Il processo per omicidio che vede alla sbarra l’ex presidente Mohammed Morsi, deposto con un colpo di stato militare lo scorso 3 luglio, si aprirà al Cairo il prossimo 4 novembre.
Misna - Lo rende noto l’agenzia stampa Mena precisando che l’ex capo di stato comparirà davanti ai giudici assieme ad altre 14 persone. Tutti sono accusati di istigazione all’uccisione dei protestanti che manifestavano davanti al palazzo presidenziale nel dicembre 2012, quasi sette mesi prima del golpe che avrebbe segnato la fine del governo dei Fratelli Musulmani. Almeno sette persone erano rimaste uccise negli scontri tra sostenitori e oppositori di Morsi, nelle proteste scoppiate dopo che il presidente si era attribuito poteri straordinari al di sopra della legge.
Intanto, è salito a 57 il numero delle vittime confermate dal ministero della Sanità, e 271 i feriti, negli scontri tra le forze di sicurezza e i manifestanti islamisti, che sostengono il deposto governo Morsi.
Nella capitale un’installazione per le comunicazioni satellitari sarebbe stata colpita nella notte da un razzo. L’attacco, che non è stato confermato ufficialmente, è avvenuto a Maadi, quartiere residenziale nella parte meridionale della città. Problemi si sono verificati anche nella zona del Canale di Suez. Alcuni miliziani hanno attaccato una pattuglia dell’esercito a nord di Ismailia. Fonti di sicurezza parlano di cinque vittime tra i militari. Inoltre un’autobomba è esplosa ad al Tour, nella parte meridionale del Sinai, provocando un morto e 25 feriti tra i poliziotti della locale sede della sicurezza.
In questo clima di massima allerta, giungono le prime conferme alla candidatura di Abdel Fattah al Sisi per le presidenziali. Il generale eattuale ministro della Difesa egiziano, non ha infatti escluso una sua possibile candidatura alle presidenziali del 2014. “Lo deciderà la volontà di Dio” ha detto al Sisi rispondendo alla domanda di un giornalista che gli chiedeva se avesse intenzione o meno di candidarsi alle elezioni del prossimo anno.
Misna - Lo rende noto l’agenzia stampa Mena precisando che l’ex capo di stato comparirà davanti ai giudici assieme ad altre 14 persone. Tutti sono accusati di istigazione all’uccisione dei protestanti che manifestavano davanti al palazzo presidenziale nel dicembre 2012, quasi sette mesi prima del golpe che avrebbe segnato la fine del governo dei Fratelli Musulmani. Almeno sette persone erano rimaste uccise negli scontri tra sostenitori e oppositori di Morsi, nelle proteste scoppiate dopo che il presidente si era attribuito poteri straordinari al di sopra della legge.
Intanto, è salito a 57 il numero delle vittime confermate dal ministero della Sanità, e 271 i feriti, negli scontri tra le forze di sicurezza e i manifestanti islamisti, che sostengono il deposto governo Morsi.
Nella capitale un’installazione per le comunicazioni satellitari sarebbe stata colpita nella notte da un razzo. L’attacco, che non è stato confermato ufficialmente, è avvenuto a Maadi, quartiere residenziale nella parte meridionale della città. Problemi si sono verificati anche nella zona del Canale di Suez. Alcuni miliziani hanno attaccato una pattuglia dell’esercito a nord di Ismailia. Fonti di sicurezza parlano di cinque vittime tra i militari. Inoltre un’autobomba è esplosa ad al Tour, nella parte meridionale del Sinai, provocando un morto e 25 feriti tra i poliziotti della locale sede della sicurezza.
In questo clima di massima allerta, giungono le prime conferme alla candidatura di Abdel Fattah al Sisi per le presidenziali. Il generale eattuale ministro della Difesa egiziano, non ha infatti escluso una sua possibile candidatura alle presidenziali del 2014. “Lo deciderà la volontà di Dio” ha detto al Sisi rispondendo alla domanda di un giornalista che gli chiedeva se avesse intenzione o meno di candidarsi alle elezioni del prossimo anno.
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È presente 1 commento
Ma io vivo al Maadi e proprio vicino a quelle installazioni (le posso vedere dalle mie finestre), ma di razzi neanche l'ombra!!! O_O
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