Dopo una lunga attesa Leopoldo Garcia, un sopravvissuto delle torture del regime di Pinochet in Cile, ottiene un po’ di giustizia
La Corte interamericana di Costa Rica ordina al governo cileno di completare in tempi ragionevoli l’istruttoria necessaria al fine di attribuirgli riparazione per i danni subiti durante il regime di Pinochet
di Silvana Arbia
In questi giorni la stampa internazionale pubblica le foto di un uomo di ottanta anni, che dal 1975 vive in Gran Bretagna da esiliato, essendo stato forzato a lasciare il suo paese dal regime di Pinochet. Nel 1973 fu arrestato per le sue idee politiche vicine ad Alliende in epoca di piena scalata di Pinochet. Fu detenuto per un anno e mezzo e torturato con conseguenze irreversibili e cicatrici non cancellate nonostante siano trascorsi quarant’anni. La pesante eredità di Pinochet per l’attuale governo cileno include molti casi simili: pare che 3095 persone siano state eliminate e 200.000 costrette a esiliare.
I ritardi della giustizia dell’attuale governo in Cile nel caso Garcia sono stati condannati dalla Corte interamericana per i diritti dell’uomo con sede in Costa Rica. Questa Corte ordina al governo cileno di concludere in tempi ragionevoli l’istruttoria riguardante il caso di Leopoldo Garcia e di riconoscergli riparazione dei danni subiti. In molti altri casi la Corte interamericana potrebbe pronunciare la stessa condanna.
La Corte Interamericana per i diritti umani è una corte regionale, per gli Stati americani che vi hanno aderito, simile alla Corte europea di Strasburgo per gli Stati europei del Consiglio d’Europa. Tempo fa ricordavo in un mio post la sentenza della Corte europea per i diritti dell’uomo che ha condannato l’Italia per le condizioni carcerarie nel nostro paese. La sentenza pubblicata in questi giorni nel caso Garcia costituisce un precedente per le molte migliaia di persone che come Garcia sono vittime del regime di Pinochet e attendono giustizia. Essa dovrebbe pure costituire un monito per governanti che mettono da parte la legalità e i diritti fondamentali delle persone per fini di potere. Ancora una volta l’esistenza di Corti sovranazionali costituisce la garanzia di giustizia anche quando i sistemi nazionali per ritardi o altre ragioni sono incapaci di tutelare i diritti degli individui, a condizione che se ne conosca il funzionamento e se ne dia adeguata diffusione… mentre purtroppo questo tipo di notizie di solito non ha molto spazio sui media.
di Silvana Arbia
In questi giorni la stampa internazionale pubblica le foto di un uomo di ottanta anni, che dal 1975 vive in Gran Bretagna da esiliato, essendo stato forzato a lasciare il suo paese dal regime di Pinochet. Nel 1973 fu arrestato per le sue idee politiche vicine ad Alliende in epoca di piena scalata di Pinochet. Fu detenuto per un anno e mezzo e torturato con conseguenze irreversibili e cicatrici non cancellate nonostante siano trascorsi quarant’anni. La pesante eredità di Pinochet per l’attuale governo cileno include molti casi simili: pare che 3095 persone siano state eliminate e 200.000 costrette a esiliare.
I ritardi della giustizia dell’attuale governo in Cile nel caso Garcia sono stati condannati dalla Corte interamericana per i diritti dell’uomo con sede in Costa Rica. Questa Corte ordina al governo cileno di concludere in tempi ragionevoli l’istruttoria riguardante il caso di Leopoldo Garcia e di riconoscergli riparazione dei danni subiti. In molti altri casi la Corte interamericana potrebbe pronunciare la stessa condanna.
La Corte Interamericana per i diritti umani è una corte regionale, per gli Stati americani che vi hanno aderito, simile alla Corte europea di Strasburgo per gli Stati europei del Consiglio d’Europa. Tempo fa ricordavo in un mio post la sentenza della Corte europea per i diritti dell’uomo che ha condannato l’Italia per le condizioni carcerarie nel nostro paese. La sentenza pubblicata in questi giorni nel caso Garcia costituisce un precedente per le molte migliaia di persone che come Garcia sono vittime del regime di Pinochet e attendono giustizia. Essa dovrebbe pure costituire un monito per governanti che mettono da parte la legalità e i diritti fondamentali delle persone per fini di potere. Ancora una volta l’esistenza di Corti sovranazionali costituisce la garanzia di giustizia anche quando i sistemi nazionali per ritardi o altre ragioni sono incapaci di tutelare i diritti degli individui, a condizione che se ne conosca il funzionamento e se ne dia adeguata diffusione… mentre purtroppo questo tipo di notizie di solito non ha molto spazio sui media.
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