presente attraverso il passato è lo scopo principale del giovane artista inglese, che trasforma vecchi apparecchi elettronici in strumenti artistici: l’obiettivo di Gentry è quello di garantire la loro rinascita sotto altre sembianze, per la resurrezione simbolica di un’epoca che rivendica il suo diritto di essere ricordata.
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