sabato, ottobre 26, 2013
Larghe intese sì, ma non sull’Antimafia. Si spacca il fronte del Governo sulle nomine dei vertici per l’avvio della Commissione parlamentare antimafia, poi Sel e Pd convergono con 25 voti sul nome di Rosy Bindi, ex presidente del Partito democratico. Al suo fianco eletti i vicepresidenti Claudio Fava (di Sel – da una vita impegnato nella lotta alle mafie) e Luigi Gaetti in campo con 8 voti.

Liberainformazione - Superato questo ritardo, che ha un solo precedente nella storia del nostro Parlamento, occhi puntanti adesso sulle cose da fare. Otto mesi sono trascorsi dall’inizio della Legislatura e – come sottolinea Santo Della Volpe nel suo editoriale per Libera Informazione “mentre l’Antimafia ritarda, le mafie non aspettano”. Nei giorni scorsi un Comune è stato sciolto per mafia in Lombardia e ieri a Roma una sentenza ha messo nero su bianco la pervasività della ‘ndrangheta e i suoi affari proprio sull’asse Calabria-Lombardia-Lazio, condannando per mafia la cosca Gallace-Novella. Nonostante ciò, “per la politica – spiega a Libera Informazione, Nando dalla Chiesa, presidente onorario di Libera – la Commissione antimafia è stata l’ultima preoccupazione”.

Con la nomina della presidente Rosy Bindi si è chiuso ieri l’imbarazzante “gioco delle poltrone” per la Commissione antimafia. Professor Dalla Chiesa come giudica questi “ritardi” della politica sull’Antimafia?
Il fatto di essere arrivati così tardi (è l’ultima commissione che si forma!) è sintomatico: per la politica è stata l’ultima preoccupazione. Questo è stato un segnale negativo. Il segnale positivo, adesso, è che ci sia un presidente di autorevolezza politica (non una figura di secondo piano…) come Rosy Bindi e che ci sia uno come Claudio Fava, che combatte da trent’anni e più contro le mafie e ha il ruolo di vicepresidente, una posizione dalla quale si può fare molto, come dimostrò lo stesso Nichi Vendola quando ebbe questa funzione. Credo che le premesse per fare un buon lavoro, anche perché ci sono altre persone capaci dentro la Commissione, ci siano. La scelta del Pdl di assentarsi è dovuta ad un veto nei confronti della Bindi che è caduto ma si è voluto manifestare in un altro modo: si è capito che non si può votare contro il presidente della Commissione antimafia quando viene nominato. Speriamo si lavori bene e che il ritardo venga compensato da una conduzione efficiente ed efficace.

Qualche giorno fa è stato sciolto per infiltrazioni mafiose il primo Comune in Lombardia e questa sera è arrivata la prima condanna per la ‘ndrangheta a Roma. Magistratura e società civile stanno facendo la loro parte mentre la politica è un passo indietro. Perché?
Il comune di Sedriano è stato sciolto (nei fatti, ndr) dal prefetto e la resistenza lì è stata portata avanti da una carovana antimafia e da un piccolo quotidiano, l’Altomilanese con le cronache di una giornalista di 22 anni. La politica si faccia qualche domanda: che anticorpi sappiamo mettere nelle nostre società di fronte alla presenza delle organizzazioni criminali? Speriamo che con l’avvio della Commissione Antimafia si recuperi il tempo perso, perché questo ritardo iniziale è significativo per la politica.

In particolare al Nord, a cosa è dovuto questo ritardo della politica nella lotta antimafia: paura, sottovalutazione…?
E’ dovuta prima di tutto ad incompetenza, ad insensibilità e a paura. Ma paura della ‘ndrangheta ma piuttosto di toccare degli equilibri che possono rompendosi generare delle perdite di posizioni per i politici. E questo è intollerabile. Non è la paura fisica della rappresaglia ma di perdere qualche posizione di vantaggio.


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