La mostra organizzata dall’istituto buddista italiano Soka Gakkai per la sensibilizzazione al disarmo nucleare arriva al Castello Pasquini di Castiglioncello dal 26 settembre al 3 di ottobre (in forma ridotta) e a Livorno dal 10 gennaio al 2 di febbraio.
“Trasformare lo spirito umano per un mondo libero da armi nucleari” è lo slogan della mostra che nasce con lo scopo di sensibilizzare le persone al disarmo nucleare sottolineando che il vero nemico da affrontare è il modo di pensare che giustifica le armi . Il cammino di sensibilizzazione intrapreso dal presidente della Soka Gakkai (società per la creazione di valore) Daisaku Ikeda nasce con lo scopo di diffondere una concreta cultura di pace attraverso un percorso di immagini, documenti e testimonianze di coloro che vissero il dramma di Hiroshima e Nagasaki. L’evento è aperto a tutti ed è pensato soprattutto per le giovani generazioni, destinate a raccogliere il testimone del futuro del pianeta per renderlo un luogo dove l’uso della violenza e l’utilizzo di armi di distruzione di massa siano sostituiti dal dialogo per la pace e dalla creazione di valore.
La mostra è composta da 42 pannelli nel percorso principale e 11 pannelli nel percorso dedicato ai bambini; per maggiori informazioni consultare il sito www.senzatomica.it. In particolare il percorso della mostra è articolato in quattro grandi temi: garantire l’inalienabile diritto alla vita di tutti i popoli, passare dalla sicurezza basata sulle armi alla sicurezza basata sul soddisfacimento dei bisogni fondamentali degli esseri umani, trasformare la visione dalla cultura della paura ad una basata sulla fiducia reciproca e infine le azioni che costruiscono la pace. Gli organizzatori della mostra hanno ideato un percorso nel quale il visitatore viene messo in grado prima di comprendere i rischi che gli armamenti nucleari rappresentano per l’intera comunità umana e successivamente di come, partendo da un singolo individuo, si possano attuare delle politiche attive di pace e rispetto verso il pianeta ed ogni essere vivente.
In merito a ciò il terzo presidente della SGI Daisaku Ikeda in una delle sue proposta di pace che ogni anno scrive per le Nazioni Unite, per costruire una solidarietà globale per l’abolizione del nucleare, afferma: “Se le armi nucleari sono la massima rappresentazione delle forze in grado di dividere e distruggere il mondo, esse possono essere neutralizzate solo dalla solidarietà dei cittadini comuni, che ha il potere di fare della speranza una forza irresistibile che trasforma la storia”.
In un epoca come quella che stiamo vivendo, in cui i conflitti tra persone e tra paesi sono all’ordine del giorno, questa mostra nasce con l’intento di dare una luce di speranza a tutte le persone che credono che la pace mondiale sia un’ utopia, che nessuno singolarmente possa far nulla contro la guerra. Ed è per questo che il tema fondamentale della mostra è il “disarmo interiore”, cambiare il punto di vista, mettere a fuoco uno spazio nuovo, aprire gli occhi su altro, altro da me, per imparare a diventare una persona che non pensa per opposizioni, che non cerca di affermare solo per difendersi o per vincere e che prova a confrontarsi in “maniera disarmata”. Un nuovo modo di pensare se stessi nel mondo e in relazione con gli altri, basato sulla ricerca del dialogo e dell’ascolto, su una cultura che valorizzi e non demonizzi la diversità; dalla dissoluzione dei piccoli conflitti si può forse arrivare a dissolvere quelli più grandi.
“Trasformare lo spirito umano per un mondo libero da armi nucleari” è lo slogan della mostra che nasce con lo scopo di sensibilizzare le persone al disarmo nucleare sottolineando che il vero nemico da affrontare è il modo di pensare che giustifica le armi . Il cammino di sensibilizzazione intrapreso dal presidente della Soka Gakkai (società per la creazione di valore) Daisaku Ikeda nasce con lo scopo di diffondere una concreta cultura di pace attraverso un percorso di immagini, documenti e testimonianze di coloro che vissero il dramma di Hiroshima e Nagasaki. L’evento è aperto a tutti ed è pensato soprattutto per le giovani generazioni, destinate a raccogliere il testimone del futuro del pianeta per renderlo un luogo dove l’uso della violenza e l’utilizzo di armi di distruzione di massa siano sostituiti dal dialogo per la pace e dalla creazione di valore.
La mostra è composta da 42 pannelli nel percorso principale e 11 pannelli nel percorso dedicato ai bambini; per maggiori informazioni consultare il sito www.senzatomica.it. In particolare il percorso della mostra è articolato in quattro grandi temi: garantire l’inalienabile diritto alla vita di tutti i popoli, passare dalla sicurezza basata sulle armi alla sicurezza basata sul soddisfacimento dei bisogni fondamentali degli esseri umani, trasformare la visione dalla cultura della paura ad una basata sulla fiducia reciproca e infine le azioni che costruiscono la pace. Gli organizzatori della mostra hanno ideato un percorso nel quale il visitatore viene messo in grado prima di comprendere i rischi che gli armamenti nucleari rappresentano per l’intera comunità umana e successivamente di come, partendo da un singolo individuo, si possano attuare delle politiche attive di pace e rispetto verso il pianeta ed ogni essere vivente.
In merito a ciò il terzo presidente della SGI Daisaku Ikeda in una delle sue proposta di pace che ogni anno scrive per le Nazioni Unite, per costruire una solidarietà globale per l’abolizione del nucleare, afferma: “Se le armi nucleari sono la massima rappresentazione delle forze in grado di dividere e distruggere il mondo, esse possono essere neutralizzate solo dalla solidarietà dei cittadini comuni, che ha il potere di fare della speranza una forza irresistibile che trasforma la storia”.
In un epoca come quella che stiamo vivendo, in cui i conflitti tra persone e tra paesi sono all’ordine del giorno, questa mostra nasce con l’intento di dare una luce di speranza a tutte le persone che credono che la pace mondiale sia un’ utopia, che nessuno singolarmente possa far nulla contro la guerra. Ed è per questo che il tema fondamentale della mostra è il “disarmo interiore”, cambiare il punto di vista, mettere a fuoco uno spazio nuovo, aprire gli occhi su altro, altro da me, per imparare a diventare una persona che non pensa per opposizioni, che non cerca di affermare solo per difendersi o per vincere e che prova a confrontarsi in “maniera disarmata”. Un nuovo modo di pensare se stessi nel mondo e in relazione con gli altri, basato sulla ricerca del dialogo e dell’ascolto, su una cultura che valorizzi e non demonizzi la diversità; dalla dissoluzione dei piccoli conflitti si può forse arrivare a dissolvere quelli più grandi.
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