sabato, ottobre 05, 2013
L’ennesima tragedia che doveva e poteva essere evitata

Non mi sorprende ma mi indigna leggere i messaggi che da più parti e a diversi livelli sono pubblicati in questi giorni per giustificare perché, oggi, non si riesce a proteggere persone costrette a lasciare i propri paesi per sfuggire alla miseria, alla repressione o all’emarginazione. In Italia si chiama in causa l’Europa per non aver fornito aiuti, mentre in Europa si sottolinea che di aiuti ne sono stati dati (232 milioni per il periodo 2010-2012 e 137 milioni di euro nel 2013, avrebbe dichiarato il Commissario europeo responsabile per gli affari interni a livello di Unione europea). Altri cercano formule per esprimere cordoglio per le vittime e solidarietà per l’isola di Lampedusa che sta diventando l’isola dello scandalo, nonostante la buona volontà dei suoi cittadini e delle sue autorità locali. Si parla anche della necessità di leggi, di norme, mentre mi pare che ci sia già un notevole numero di convenzioni internazionali, leggi e altro.

Penso che l’Italia avrebbe dovuto assumere, e ne ha avuto il tempo, un ruolo di leader nel portare avanti una politica di buon vicinato con i paesi dai quali quelle povere vittime sono uscite. Gli eventi che si sono susseguiti dopo la crisi libica di un anno fa sono un esempio di come l’Italia non abbia intrapreso iniziative di cooperazione con le autorità dell’epoca post-Gheddafi e non abbia usato la posizione privilegiata che ha in Libia per aiutare i libici che erano sinceramente motivati a creare un paese libero, moderno e prospero, a costruire quella necessaria ossatura di legalità sulla quale sviluppare democrazia e sviluppo. L’Italia ha perso una grande opportunità, continuando a giocare un ruolo passivo ed inerme. I fatti sono evidenti, e ci inchiodano, nessun alibi è possibile per giustificare che scafisti senza scrupoli continuano da anni a traghettare disperati verso la morte, gettandoli alle porte di casa nostra.

Proteggere quelle persone era e rimane un obbligo. Omettere di fare ciò che siamo tenuti a fare implica responsabilità, al di là della retorica del momento.


Sono presenti 2 commenti

Anonimo ha detto...

ma allora Alfano cosa dice? Questi soldi dove li hanno messi. Porta a porta non può fare una trasmissione anche su queste cose ed invitare solo esperti e non politici vanno soplo I rappresentanti della Kasta che litigano per distrarre i cittadini dalla verità e conservare la sedia....

Anonimo ha detto...

Negli anni scorsi c'era un altro modo di vedere l'immigrazione ,(purtroppo ancora resiste in una parte politica ) che ha sempre impedito di utilizzare al meglio gli aiuti europei della cui sorte è meglio non chiedersi che fine hanno fatto per non arrabbiarci ancora "gratuitamente ". Forse quest'ultima tragedia porrà rimedio se la classe politica odierna proseguirà su nuovi percorsi intravisti sotto una grande forza emotiva che non deve però finire domani insieme alle prospettive di un miglioramento e di civiltà tra i popoli. Sembra che oggi un paese sia civile solo se si riconoscono diritti ai gaj , ma penso che ci siano anche altri aspetti importanti!!!

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