Latte e prodotti lattiero-caseari detengono un enorme potenziale per migliorare la nutrizione e il sostentamento di centinaia di milioni di poveri in tutto il mondo, per questo i governi dovrebbero investire di più in programmi che ne favoriscano la diffusione tra le famiglie povere e che le aiutino ad avviare piccoli allevamenti caseari.
Misna - A sostenerlo è un nuovo studio della Fao, ‘Latte e prodotti caseari nella nutrizione umana’, secondo cui nonostante i benefici che potrebbero fornire, latte e latticini sono ancora troppo costosi per le famiglie più povere. Si prevede che nei paesi in via di sviluppo entro il 2025 il consumo di prodotti lattiero-caseari aumenterà del 25% a causa della crescita della popolazione e dei redditi, ma latte e latticini probabilmente rimarranno ancora fuori portata per le famiglie più povere. Anche se per ‘latte’ si intende spesso quello vaccino, nel mondo vengono consumati latti di molte altre specie, come renne, alci, lama, alpaca, asini, yak e cammelli.
“Ci sono grandi possibilità per lo sviluppo di prodotti caseari da altre specie, in particolare capre, che sono più facili da mantenere rispetto ai bovini e possono far aumentare l’accessibilità alla produzione di latte delle famiglie rurali povere” si sostiene nel rapporto.
In Sudamerica, ad esempio, lama e alpaca storicamente non sono stati allevati ai fini della produzione di latte, ma potrebbero invece fornire una risorsa alimentare ed economica importante per le persone che vivono nelle aree montane della regione.
Il latte di alcune specie sottoutilizzate ha anche particolari benefici nutrizionali. Ad esempio, i profili proteici del latte d’asina e di quello di cavalla possono renderli più adatti a quel 2-6% della popolazione allergico al latte di mucca.
Misna - A sostenerlo è un nuovo studio della Fao, ‘Latte e prodotti caseari nella nutrizione umana’, secondo cui nonostante i benefici che potrebbero fornire, latte e latticini sono ancora troppo costosi per le famiglie più povere. Si prevede che nei paesi in via di sviluppo entro il 2025 il consumo di prodotti lattiero-caseari aumenterà del 25% a causa della crescita della popolazione e dei redditi, ma latte e latticini probabilmente rimarranno ancora fuori portata per le famiglie più povere. Anche se per ‘latte’ si intende spesso quello vaccino, nel mondo vengono consumati latti di molte altre specie, come renne, alci, lama, alpaca, asini, yak e cammelli.
“Ci sono grandi possibilità per lo sviluppo di prodotti caseari da altre specie, in particolare capre, che sono più facili da mantenere rispetto ai bovini e possono far aumentare l’accessibilità alla produzione di latte delle famiglie rurali povere” si sostiene nel rapporto.
In Sudamerica, ad esempio, lama e alpaca storicamente non sono stati allevati ai fini della produzione di latte, ma potrebbero invece fornire una risorsa alimentare ed economica importante per le persone che vivono nelle aree montane della regione.
Il latte di alcune specie sottoutilizzate ha anche particolari benefici nutrizionali. Ad esempio, i profili proteici del latte d’asina e di quello di cavalla possono renderli più adatti a quel 2-6% della popolazione allergico al latte di mucca.
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