Sono oltre 4 milioni e 300 mila i cittadini italiani residenti in Paesi stranieri. Lo ricorda il Rapporto Italiani nel Mondo, presentato dalla Fondazione Migrantes della Cei, che cita i dati dell’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero. Cresce, poi, il numero degli italiani che emigra del 3,1% rispetto allo scorso anno e il Continente che ha registrato l’aumento più vistoso è l’Asia.
Radio Vaticana - Oltre 500 pagine per descrivere il volto degli italiani nel Mondo. C’è chi si sposta in cerca di un lavoro, soprattutto i giovani a causa della crisi, chi per studio, chi è nato all’estero. E’ significativo, comunque, che dall’Italia di anno in anno si emigri sempre di più: nel 2013 l’aumento rispetto al 2012 è stato di oltre 132 mila persone. La riflessione di Mons. Giancarlo Perego, direttore della Fondazione Migrantes che ha curato il Rapporto: “132 mila giovani hanno lasciato l’Italia per raggiungere un altro Paese del mondo - chi la Cina, chi il Brasile, chi la Germania, chi la Svizzera - alla ricerca di un posto di lavoro, ma anche per cercare di mettere a frutto una serie di studi che hanno fatto in Italia: il 50 per cento degli emigranti italiani sono giovani disoccupati senza un titolo di studio; l’altro 50 per cento sono giovani diplomati e laureati, che sono in cammino. Attraverso il Rapporto, il nostro compito è quello di monitorare questi viaggi per riuscire a mettere a disposizione le nostre missioni cattoliche italiane all’estero e dall’altra parte anche mettere al centro della nostra attenzione la tutela dei diritti, la cittadinanza, il voto, ma anche il legame stretto fra l’Italia e questi italiani che sono all’estero”.
Fra sacerdoti, suore e laici, attualmente sono, infatti, 615 gli operatori per gli italiani in 375 missioni dislocate in 41 nazioni del mondo. Oltre il 50% degli italiani residenti all’estero è partito dal Meridione. In testa la Sicilia, ma negli ultimi due anni è stata invece la Lombardia la regione da cui si è andati via maggiormente. Quasi la metà di chi vive fuori dall’Italia è donna, la fascia di età più interessata quella fra i 35 e i 49 anni e per il 54 per cento si tratta di persone non sposate. Ma verso quali luoghi cresce l’emigrazione italiana? Ci risponde Delfina Licata, curatrice del Rapporto: “Cresce soprattutto sicuramente verso i "luoghi storici", quali la Germania e l’Argentina, ma nell’ultimo biennio abbiamo notato una crescita della presenza in Asia degli italiani: un 8,6 per cento di persone che si sono spostate in Asia e la Cina è il Paese che accoglie di più. Abbiamo anche visto la differenza tra il 2012 e il 2013 nelle persone che hanno stabilito la loro residenza in Brasile: circa 18 mila italiani. Quindi, questo ci dice che ci sono una serie di nuove tendenze e di nuove mobilità”.
Due le figure su cui, nel 2013, si concentra il Rapporto: Santa Francesca Cabrini che portò il Vangelo e fece opere di carità fra quanti erano emigrati negli Stati Uniti, e padre Federico Lombardi, direttore della nostra emittente e della Sala Stampa vaticana. Sentiamo perché da Delfina Licata: “Perché lui nel passato, negli anni Settanta, è stato missionario per l’emigrazione in Germania. Quindi ha avuto questo rapporto con gli emigrati italiani, che lui racconta averlo segnato tanto. E questa sua esperienza lo porta ad avere una particolare sensibilità anche verso le storie dei migranti di oggi, che il più delle volte sono immigrati in Italia. Ma una cosa resta: i migranti sono persone e vanno considerati nella loro interezza umana e dignità”.
Radio Vaticana - Oltre 500 pagine per descrivere il volto degli italiani nel Mondo. C’è chi si sposta in cerca di un lavoro, soprattutto i giovani a causa della crisi, chi per studio, chi è nato all’estero. E’ significativo, comunque, che dall’Italia di anno in anno si emigri sempre di più: nel 2013 l’aumento rispetto al 2012 è stato di oltre 132 mila persone. La riflessione di Mons. Giancarlo Perego, direttore della Fondazione Migrantes che ha curato il Rapporto: “132 mila giovani hanno lasciato l’Italia per raggiungere un altro Paese del mondo - chi la Cina, chi il Brasile, chi la Germania, chi la Svizzera - alla ricerca di un posto di lavoro, ma anche per cercare di mettere a frutto una serie di studi che hanno fatto in Italia: il 50 per cento degli emigranti italiani sono giovani disoccupati senza un titolo di studio; l’altro 50 per cento sono giovani diplomati e laureati, che sono in cammino. Attraverso il Rapporto, il nostro compito è quello di monitorare questi viaggi per riuscire a mettere a disposizione le nostre missioni cattoliche italiane all’estero e dall’altra parte anche mettere al centro della nostra attenzione la tutela dei diritti, la cittadinanza, il voto, ma anche il legame stretto fra l’Italia e questi italiani che sono all’estero”.
Fra sacerdoti, suore e laici, attualmente sono, infatti, 615 gli operatori per gli italiani in 375 missioni dislocate in 41 nazioni del mondo. Oltre il 50% degli italiani residenti all’estero è partito dal Meridione. In testa la Sicilia, ma negli ultimi due anni è stata invece la Lombardia la regione da cui si è andati via maggiormente. Quasi la metà di chi vive fuori dall’Italia è donna, la fascia di età più interessata quella fra i 35 e i 49 anni e per il 54 per cento si tratta di persone non sposate. Ma verso quali luoghi cresce l’emigrazione italiana? Ci risponde Delfina Licata, curatrice del Rapporto: “Cresce soprattutto sicuramente verso i "luoghi storici", quali la Germania e l’Argentina, ma nell’ultimo biennio abbiamo notato una crescita della presenza in Asia degli italiani: un 8,6 per cento di persone che si sono spostate in Asia e la Cina è il Paese che accoglie di più. Abbiamo anche visto la differenza tra il 2012 e il 2013 nelle persone che hanno stabilito la loro residenza in Brasile: circa 18 mila italiani. Quindi, questo ci dice che ci sono una serie di nuove tendenze e di nuove mobilità”.
Due le figure su cui, nel 2013, si concentra il Rapporto: Santa Francesca Cabrini che portò il Vangelo e fece opere di carità fra quanti erano emigrati negli Stati Uniti, e padre Federico Lombardi, direttore della nostra emittente e della Sala Stampa vaticana. Sentiamo perché da Delfina Licata: “Perché lui nel passato, negli anni Settanta, è stato missionario per l’emigrazione in Germania. Quindi ha avuto questo rapporto con gli emigrati italiani, che lui racconta averlo segnato tanto. E questa sua esperienza lo porta ad avere una particolare sensibilità anche verso le storie dei migranti di oggi, che il più delle volte sono immigrati in Italia. Ma una cosa resta: i migranti sono persone e vanno considerati nella loro interezza umana e dignità”.
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